Prosegue presso la
Frascione Arte la stagione di
mostre che coniugano le più recenti espressioni dell’arte contemporanea ai preziosi dipinti antichi della collezione della galleria fiorentina di via Maggio n° 5.
Dopo il successo delle passate esposizioni di Lorenzo Perrone e dell’artista cubana Maggie Genova Cordovi, i
protagonisti del prossimo appuntamento saranno due artisti di origini torinesi Andrea Barin e Gabriele Garbolino Rù.
Da giovedì 30 novembre 2017 a sabato 10 febbraio 2018 la galleria si trasformerà in uno studiolo dell’età moderna, ospitando opere che mirano alla riflessione sul mondo che ci circonda e a come esso influenza la nostra personalità. Le opere così, proprio come accadeva nel passato, si presentano ricche di rimandi all’epica e al mito. Questa atmosfera di grande introspezione vedrà protagonisti i disegni di Andrea Barin e le sculture di Gabriele Garbolino Rù. Il primo si distingue per una produzione rarefatta di ritratti di persone e immagini di oggetti, di cui riesce a far emergere l’anima sottesa al velo dell’apparenza. Il secondo, abile modellatore, realizza opere scultoree di grande forza e impatto visivo in cui riesce a sfruttare appieno le possibilità espressive dei materiali utilizzati.
A fare da cornice alle opere contemporanee, i dipinti della collezione Frascione, tra cui una serie di ritratti della famiglia Guadagni provenienti dall’omonimo palazzo fiorentino, esposti per l’occasione.Andrea BarinNasce a Torino nel 1971, dopo la maturità artistica prosegue gli studi presso l’Accademia Albertina conseguendo il Diploma di Pittura. Si appassiona all’arte grafica, all’acquaforte e alle incisioni; contemporaneamente inizia a collezionare opere di arte torinese databili tra ‘800 e ‘900. Questo interesse diventa tutt’uno con quello artistico e inizia a realizzare disegni. La sua produzione si caratterizza dall’utilizzo di tre semplici materiali: grafite, china e cartoncino. Grazie alla loro sapiente combinazione, Andrea Barin riesce a riprodurre in maniera fotografica qualsiasi oggetto o persona decida di rappresentare con un virtuosismo magnetico. Non si limita, tuttavia, alla raffigurazione calligrafica del dato reale ma cerca sempre di far emergere un’essenza nascosta degli ambienti e delle persone che sceglie di ritrarre. Come afferma con convinzione: ‘Dentro le cose c’è un’anima; c’è tutta la passione e l’amore di colui che le colleziona’. Nei suoi disegni si possono ritrovare i riferimenti ai grandi maestri che lo hanno ispirato, Mario Calandri, uno dei più grandi incisori del ‘900, Giorgio Morandi e Gianfranco Ferroni.
Gabriele Garbolino RùNasce a Torino nel 1974 e compie i suoi studi all’Accademia di Belle Arti. La sua è una produzione che cerca di interrogarsi sulla metodologia della scultura, utilizzando molteplici materiali: metallo, marmo e legno. Si concentra perlopiù su ritratti di persone in cui si attiene sempre al dato reale, senza ricercare, almeno inizialmente, una dimensione psicologica dei soggetti. In questo senso i suoi personaggi recitano la parte che è loro data come in una sorta di commedia teatrale in cui, solo in quanto tali, acquisiscono una profondità psicologica. Nella selezione di opere esposte il filo rosso è costituito dai rimandi all’epica, alla metamorfosi, sia nei soggetti che nei materiali, e al riflesso di Narciso come ricerca di una ‘realtà altra’. Questo tema, sviluppato in più forme, si traduce sia in un infantile gioco di riproduzioni speculari che in una profonda meditazione filosofica. Ciò che si crea è un equilibrio molto sottile tra i materiali utilizzati, che infondono un’idea di staticità e potenza, e la posizione del soggetto quasi sempre al limite del precipizio.
Per ulteriori informazioni:
www.frascionearte.com