Mercoledì 18 e giovedì 19 ottobre, alle ore 21.00, torna a
San Salvi (Via di San Salvi, 12), prima di partire per un lungo giro nazionale, la "
Lettera a una professoressa" dei
Chille de la balanza, uno
spettacolo teatrale di scrittura collettiva.
Lo spettacolo è liberamente ispirato al libro-creazione collettiva degli allievi di Barbiana scritto nel 1967 con la regia di Don Lorenzo Milani. La "Lettera" dei Chille, prodotta in collaborazione con Mibact, Regione Toscana, Comune di Firenze, Comune di Vicchio, Centro Formazione e Ricerca don Lorenzo Milani e Scuola di Barbiana di Vicchio, è uno spettacolo di e con
Claudio Ascoli, con la partecipazione di
Sissi Abbondanza e
Monica Fabbri.
Una messinscena particolare che propone tre diverse scritture collettive. Come la "Lettera" fu una creazione collettiva di sei allievi sotto la guida del Priore, lo spettacolo dei Chille è un tutt’uno di tre scritture collettive, con la partecipazione attiva degli spettatori: "La vita di don Lorenzo", a cura di Claudio Ascoli (con parole ed avvenimenti), "Imparar facendo" con Sissi Abbondanza che costruirà elementi scenici oltre ad una scultura alla Duchamp assemblando materiali ed elementi
milaniani, e infine "Ho disegnato Lettera a una professoressa" con SignoraB (Monica Fabbri) che curerà un disegno collettivo a partire dalle emozioni in platea.
"Spettacolo coraggioso, tutto anticonvenzionale, sperimentale, di rottura", "Un atto di amore" affermano Claudia Vitale e Giuliano Scabia. La parete divisoria fra pubblico e attore si rompe ripetutamente, coinvolgendo tutti gli spettatori per costruire quella che Don Milani avrebbe chiamato una “comunità educante”. I Chille e Ascoli scelgono non di narrare ma di guidare, come farebbe un buon educatore lasciando agli spettatori la possibilità di scegliere, rendendoli cioè attivi e partecipi della loro stessa educazione, consapevoli della loro capacità di crescita. Proprio come avveniva nella piccola aula della scuola di Barbiana, in cui tutti contribuivano al sapere comune, aiutavano gli alunni più piccoli, quelli in difficoltà, mentre Don Milani vigilava, guidava e lasciava che imparassero, che fossero loro i veri protagonisti del proprio processo di apprendimento.
Alla fine, appare assolutamente attuale la complessa riflessione milaniana sulla società italiana e soprattutto sulla scuola. Nella Lettera ai giudici Don Lorenzo osservava: "La scuola è diversa dall’aula del tribunale. Per voi magistrati vale solo ciò che è legge stabilita. La scuola invece siede fra il passato e il futuro e deve averli presenti entrambi. E’ l’arte delicata di condurre i ragazzi su un filo di rasoio: da un lato formare in loro il senso della legalità (e in questo somiglia alla vostra funzione), dall’altro la volontà di leggi migliori cioè il senso politico (e in questo si differenzia dalla vostra funzione). Non posso dire ai miei ragazzi che l’unico modo d’amare la legge è d’obbedirla. Posso solo dir loro che essi dovranno tenere in tale onore le leggi degli uomini da osservare quando sono giuste (cioè quando sono la forza del debole). Quando invece vedranno che non sono giuste (cioè quando sanzionano il sopruso del forte) essi dovranno battersi perché siano cambiate."
"Lettera a una professoressa" è uno spettacolo che intende restituire la complessità di una figura di educatore, prete e uomo troppo spesso analizzata con superficiale spirito di parte.
Allo spettacolo si accompagna l’edizione del libro “Ho disegnato Lettera a una professoressa” di SignoraB, al secolo Monica Fabbri. L’autrice, con una delicata ed affettuosa introduzione dei ragazzi di Barbiana, re-inventa in immagini lo storico libro che tanto ha influenzato la vita della scuola italiana negli ultimi cinquant’anni. In occasione dello spettacolo, il libro è in vendita a San Salvi.
Per ulteriori informazioni:
www.chille.it NB