Città di Firenze
Home > Webzine > Fondazione il Fiore: ''L'enigma della sorgente'' di Michele Baraldi alla Biblioteca Umanistica
giovedì 21 novembre 2024

Fondazione il Fiore: ''L'enigma della sorgente'' di Michele Baraldi alla Biblioteca Umanistica

29-09-2017

Dodici canti che alternano versi e prose generando un tessuto di corrispondenze poetico e musicale, «in un paesaggio intimo, familiare, profondamente umano».

E’ la raccolta che lo scrittore italiano ma residente a Parigi Michele Baraldi, vincitore del premio letterario “Eugenio Montale fuori casa” 2013, presenta venerdì 29 settembre alle 17 alla sala Comparetti della Biblioteca Umanistica dell’Università di Firenze (piazza Brunelleschi 3-4, ingresso libero). Intitolata ‘Michele Baraldi - L’enigma della sorgente - Poesie in versi e in prosa, 1981-2016’, la raccolta è pubblicata da SE Studio Editoriale (Milano 2016), casa editrice dedita alla selezione e pubblicazione «di testi considerati pressoché fondamentali, ma lasciati cadere nell'oblio dalla grande editoria generalista». A parlare del libro con l’autore, dopo i saluti di Floriana Tagliabue, direttore della Biblioteca Umanistica, interverranno Silvia d’Intino e Benedetta Zaccarello, ricercatrici in Francia presso il Cnrs (Centre national de la recherche scientifique). Moderatrice dell’incontro, Maria Giuseppina Caramella, presidente della Fondazione il Fiore di Firenze.

Come si legge nel volume, la parola poetica di Michele Baraldi è stata notata da grandi poeti quali Attilio Bertolucci, che la definì «pura poesia, non poesia pura»; Mario Luzi, che «ne riconobbe il respiro»; Yves Bonnefoy, che parlò di «grande qualità poetica»; e Seamus Heaney, che «vi ritrovò l’immagine del suo caro, autentico incidere e scavare la pagina come il padre contadino la dura terra del Nord».

«Quest’opera di frontiera – si legge ancora – alterna i versi, densissimi, e le prose più lievi e perfino umoristiche in un tessuto di corrispondenze che è tanto poetico quanto musicale: è questo infatti un florilegio che pur ereditando dai lontani, amati trovatori dell’antica Provenza un linguaggio intenso, finemente ritmato e sovente enigmatico, lo reinventa in una partitura di silenzi e di parole che si orienta sempre più verso orizzonti risolutamente moderni. E manifesta, insieme ai temi universali dell’amore e della morte, soggetti incandescenti della storia contemporanea: le odissee dell’emigrazione, l’abbandono e la rinascita di una terra madre, la visione e il sogno dell’Europa, la guerra onnipresente e un desiderio insaziato di pace».

Per ulteriori informazioni, Fondazione il Fiore. Tel.: 055-225074