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mercoledì 25 dicembre 2024

''O flos colende'', la rassegna di musica sacra dell'Opera di Santa Maria del Fiore di Firenze

02-03-2017

14 appuntamenti, 13 concerti e una santa messa celebrata dal cardinale arcivescovo Giuseppe Betori, contrappuntata da musiche di Léo Delibes e dell’antica tradizione sacra fiorentina, compongono il calendario 2017 di O flos colende (2 Marzo – 8 Settembre), rassegna musicale che ormai rappresenta un appuntamento fisso per tutti gli appassionati e quest’anno giunta alla sua ventunesima edizione. Promossa fin dalla nascita (1997) dall'Opera di Santa Maria del Fiore di Firenze, e oggi sostenuta dal favore del presidente dell'Opera Franco Lucchesi e dall'Arcivescovo di Firenze cardinale Giuseppe Betori, la nuova edizione di O flos colende è come di consueto firmata dal direttore artistico Gabriele Giacomelli e si caratterizza per una programmazione articolata, mirata anche alla valorizzazione del patrimonio musicale conservato nell’Archivio dell’Opera del Duomo, e che coinvolge interpreti di fama internazionale: ma l'edizione 2017 si presenta con un valore aggiunto, la significativa rete di collaborazioni con realtà attive sul territorio, con una particolare attenzione alla valorizzazione dei giovani talenti musicali espressa nel coinvolgimento delle due principali istituzioni didattiche del territorio, il Conservatorio Statale di Musica Cherubini di Firenze e la Scuola di Musica di Fiesole.
Ai musicisti delle più recenti generazioni è così interamente affidato il progetto di partenza della rassegna, incentrato sul soggetto evangelico delle Sette ultime parole di Cristo sulla croce. Ad avviarlo è il noto capolavoro di Haydn, Le sette ultime parole di Cristo sulla croce scritte per la cattedrale di Cadice come accompagnamento alle liturgie del Venerdì Santo: ogni giovedì (a partire dal 2 Marzo, ore 21.15), nei ritrovati spazi dall’acustica suggestiva del Battistero di Firenze, ne verrà eseguito un movimento, fino a ricomporre la successione delle sette Sonate (incorniciate da un’Introduzione e dall’episodio “Il terremoto”) che formano la partitura di Haydn, qui nella versione d’autore per quartetto d’archi. Ciascuna serata sarà preceduta da una meditazione quaresimale del cardinale Betori e affiancata dalla lettura delle Parole a cura di Paolo Ramaciotti e Bruno Schirripa. Un percorso musicale e spirituale inedito e che vedrà sfilare ben cinque formazioni da camera differenti, i Quartetti TAAG (2 Marzo, 6 Aprile), Sincronie (9 marzo), Lyskamm (16 Marzo), Adorno (23 Marzo) e Hyde (30 Marzo), frutti fra i più qualificati dell’Accademia Europea del Quartetto istituita dalla Scuola di Musica di Fiesole, realtà depositaria della lezione di Piero Farulli oggi affidata a Miguel De Silva, Antonello Farulli ed Andrea Nannoni. Le meditazioni quaresimali del cardinale Betori, accompagnate dalla musica di Haydn, verranno trasmesse in diretta streaming sul sito di Toscana Oggi (www.toscanaoggi.it).
È il rarissimo oratorio Les sept paroles du Christ sur la croix di Cesar Franck a proseguire il percorso tematico di O flos colende, nell’appuntamento di Martedì 11 Aprile (ore 21.15), nella Cattedrale di Santa Maria del Fiore. Una pagina di ampio respiro, che schiera in campo una grande orchestra, tre solisti di canto e un coro; composta da Franck ne 1859, ritenuta perduta e riscoperta solo nel 1955, è pervasa da una religiosità che si sposa al lirismo dell’epoca: rivivrà nella sua prima esecuzione in Toscana grazie alle giovani forze dell’Orchestra  e del Coro del Conservatorio Cherubini di Firenze dirette da Paolo Ponziano Ciardi, docente di formazione orchestrale al Cherubini e bacchetta di esperienza internazionale, con solisti di canto i giovani ma già apprezzati Alexandra Grigoras (soprano), Francesco Javier Ariza Garcia (tenore), Jung-Min Kim (baritono).
Appuntamento di particolare fascino e nuovo nelle programmazioni di O flos colende è quello di Venerdì 21 Aprile (ore 21.15), con la proiezione, su un maxischermo allestito nel Transetto della Croce della Cattedrale di Santa Maria del Fiore, della spettacolare pellicola del 1923 di Cecil B. De Mille The Ten Commandments (I Dieci Comandamenti), accompagnata da improvvisazioni all’organo, il possente strumento Mascioni della Cattedrale, affidate al virtuoso italiano Ferruccio Bartoletti. Interprete che da diversi anni si dedica alla ricostruzione sonora di pellicole cinematografiche, riproponendo la figura del musicista-improvvisatore all’organo tipica dei primi del Novecento, Bartoletti ricreerà con la sua arte un dialogo diretto fra la musica e l’azione cinematografica della prima parte dei Ten Commandments di de Mille (il Prologo, dove è narrata la vicenda biblica dell’Esodo); e l’atmosfera ci riporterà a quella che era la prassi comune agli albori del cinema muto, quando la proiezioni delle immagini erano accompagnate in sala dalle improvvisazioni sul cosiddetto ‘organo da cinema’.
È dedicato alla musica di ispirazione sacra e spirituale di epoca romantica il concerto di Martedì 9 Maggio (ore 21.15), che vede protagonista, nella Cattedrale di Santa Maria del Fiore, un insolito duo: lo formano il soprano Cinzia Forte, voce ammirata nei maggiori teatri (Violetta nella Traviata all’Opera di Roma con la regia di Zeffirelli, Aphrodite nella Phaedra di Henze al Maggio Musicale) e a fianco di direttori come Chailly, Gatti, Gelmetti, e l’organista argentino Diego Innocenzi, presente come concertista nei maggiori festival, docente di organo al Conservatorio di Ginevra e autentico specialista di questo repertorio. Due interpreti le cui qualità potranno essere ammirate in una serata dall’impaginato assai originale, dove troviamo la preghiera “Giusto ciel in tal periglio” dal Maometto II di Rossini e l’Ave Maria dall’Otello di Verdi, la tenera Ave Maria di Saint-Saëns e la romanza spirituale Ridonami la calma di Francesco Paolo Tosti, intercalate da ispirati brani per organo solo come il Grand Offertoire di Edouard Batiste (composto sul tema della Sonata “A Kreutzer” di Beethoven) e O salutaris hostia di Charles Gounod.
Martedì 23 Maggio (ore 21.15), torna ad essere protagonista lo spettacolare, grande organo Mascioni del Duomo di Firenze, strumento dalla voce spiccatamente sinfonica e dalla potenza sonora di ben settemila canne. Esaltare le qualità sonore che fanno del Mascioni uno strumento unico in Italia e fra i pochissimi del genere al mondo spetta stavolta ad un organista italiano, nome di spicco che entra così a far parte della galleria dei grandi organisti fino ad oggi ospitati da O flos colende: è Eugenio Maria Fagiani, fra i maggiori esperti nell’arte dell’improvvisazione, concertista che si esibisce da Betlemme a Londra, da Cambridge a New York, docente di masterclasses in Europa e Nord America, organista aggiunto del Santuario della Verna e stretto collaboratore dell’Orchestra Sinfonica Verdi di Milano. Il programma prevede il Preludio e Fuga BWV 552 di Bach, una delle sue composizioni più note, un’inconsueta ma suggestiva trascrizione dello struggente Adagietto dalla Sinfonia n. 5 di Mahler, Jauchzet, frohlocket! (Giubilate, esultate!) composto dallo stesso Fagiani nel 2010, il festoso Preludio e Fuga “Hallelujah!” di Franz Schmidt, depositario della grande tradizione strumentale tedesca dell’Ottocento. Il tutto suggellato da un fuori programma di libere improvvisazioni che Eugenio Maria Fagiani imbastirà su temi musicali proposti direttamente dal pubblico, a testimoniare la maestria virtuosistica che lo hanno reso celebre.
Ci riporta nella Firenze dell’Ottocento l’appuntamento di Giovedì 8 Giugno (ore 21.15), che in occasione dei 130 anni dell’inaugurazione della facciata di S. Maria del Fiore ripropone, sul sagrato dello stesso Duomo, una vera e propria festa musicale. Un programma di marce brillanti, trascrizioni d’effetto (l’Aria dalla Suite n. 3 di Bach), toccanti brani contemporanei (il Pater noster di Stefano Burbi), celebri pezzi operistici (la Preghiera dal Mosè in Egitto di Rossini), tutti disposti intorno al brano guida della serata: la scintillante marcia militare intitolata Le feste a Firenze, di recente ritrovamento, composta dal marchese Lapo Migliorati proprio “In occasione dello Scoprimento della Facciata del Duomo, Maggio 1887”. Il brano è presentato in una trascrizione a cura di Gabriele Giacomelli e Filippo Tosciri. A ricreare l’atmosfera festosa sarà, proprio come allora, la Filarmonica Gioacchino Rossini diretta da Giampaolo Lazzeri, un’orchestra di fiati e percussioni che appartiene alla storia musicale della città e che ha dato importanti contributi nella diffusione del repertorio per banda.
È un appuntamento ormai tradizionale quello che O flos colende propone per la Festa di San Giovanni, patrono della città di Firenze, e che anche stavolta nasce dalla collaborazione dell’Opera di Santa Maria del Fiore con il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino. La mattina (ore 10.30) di Sabato 24 Giugno, il Cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo metropolita di Firenze, celebrerà in Duomo una messa le cui sezioni sono intercalate dalla Messe brève di Léo Delibes, l’unico contributo al genere dato dal compositore celebre per i suoi balletti. Una pagina di soave semplicità, accostata a pagine della tradizione sacra fiorentina come i mottetti Elizabeth Zachariae (dedicato proprio a San Giovanni Battista) di Marco da Gagliano e Gaudent in coelis di Filippo Vitali, autori entrambi maestri di cappella di Santa Maria del Fiore, e arricchita dalla presenza di altri brani, come l’Alleluja composto da Michele Manganelli (attuale maestro di cappella di Santa Maria del Fiore) e il delicato Ave verum di Charles Gounod. Il tutto a ricreare una suggestiva liturgia trapuntata da pagine corali e che quest’anno si propone anzitutto come una vera festa musicale di bambini cantori: accanto alla Cappella Musicale di Santa Maria del Fiore diretta da Michele Manganelli, con Daniele Dori all’organo, all’esecuzione partecipano infatti, per la prima volta assieme, il Coro delle Voci Bianche del Maggio Musicale Fiorentino e i Pueri Cantores, coro istituito nel 2016 in seno alla Cappella Musicale della Cattedrale di Firenze per volontà dell’Opera di Santa Maria del Fiore.
Martedì 11 Luglio (ore 21.15), la Cattedrale di Santa Maria del Fiore ospita, per la prima volta nella loro formazione completa, i formidabili Tallis Scholars, leggendaria formazione corale inglese ammirata in tutto il mondo per la luminosa perfezione dell’intonazione forgiata dal suo fondatore e direttore principale Peter Phillips. Programma carico di significati quello proposto, un viaggio nella polifonia sacra tra Firenze e Venezia che porta con sé un doppio omaggio congiunto: ad Heinrich Isaac (a 500 anni dalla morte), uno dei compositori più importanti del Rinascimento e che fu anche cantore nel Battistero fiorentino, con la proposta di alcuni suoi magistrali mottetti (come Regina caeli laetare e Virgo prudentissima); a Claudio Monteverdi (a 450 anni dalla nascita), autore di diversi madrigali conservati nell’archivio dell’Opera di Santa Maria del Fiore, con la sublime Messa a quattro voci, caratterizzata da una solidità costruttiva che guarda ancora al gusto rinascimentale. Il programma è completato dai due mottetti Ave Maria e Jubilate Deo (trascritti da Gabriele Giacomelli) del fiorentino Marco da Gagliano, maestro di cappella di Santa Maria del Fiore dal 1608 fino alla morte, per oltre trentacinque anni.
Hildegard von Bingen, badessa benedettina vissuta nella Valle del Reno, in epoca medievale; teologa, poetessa, musicista, taumaturga, profetessa, e per questo chiamata dai cronisti del tempo “Sibilla del Reno”. A lei, straordinaria figura poliedrica proclamata dottore della Chiesa (2012) da Benedetto XVI, è interamente dedicato Ildegarda la sibilla renana, spettacolo della nota attrice e regista Cristina Borgogni che verrà rappresentato nella Cattedrale di Santa Maria del Fiore Venerdì 8 Settembre (ore 21.15). È l’appuntamento conclusivo di O flos colende, che come di consueto si terrà nel giorno che festeggia congiuntamente la Natività di Maria e la fondazione dell’Opera di Santa Maria del Fiore. Luci, costumi, movimenti scenici, per una rappresentazione dove Ildegarda racconta in prima persona della sua vita, degli incontri, delle visioni, degli studi, in una sorta di viaggio spirituale punteggiato dalle sue parole e dalla sua musica, questa affidata a un vasta varietà di strumenti documentati dell’epoca, come la cetra, il salterio, le campane tibetane, i cimbali. Il compito di riportarci nelle atmosfere mistiche di Ildegarda spetterà alla recitazione della stessa Cristina Borgogni e dell’altrettanto noto attore Paolo Lorimer, avvolti dalla suggestiva cornice sonora che il gruppo vocale-strumentale Ensemble San Felice guidato dal suo fondatore Federico Maria Bardazzi sapranno ricreare con quell’autorevolezza e quella autenticità che da decenni hanno determinato la loro fama in questo particolarissimo repertorio.