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mercoledì 25 dicembre 2024

Oldani e Langella a Firenze con l'antologia del loro movimento poetico: il ''Realismo terminale''

27-10-2017
Un movimento di poeti che intende misurarsi con la dimensione storica del nuovo millennio: i cambiamenti antropologici conseguenti a fenomeni quali l’inurbamento massiccio della popolazione e l’imperio di oggetti e nuove tecnologie sugli esseri umani; con la ritirata della natura a vantaggio dell’artificiale. Facendo appello a «cifre formali» all’altezza di una «svolta millenaria che ha messo a soqquadro le categorie e le modalità stesse della conoscenza»: dalle “similitudini rovesciate”, in cui la natura non è più il termine di paragone, alla “accumulazione caotica” quale versione privilegiata della specie retorica dell’enumerazione.

E’ “il Realismo terminale”, un movimento poetico nato dall’omonimo manifesto pubblicato nel 2010 da Guido Oldani e poi allargatosi negli anni successivi attraverso varie tappe (vedi “Cronistoria” sotto)  - fra cui il manifesto breve “A testa in giù” (vedi sotto) del 2014 al Salone del libro di Torino -  che quest’anno ha appena pubblicato, con il titolo ‘Luci di posizione’, la propria antologia di riferimento. Una raccolta di versi, edita da Mursia, contenente dieci poesie per ciascuno dei sei principali poeti del movimento: Guido Oldani, Giusi Càfari Panìco, Franco Dionesalvi, Valentina Neri, Marco Pellegrini e Giuseppe Langella, che è anche il curatore dell’antologia.

Il volume sarà presentato venerdì 27 ottobre alle 17 alla sala Comparetti della Biblioteca umanistica dell’Università di Firenze (piazza Brunelleschi 3-4) in un incontro organizzato dalla Fondazione il Fiore a cui interverranno i protagonisti stessi del movimento e dell’antologia: Guido Oldani, uno dei maggiori poeti italiani viventi, e Giuseppe Langella, ordinario di Letteratura italiana moderna e contemporanea all’Università Cattolica del S. Cuore di Milano, oltre che poeta. Ad accoglierli ci sarà Floriana Tagliabue, direttore della Biblioteca umanistica, e Maria Giuseppina Caramella, presidente della Fondazione il Fiore, che modererà l’incontro. L’ingresso è libero.

Come spiega Langella nell’introduzione di ‘Luci di posizione’, il mondo in cui viviamo è ben diverso da quello che appariva a Leopardi. Il nostro è un mondo in cui la natura si sta ritirando, è messa ai margini, e a nasconderci «tanta parte dell’ultimo orizzonte» è una «fila inamena di casermoni», in cui «i popoli si ammassano in agglomerati sempre più tentacolari» e i milioni di oggetti che vengono sfornati dalla fabbriche sono ormai «le nostre segretarie, i nostri passatempi, i nostri contabili, i nostri specialisti..». «Si può far finta di niente? – scrive ancora Langella - Noi crediamo di no. Il Novecento è passato, non possiamo più scrivere come scrivevamo nel Novecento. Non possiamo, dico, se vogliamo render conto di quello che sta accadendo e che chiede a noi di trovare, secondo il proprium dell’arte, un linguaggio corrispondente». Da qui la necessità di misurarsi col proprio tempo alzando il tiro fino a «diventare gli specchi ustorii del mondo in cui viviamo». «Il realismo terminale – conclude Langella - nasce dall’osservazione di questi fatti planetari e delle trasformazioni antropologiche che stanno generando. Vuol essere un rispecchiamento ironico della civiltà ipertecnologica, babelica e globalizzata degli anni Duemila».

Per ulteriori informazioni: www.fondazioneilfiore.it