Arriva per la prima volta a Firenze Alessandro Kokocinski, uno degli artisti più importanti nel panorama internazionale dell’arte contemporanea. E arriva nella
Galerie Clichy, come protagonista del
4° appuntamento della serie Artisti in libreria, curata da Lauretta Colonnelli (dal 30 marzo al 22 giugno 2017).
Pittore, scultore e scenografo, Kokocinski ha realizzato appositamente per gli spazi della Galerie Clichy, presso la Libreria omonima, ventinove opere, tra olii, acquerelli e incisioni, in cui ripropone i temi che da sempre lo affascinano e che fanno parte del suo percorso esistenziale: il circo, soprattutto, i cavalli e le acrobazie, il mito e i sogni, la maschera umana del dolore e la vena grottesca con cui guarda a certi modelli sociali di sviluppo.
Opere che sembrano nascere da un laboratorio di sogni, popolate da clown, minotauri, uomini e donne volanti, ectoplasmi di memoria goyesca, trafitti da innumerevoli ferite e circonfusi di stelle. Immagini in cui Kokocinski riesce ad evocare la bellezza, con pennellate d’oro liquido, vibrazioni di ali, manciate di pigmenti rosso sangue.
Ogni opera dell’artista, nato nel 1948 a Porto Recanati da genitori apolidi in fuga attraverso l’Europa in guerra e poi nomade in giro per il mondo, è infatti pura emozione. Spesso pittura e scultura insieme: bassorilievo su tela in cartapesta, olio, tessuto, gesso, pergamena, carta antica in cui affiorano parole scritte a mano con inchiostro e pennino. «Mi considero un artigiano colto, che ha imparato il mestiere», dice Kokocinski di sé.
Il mestiere l’ha imparato un po’ dalla madre russa, che viveva facendo ritratti. Un po’ dipingendo scenografie per il piccolo circo uruguayano al quale i genitori lo affidarono a quattordici anni per sottrarlo al degrado della zona più malfamata di Buenos Aires, dove erano emigrati dopo la breve parentesi in Italia. Un po’ frequentando i corsi di Saulo Benavente, grande maestro della scena argentina. Un po’ perché il disegno era l’unica forma di affermazione di sé, un modo per sfogare la rabbia che nasceva dalla difficoltà di integrarsi. Nel frattempo viaggiava come acrobata equestre su e giù per il continente latino americano. Negli anni Settanta il ritorno in Italia, il successo come artista, infine le mostre nei più grandi musei del mondo da Berlino a Buenos Aires, da Roma a Santiago del Cile, da Hong Kong a Dresda.
È stato l’unico artista occidentale ad essere esposto con una personale al Namoc (National Art Museum of China), Pechino, nell’autunno del 2006
La mostra fiorentina si svolge in contemporanea con la grande rassegna che celebra l’artista presso il Museo archeologico nazionale di Napoli, con settanta opere quasi monumentali, raccolte sotto il titolo Kokocinski. La Vita e la Maschera: da Pulcinella al Clown, aperta dal 6 aprile al 5 giugno, promossa e organizzata dalla Fondazione Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo, con la partecipazione di Civita.Orari di apertura:
Martedì al Venerdì: 10,00 / 13,30 - 15,00 / 19,30Sabato: 10,00 / 20,00 - Domenica: 11,00 / 19,00Giorno di chiusura: LunedìPer ulteriori informazioni:
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