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martedì 03 dicembre 2024

“Sognadoro”, ecco la Stagione 2017/2018 del Teatrodante Carlo Monni

07-07-2017
Si parte dal riallestimento de “L’anatra all’arancia”, che vedrà Luca Barbareschi e tutto il cast di uno degli spettacoli cult del teatro comico girare per una settimana a Campi Bisenzio nelle pause tra le prove, facendo del comune un centro pulsante nevralgico per il teatro, e si finisce con la nuova produzione de “La briscola a cinque”, firmata da Andrea Bruno Savelli, con Sergio Forconi, testo esplosivo di Marco Malvaldi per uno spettacolo di rara comicità e intelligenza, che porterà sul palco la vita della provincia toscana. Si apriranno il 12 luglio gli abbonamenti di “Sognadoro”, la stagione di prosa 2017-2018 del Teatrodante Carlo Monni. In programma dall’11 ottobre al 22 aprile dieci commedie, di cui varie in esclusiva, in prima toscana e in prima nazionale, sotto la direzione artistica di Andrea Bruno Savelli, che firma il quarto anno della programmazione del teatro di piazza Dante, in sinergia con il Comune.

“Sognadoro, perché chi la sera va a teatro poi fa sogni d’oro, ci posso scommettere!”, dice Andrea Bruno Savelli - “Credo che il mio primo compito in qualità di direttore sia quello di continuare a tener sveglia l’attenzione e la passione degli spettatori, proponendo spettacoli interessanti, facendo recitare su palco i beniamini che il pubblico ha voglia di vedere dal vivo, grandi attori per grandi testi, che proponiamo spesso in versione rivisitata e attuale. Nel proporre le tante storie, speriamo di lasciare qualcosa in chi ci sceglie e ci viene a trovare, qualcosa che apra la mente e che dia la possibilità di riflettere, perché vogliamo dare nuovi punti di vista, come ci racconterà Salvatore Striano, ex galeotto a cui la passione per il teatro ha cambiato la vita”.

“Questa nuova stagione di prosa si presenta in maniera grandiosa, anche rispetto alle altre che erano già di livello molto alto – dichiara il sindaco di Campi Bisenzio Emiliano Fossi – tutte bellissime ma sempre migliorate dal lavoro di Andrea Bruno Savelli. Tanti nomi importanti passeranno per Campi, da Massimo Dapporto a Nicoletta Braschi, da Iaia Forte a Luca Barbareschi, confermandoci come una realtà vivace e culturalmente attiva, con il Teatrodante a fare da perno centrale”. E a proposito dei risultati economici raggiunti nel 2016 il direttore generale Giovanni Grossi spiega: “Per la prima volta i ricavi propri del teatro superano del 52% i contributi del comune, dimostrando che l’offerta culturale di qualità può essere anche economicamente sostenibile. Nel 2016 abbiamo totalizzato ben 128 aperture con 12.000 spettatori paganti, e per il prossimo anno l’obiettivo è confermare se non superare questi dati”.

Tanti gli attori noti in programma: ne “L’anatra all’arancia”, Luca Barbareschi (che firma anche la regia) e Margherita Laterza (attrice di cinema e tv) si dibatteranno tra nevrosi e abitudini interpretando una bellissima storia universale tra un uomo e una donna, cercando un modo per riconquistarsi e dimostrarsi il proprio amore, dopo 25 anni (11 ottobre). L’attore e regista Salvatore Striano, detto Sasà, metterà in scena la sua storia difficile: prima latitante, arrestato e detenuto a Madrid, poi a Rebibbia, si appassionerà al teatro in carcere, esordendo nel cinema con Matteo Garrone nel film “Gomorra” e come Bruto nel film dei fratelli Taviani “Cesare deve morire”. Il malfunzionamento del carcere, che sforna sempre più criminali, che fa sempre più vittime, sia nella divisa che negli ospiti detenuti che ci devono abitare, è al centro dello spettacolo. Al termine del quale, i due detenuti-attori si salveranno dalla loro malavita e ci racconteranno come, con la cultura e Shakespeare, gli uomini possono ridisegnare una vita apparentemente segnata (4 e 5 novembre).

Si prosegue con “Un borghese piccolo piccolo”, storia straordinaria e di agghiacciante attualità, scritta da Vincenzo Cerami, diventata un capolavoro cinematografico di Mario Monicelli, proposta qui nell’adattamento e nella regia di Fabrizio Coniglio, con Massimo Dapporto in scena, su musiche di Nicola Piovani (in prima toscana, il 5 gennaio). Una mise-en-scène ben accolta persino da Graziella Chiarcossi, vedova di Cerami, cugina di Pasolini, che rispetta la tinta grottesca con cui Cerami descrive le umili aspirazioni di Giovanni Vivaldi, il protagonista, uomo di provincia che lavora al ministero, il cui più grande desiderio è quello di “sistemare” suo figlio Mario, proprio in quel ministero in cui Giovanni lavora da oltre trent’anni. Una ricerca disperata di una “scorciatoia”, nel tentativo di raggirare le regole.

In “Come stelle nel buio”, black comedy di Igor Esposito, una stella del cinema glamour come Isabella Ferrari incontrerà un’altra grande attrice, Iaia Forte; in scena due sorelle, che convivono con i ricordi del loro passato, fatto di successi ormai tramontati. La loro vita scorre così nel rancore e nell’incomprensione, fino al momento d’una imprevedibile pacificazione, tra umorismo nero e sofisticata ironia (16 gennaio).

Largo a un grande classico, lo shakespeariano “Sogno di una notte di mezza estate”, nell’adattamento folle di Francesco Bellomo e Massimiliano Bruno. Un vero e proprio teorema sull’amore ma anche sul nonsense della vita degli uomini che si rincorrono e che si affannano per amarsi, che si innamorano e si desiderano senza spiegazioni, che si incontrano per una serie di casualità di cui non sono padroni. Mito, fiaba, e quotidianità si intersecano continuamente all’interno di questa originale versione, con un cast formato da Stefano Fresi, Giorgio Pasotti, Violante Placido, Paolo Ruffini (8 febbraio).

Sesto appuntamento con la prima nazionale di “Maratona di New York”, prima produzione dell’anno per il Teatrodante Carlo Monni, in scena il 23 e 24 febbraio. Annoverato tra i capisaldi della drammaturgia contemporanea italiana, il testo di Edoardo Erba, andato in scena per la prima volta nel 1993, adesso nella regia di Andrea Bruno Savelli, fa rivivere l’allenamento alla corsa di due fratelli che corrono e si rincorrono disperatamente raccontandosi le proprie gioie e i propri dolori in una notte che avrà un finale veramente inaspettato. Una metafora della vita, in un'affannata corsa fisica ed emotiva nei meandri delle esistenze dei protagonisti, tra dubbi, emozioni e inquietudini che ingolfano il respiro (cast in via di definizione).

Si ritorna al classico con “La vedova scaltra”, nella regia di Gianluca Guidi, storico capolavoro di Carlo Goldoni che rappresenta il punto di passaggio tra la commedia delle maschere e la commedia di carattere. Protagonista della brillante pièce Rosaura, ricca vedova veneziana corteggiata da quattro spasimanti di varia nazionalità. Sul palco una bravissima coppia d’artisti, Francesca Inaudi e Giuseppe Zeno, due star televisive reduci da fortunate fiction popolari come Tutti pazzi per amore e Una pallottola nel cuore (Inaudi), Il Paradiso delle signore e Baciato dal sole (Zeno). Accanto a loro Fabio Ferrari e Renato Cortesi, tra situazioni esilaranti e colpi di scena, nella quale regnano inganni, travestimenti (10 marzo).

È Rosalind Franklin interpretata da Asia Argento, scienziata cristallografa che per prima fotografò la doppia elica del Dna nel testo di Anne Ziegler diretto e interpretato da Filippo Dini, una dei personaggi chiave di questa stagione del Teatrodante Carlo Monni. Ci troviamo di fronte ad uno degli avvenimenti più sconvolgenti e controversi nella storia del pensiero e delle conoscenze scientifiche, la scoperta del DNA. Tutta l'umanità si inchina e si compiace in un unico trionfale applauso nei confronti dei grandi scienziati che sono riusciti a decifrare quello che comunemente era definito il segreto della vita. I personaggi coinvolti in questa scoperta lottano per avere un personale posto di rilievo nella Storia a discapito dell'unica donna di questa favola, una personalità meravigliosa e detestabile, limpida e contraddittoria, ambiziosa e vigliacca, impossibile da raccontare, Rosalind Franklin, che scompare prematuramente per un cancro alle ovaie, a soli 37 anni, proprio per l'eccessiva esposizione ai Raggi X. La sua è la storia di una grande rivoluzione e insieme il dramma di una donna, sola in un mondo di uomini, ebrea nella Londra anni '50, che cercò faticosamente di trovare un posto nel mondo (29 marzo).

Il 12 e 13 aprile sul palco un altro grande classico, “Giorni Felici”, di Samuel Beckett, per la regia di Andrea Renzi, un testo che ha un valore fondamentale nella storia del teatro. In scena una coppia di attori quasi irripetibile, Nicoletta Braschi e Andrea Renzi. La Braschi è Winnie, donna assoluta e minimale, in scena sepolta fino alla vita in un cumulo di sabbia, con Willie, il marito. E mentre la sabbia ricopre inesorabilmente entrambi, Winnie chiacchiera senza sosta, in un’alternanza insensata di momenti che sono il cuore della straordinaria esplorazione beckettiana della vita ai margini della follia: la tragedia del vivere umano nella potenziale condizione di desolata ottusità di una umanità tuttavia felice di stare quaggiù.

Chiusura il 21 e 22 aprile con la seconda produzione del teatro, “La briscola in cinque”, tratto dal romanzo di Marco Malvaldi, per la regia di Andrea Bruno Savelli, da un adattamento di Angelo Savelli, con Sergio Forconi. Nove attori (cast in via di definizione) per un caso di omicidio, in un paese della costa tra Pisa e Livorno, l’immaginaria Pineta, che in questo adattamento perde una connotazione precisa, e diventa simbolo della Toscana tutta. Per amor di maldicenza e per ammazzare il tempo, sul delitto cominciano a chiacchierare, discutere, contendere, litigare e infine indagare il gruppo dei vecchietti del BarLume e il suo barista, che fanno da apparato all’indagine, la discutono, la spogliano, la raffinano, passandola a un comico setaccio di irriverenze. Sicché, sotto all’intrigo giallo, spunta la vita di una provincia ricca, civile, dai modi spicci e dallo spirito iperbolico, che sopravvive testarda alla devastazione del consumismo turistico modellato dalla televisione.

Fare produzione per noi è sostanziale e vitale perché produrre ci permette di poter scegliere cosa raccontare. Ci stiamo battendo per far si che i nostri spettacoli possano girare, e siamo felici di annunciare che per la prossima stagione il nostro spettacolo Io ci sono, che racconta la storia di Lucia Annibali, farà oltre 20 repliche, da Pordenone all’Emilia Romagna e a tanta Toscana” conclude Andrea Bruno Savelli.

Per ulteriori informazioni www.teatrodante.it.