Arriva a Firenze la mostra personale di
Eliseo Mattiacci "
Misurazioni" a cura di
Lorenzo Bruni. L'inaugurazione dell'evento si terrà
sabato 28 Ottobre alle
ore 18.00 nella
Galleria Poggiali (via della Scala, 35/A-29/Ar e via Benedetta, 3r).
La mostra sarà aperta al pubblico
dal 31 ottobre 2017 al 24 febbraio 2018 (dal martedì al sabato ore 9-13 e 15-19).
Attraverso 28 opere, fra disegni, acquerelli e installazioni, Mattiacci vuole raccontare i suoi 50 e più anni di carriera e soprattutto vuole focalizzare l'attenzione su due tematiche originali e necessarie per la scultura: il manifestarsi del tempo da una parte e della temporalità dell'esperienza dall'altra.
Grazie al confronto fra le opere scultoree, su carta e fotografiche, "
Misurazione dei corpi celesti", "
Opera nel bosco" e "
Rifarsi" per citarne alcune, l'autore cerca di sottolineare l'importanza che il disegno ha nella sua attività artistica.
La mostra ospita, inoltre, opere come "
Dinamica a parete" o "
Atomi e nuclei" che permettono al pubblico di cogliere, rispettivamente, la sensibilità pittorica e coloristica di Mattiacci e la tensione fra forza fisiche e visuali che entrano in accordo o disaccordo con l'architettura che designano, trasformandola nello spazio dell'opera.
Rilevante è, soprattutto, "
Corpo Celeste (meteorite)": istallazione che riempie la galleria e che, secondo la volontà di Mattiacci, prova a concretizzare l'immensità del cosmo.
Lorenzo Bruni, curatore della mostra "Misurazioni", spiega le intenzioni dell'artista: "
La ricerca di Mattiacci può apparire ad uno sguardo superficiale come divisa in maniera netta tra le opere gestuali in dialogo con il corpo personale e sociale, con cui ha contribuito al dibattito dell'Arte Povera negli anni sessanta, e il periodo delle sculture dal tema cosmologico che formalizza dagli anni Novanta portando il dibattito attorno alla strategia dell'arte ambientale a soluzioni inaspettate. In realtà il percorso dell'artista si è sviluppato in maniera costante e coerente sempre all'insegna della domanda: quale è il ruolo che lo scultore può ricoprire nella riformulazione dell'etica culturale in una società in evoluzione e sempre più “liquida”? Tale questione concettuale, più che formale, lo ha portato a realizzare interventi che possono essere considerati in quanto tracce personali o istruzioni collettive della misurazione dell'attorno sia di quello visibile che invisibile. Le sue installazioni - continua Bruni -
esplorano da sempre i limiti e le potenzialità dello spazio architettonico e di quello naturale, delle strutture in ferro e delle tensioni magnetiche per puntare alla riformulazione dell'arte e della società con cui raggiungere un grado maggiore di consapevolezza del dialogo/confronto tra “io” e “mondo” e viceversa. Infatti, per lui visualizzare il cosmo come il corpo in quanto “presenze” è il passaggio necessario per dare concretezza e specificità all'entità che unifica e divide tutto: il tempo. Solo in questo modo può creare un meccanismo aperto con cui poter ripensare la posizione attiva dell'osservatore/artista su un piano differente che non sia semplicemente quello di voler ridurre tutto a una relazione di causa ed effetto, ma neanche di accettare l'impossibilità di spiegare i fenomeni che lo circonda. La ricerca di Eliseo Mattiacci - conlude il curatore -
è indagine e stimolazione dell'interazione che può esistere tra osservatore e paesaggio. Paesaggio, però, inteso come il risultato della negoziazione tra le coppie di opposti di: visibile e invisibile, architettonico e cosmologico, privato e collettivo”.
Ingresso libero.
Informazioni:
www.galleriapoggiali.com SC