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mercoledì 25 dicembre 2024

Scrittori raccontano Scrittori: Mauro Covacich racconta Italo Svevo al Gabinetto Vieusseux

20-01-2018

Il Gabinetto Vieusseux prosegue il suo cammino verso i 200 anni con la seconda edizione di Scrittori raccontano scrittori, un programma di rilettura dei classici del Novecento a cura di Alba Donati e Gloria Manghetti. Il progetto ha il Patrocinio del Comune di Firenze e del Centro per il Libro e la Lettura del Mibact, ed è stato sostenuto e condiviso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze.

Scrittori raccontano Scrittori rientra nel percorso di avvicinamento ai 200 anni nel Gabinetto Vieusseux. Iniziato nel 2017, e quest'anno alla sua seconda edizione, il ciclo prevede che ogni anno dieci scrittori/scrittrici siano invitati a scegliere un Autore del novecento da raccontare ai ragazzi non prima, però, di aver consultato i preziosi documenti conservati nell’Archivio Contemporaneo del Vieusseux alla ricerca di  qualcosa di nuovo.  Gli scrittori e le scrittrici hanno scelto un autore compagnoa, maestroa, di cui raccontare la storia, la figura intellettuale, il percorso, la vita, i libri partendo dalla consultazione delle carte conservate in sede.

“Abbiamo chiesto agli scrittori di oggi  - dice la presidente Alba Donati  - una rilettura degli scrittori di ieri fatta a partire da qualcosa di nuovo trovato nei loro appunti, negli scarabocchi, in una variante scritta a margine, in un disegno sul quaderno di appunti. Un gesto importante che offre la possibilità  ai più giovani di venire a conoscenza di quel deposito di ricchezze che è un fondo archivistico.”

L’archivio Bonsanti ha più di 150 fondi, “un suggestivo percorso – dice la direttrice Gloria Manghetti – tra autografi, dipinti, libri, oggetti, fotografie, e cimeli vari che ben si prestano a un viaggio della o nella memoria.”. L’obiettivo è portare gli studenti del liceo ad ascoltare 10 lezioni eccellenti, fatte dai migliori scrittori di oggi su 10 scrittori di ieri. Sensibilizzare quindi le giovani generazioni a conoscere da vicino e da dentro la letteratura, e recuperare l'amore per la cultura umanistica.

Si parte il 20 gennaio 2018 con Mauro Covacich su Italo Svevo. Con un approccio marcatamente autobiografico, Covacich riserverà un’attenzione particolare alla questione linguistica, per i riflessi che ha tanto sulla propria identità personale di scrittore quanto sull’identità eccentrica e anomala di Trieste. La coscienza di Zeno è stata un corpo estraneo nella letteratura italiana e la diversità di Svevo non è solo linguistica ma anche culturale: la sua posizione è infatti quella dell'intellettuale di frontiera. Una lettura dunque molto emotiva, che da Joyce a Saba e Quarantotti Gambini aprirà anche qualche squarcio sulla vita privata di Ettore Schmitz.

I prossimi incontri: Antonio Moresco su Federigo Tozzi (3/02), Federica Manzon su Umberto Saba (17/02), Giorgio Vasta su Giuseppe Fenoglio (24/02), Maria Pia Veladiano su Eugenio Montale (3/03),  Michele Mari su Carlo Emilio Gadda (10/03), Alessandro Zaccuri su Carlo Betocchi (17/03), Francesca Manfredi su Dino Buzzati (24/03), Valeria Parrella su Anna Maria Ortese (07/04), Alessandra Sarchi su Paolo Volponi (14/04).
 
Mauro Covacich è nato a Trieste nel 1965 e vive a Roma. Scrittore e giornalista, inizia a pubblicare esordendo con il romanzo-inchiesta Storia di pazzi e di normali (Theoria 1993, Laterza 2007). Ha poi pubblicato diversi libri di narrativa, tra cui: Anomalie (Mondadori 1998, Bompiani 2015), L'amore contro (Mondadori 2001 e Einaudi 2009), A perdifiato (Mondadori 2003, Einaudi 2005), Fiona (Einaudi 2005 e 2011), Trieste sottosopra (Laterza 2006), Prima di sparire (Einaudi 2008 e 2010), A nome tuo (Einaudi 2011) e L'esperimento (Einaudi 2013), La sposa (Bompiani 2014). Intensa è la sua attività di collaboratore con testate prestigiose come Il Corriere della Sera, Vanity Fair, L’Espresso e altre. Ha inoltre lavorato per la Rai in alcuni radio-documentari e con il radiodramma Safari.

Italo Svevo
(pseudonimo di Ettore Schmitz - Trieste 1861 - Motta di Livenza 1928). È ritenuto uno dei principali esponenti della cultura mitteleuropea. Nei suoi tre romanzi Una vita (1892, ma con data 1893), Senilità (1898), e La coscienza di Zeno (1923), sono espressi i tratti salienti della sua opera, derivati in modo stringente dalle proprie esperienze personali e dalla temperie culturale in cui egli visse, quali la vocazione autobiografica; l'uso di modi espressivi riconducibili al suo plurilinguismo (al dialetto triestino, al tedesco); la presenza di tematiche e procedimenti, come il monologo interiore, che l'apparentano alla corrente del romanzo d'analisi europeo. Nella trilogia dei suoi romanzi Italo Svevo ha espresso il fallimento dei grandi ideali dell'Ottocento, con un linguaggio ironico e amaro, scavando nella coscienza e rivelando miserie e debolezze della natura umana, osservata però con amorevole e rassegnata tristezza.

I progetti sono stati pensati per le scuole medie superiori. Ogni incontro sarà seguito da un massimo di due classi.
Gli incontri saranno comunque aperti al pubblico fino a esaurimento posti.

Info: www.vieusseux.it