Metaevento organizzato dal Quartiere 1 del Comune di Firenze, dall’Associazione culturale Sophia e Creatività e dalla compagnia teatrale Futura Teatro diretta da Vincenzo De Caro per riportare alla memoria un importante personaggio del secolo scorso, una donna commediografa la cui fama è stata incomprensibilmente dimenticata dopo la sua morte. Appuntamento martedì 5 dicembre 2017 alle ore 19.00 presso la Sala Ketty La Rocca de Le Murate. Progetti Arte Contemporanea.
Seguendo una formula a cavallo tra la mise-en-scène e il talk-show, il conduttore cercherà di guidare il pubblico facendo luce intorno al mistero della sparizione dalle scene e dalla letteratura teatrali della commediografa napoletana Paola Riccora (al secolo Emilia Vaglio). La vita e i trascorsi artistici dell’autrice saranno analizzati e ripercorsi attraverso contributi video, reperti fotografici, documenti, manoscritti, lettere originali e la biografia ufficiale scritta da Mariagiovanna Grifi dal titolo “Chiamatemi Paola Riccora”. Oltre agli interventi di studiosi, registi e critici del settore, che daranno vita a un dibattito in sala, maggiore suggestione sarà fornita dalle incursioni dei personaggi teatrali delle commedie della Riccora che travalicheranno la soglia di meta-mondo parallelo in cui sono rimasti confinati per oltre mezzo secolo, per tornare in sala a rivivere tra il pubblico. In conclusione dell’evento ci sarà un brindisi offerto da Cesari Fines Wines of Verona.
Nelle inusuali vesti di conduttore per una serata, lo scrittore Nazareno Anniballo. Presenti: l'autrice del libro Mariagiovanna Grifi, insegnante e dottore di ricerca in Storia dello Spettacolo; Teresa Megale, docente di Discipline dello Spettacolo e delegata del Rettore alle attività artistiche e spettacolari dell'Università di Firenze; Chiara Guarducci, poeta, drammaturga e regista teatrale; e Vincenzo De Caro, attore e regista, con i tecnici e gli attori della compagnia Futura Teatro, in particolare Lorenzo Castagnoli, Anna Collazzo, Patrizia Ficini, Eleonora Cappelletti, Claudio Spaggiari, Fabrizio Pinzauti, Luigi Fiorentino, Michele Cimmino. Contributi digitali a cura di Fabio Negro.
Note sul libro
Omaggio a Emilia Vaglio. A quarant’anni dalla morte, avvenuta il 26 febbraio 1976, Mariagiovanna Grifi, sua diretta discendente, le dedica il libro “Chiamatemi Paola Riccora” (edizioni ilmondodisuk) che nel sottotitolo ne sintetizza la storia: “Come una signora dell’alta borghesia napoletana diventò commediografa di successo”.
In poco più di 120 pagine, scritte con il cuore ma anche con la precisione della studiosa, l’autrice racconta lo straordinario percorso di una donna che agli inizi del Novecento, nonostante sia sposata al noto avvocato Caro Capriolo, sostenitore del diritto d’autore e fondatore della Siae a Napoli, e abbia avuto da lui due figli, Renata e Gino, di cui è madre affettuosa, debutta sul palcoscenico del Teatro Nuovo esattamente un secolo fa, il 21 febbraio 1916, con “Nu mese ‘o ffrisco”, portata in scena dalla compagnia del Cavalier Pasquale Molinari. Una riduzione napoletanizzata di “Vingt jours à l’ombre” di Hennequin e Veber che firma con lo pseudonimo maschile Paolo Riccora, visto il contenuto scandaloso della pochade. Per rivelare poi, nel tempo, attraverso una serie di episodi e aneddoti, la sua identità femminile, facendosi riconoscere come Paola.
È talmente famosa nel 1932, apprezzata dal pubblico nazionale, che un giovane alto e magro, Eduardo De Filippo, con i fratelli Titina e Peppino, bussa alla sua porta di via Carlo Poerio chiedendole di scrivere un testo per loro. Anche Raffaele Viviani si rivolgerà a lei per allargare i confini della propria notorietà. E le sue commedie verranno interpretate dalle più rinomate compagnie dell’epoca in cui figurano attori del calibro di Carlo Pretolani, Dina Galli, Ettore Petrolini e Paola Borboni.
Intellettuale appassionata e femminista inconsapevole, stimata da Luigi Pirandello e da Matilde Serao, omaggiata dalla penna di critici quali Renato Simoni, Vittorio Paliotti e Antonio Ravel, dopo la sua morte Paola Riccora viene completamente, incomprensibilmente dimenticata.
Il libro mira a riportare alla luce la vita e l’arte di una donna scrittrice del secolo scorso, non solo per renderle onore, ma per contribuire a restituirle il posto che merita nella storia del teatro italiano.
“Chiamatemi Paola Riccora” è stato presentato alla Società Napoletana di Storia Patria presso il Maschio Angioino di Napoli con il patrocinio dell’Associazione Nazionale dei Critici di Teatro. Con l’autrice Mariagiovanna Grifi e l’editrice Donatella Gallone, hanno partecipato all'incontro anche Renata De Lorenzo, presidente della Società Napoletana di Storia Patria, Giulio Baffi, presidente dell’Associazione Nazionale dei Critici di Teatro, e il drammaturgo Manlio Santanelli. Il libro andrà alla BookExpo America di Chicago, dall’11 al 13 maggio, insieme ad altri cinque titoli de Ilmondodisuk.
L’autrice
Mariagiovanna Grifi è dottore di ricerca in storia dello spettacolo, giornalista e critico teatrale. Napoletana, classe 1980, discendente diretta di Emilia Vaglio, vive a Firenze dove insegna, organizza e conduce laboratori di scrittura creativa e collabora con diversi quotidiani e riviste online. I suoi interessi spaziano dalla drammaturgia contemporanea alla Commedia dell’Arte, dalla scrittura come terapia allo studio delle più aggiornate e innovative strategie didattiche.
Per informazioni: Futura Teatro futurateatro@gmail.com