Venerdì 7 Aprile alle ore
21.00 Gilberto Pierazzuoli presenterà il suo nuovo libro "
Giochi, giocattoli, robot e macchine umane" alla
Libreria IBS+Libraccio (Via de' Cerretani, 16r) di Firenze.
Indagando l'essenza del giocattolo, la sua dignità ontologica, il suo statuto d'essere, è possibile formulare più ipotesi e restituire al gioco in quanto tale (e non per caratteristiche più o meno utilitarie) il valore che un certo tipo di pensiero aveva invece marginalizzato. Capire lo statuto del giocattolo è anche un modo di indagare gli apparati di gerarchizzazione dei comportamenti, smascherando anche ideologie che, apparentemente neutre, agiscono condizionando la percezione di oggetti ed eventi, non facendo emergere o occultando per esempio gli effetti secondari di una loro applicazione alle cose del mondo. I diritti umani sono un possibile esempio. Il meccanismo ruota sulla possibilità di definire e circoscrivere gli aventi diritto, creando volta volta la possibilità di esclusioni. Ma se troviamo che automi, macchine, giocattoli, animali e quant'altro abbiano una loro dignità (una loro collocazione ontologica) allora il discorso potrà divenire interessante...
Ecco allora il primo Androide: Eva futura di Villiers de L'Isle-Adam; primo nel senso che è la prima volta che il termine viene usato, così come per i "Robots" (anch’essi al debutto letterario) di RUR (Rossum’s Universal Robots) di Capek o alla bambola meccanica di Hoffmann, all'Odradek di Kafka, ai gatti di Coetzee o a quelli ancora di Hoffmann. Ecco il ludico di Caillois che si confronta con quello di Huizinga e quello di Fink. Gli dei che giocano con i mortali e il destino dell'uomo che è nelle mani di un bambino che tira i dadi sopra una scacchiera. La kore greca e la pupa latina come bambole, ma anche come doppi simbolici. Il Tamagochi e il pensiero laico. La trottola. L'angoscia delle macchine del romanzo distopico di Butler.
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