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sabato 20 aprile 2024

La poesia di Franca Bacchiega: incontro alla Biblioteca Umanistica di Firenze

09-11-2017

Un volume che racchiude in settecento pagine diverse raccolte poetiche pubblicate nel corso di quarant'anni da Franca Bacchiega: «originale scrittrice […] poco italiana nella formazione», come scrive nelle “Note di lettura” introduttive Ernestina Pellegrini, che definisce la sua poesia «sapienziale».

E’ il libro ‘Poesie – come semi dentro il vento’ di Franca Bacchiega, pubblicato dalla Casa editrice Rocco Carabba nel 2015, di cui parleranno giovedì 9 novembre alle 17,30 presso la sala Comparetti della Biblioteca umanistica dell’Università di Firenze (piazza Brunelleschi 3-4), oltre alla scrittrice stessa, Emerico Giachery e Carmelo Mezzasalma, subito dopo il saluto di Floriana Tagliabue, direttore della Biblioteca. A moderare l’incontro, a ingresso libero, sarà Maria Giuseppina Caramella, presidente della Fondazione il Fiore, che organizza l’evento.

Il libro è arricchito da una scelta antologica di scritti critici sull’opera poetica di Bacchiega di Mario Luzi, Maria Luisa Spaziani, Roberto Carifi, Giancarlo Quiriconi e altri, che illuminano alcuni aspetti della sua scrittura in versi. Ad esempio, come scrisse Luzi nella prefazione de’ ‘Nella musica delle fontane’, la capacità di «ripristinare nella nostra mente», «sia pure senza alcuna solennità di movenze e con molta naturalezza», «il senso orfico della poesia come nominazione primaria e conoscenza del mondo»; e di farlo «con levità e garbo ma anche con intenso incessante e quasi implacabile fuoco». Oppure, sempre secondo Luzi, la «leggiadria e forza, esatte e fantasiose» che «presiedono ai movimenti ritmici di quella danza d’intuizioni e pensieri che è il modo tutto diverso che Franca Bacchiega ha di congiungere il concreto, il molto pressante dell’esperienza […] con la meravigliosa e tremenda favola in atto del creato e della creatura».

Come afferma Quiriconi, «l’immaginario di Franca Bacchiega […] sempre pronto a registrare il sentore del numinoso anche nella più piccola piega della vita del mondo e dell’esistenza umana. E lo fa con il conforto quotidiano dell’esperienza personale, con le infinite occasioni dello sguardo, della percezione e dell’acquisto di conoscenza che si dispiegano alla soggettività dell’io poetico. Ogni momento, in tal modo, può fornire la chiave per cogliere il mistero […] i paesaggi consueti, il vissuto immediato, il contatto con l’arte e la parola altrui, l’incontro con realtà remote e come perse all’orizzonte della storia […], i dati, spesso minacciosi, della storia in atto».

Per ulteriori informazioni, Fondazione il Fiore. Tel.: 055-225074