Città di Firenze
Home > Webzine > Giorno della Memoria: ''Riflessioni sull’Olocausto nella poesia di Dora Gabe''
martedì 03 dicembre 2024

Giorno della Memoria: ''Riflessioni sull’Olocausto nella poesia di Dora Gabe''

25-01-2018
Il contributo di una figura fondamentale della letteratura bulgara, ma quasi sconosciuta in Italia, sul tema della memoria attraverso alcune sue poesie dedicate all’Olocausto e più in generale alle proprie radici ebraiche.

La Fondazione il Fiore e la Biblioteca Umanistica dell’Università di Firenze partecipano alle iniziative regionali per il Giorno della Memoria con una conferenza di Virginia Ghelarducci, giovane filosofa livornese dottoranda alla University of London e apprezzata traduttrice dal bulgaro, sulla poetessa e autrice per bambini Dora Gabe, nata in Bulgaria ad Harmanlăk (oggi Dăbovik) nel 1886 da una famiglia di ebrei russi (immigrati dalla zona al confine tra Russia e Polonia) e deceduta a Sofia nel 1983: intellettuale che fu molto apprezzata anche come mediatrice fra cultura bulgara e polacca, in quanto fondatrice della “Società Bulgaro-Polacca”, traduttrice letteraria dal polacco e, nell’immediato Dopoguerra, responsabile culturale dell’ambasciata del suo Paese a Varsavia.

La conferenza, intitolata “Riflessioni sull’Olocausto nella poesia di Dora Gabe”, si terrà giovedì 25 gennaio alle 16,30 nella sede della Biblioteca Umanistica (piazza Brunelleschi 3-4, ingresso libero) e verrà introdotta da un saluto della sua direttrice Floriana Tagliabue. Per la Comunità Ebraica di Firenze sarà presente Hulda Brawer Liberanome. Maria Giuseppina Caramella, presidente della Fondazione il Fiore, modererà l’incontro.

Al centro della conferenza di Virginia Ghelarducci, tre poesie da lei stessa tradotte dal bulgaro che ben sintetizzano gli elementi che confluiscono nella poesia di Dora Gabe sul tema della memoria: il suo modo di vivere le propria appartenenza ebraica (“Donna di un’altra fede”), l’insurrezione del ghetto di Varsavia (“Il ghetto”), la resistenza bulgara (“La stirpe di David”).

«Nonostante Dora Gabe non abbia mai esperito direttamente la tragedia dei campi di sterminio – spiega Virginia Ghelarducci - la sua sensibilità e i suoi contatti con la Polonia, anche dopo la Seconda Guerra Mondiale, l’hanno portata a scrivere e a testimoniare, con straordinaria forza, ciò che non aveva vissuto. L’attenzione dell’autrice non è rivolta solo alle vittime della follia nazi-fascista, ma anche alla resistenza bulgara e al suo personale rapporto con l’ebraismo. Attraverso la sua voce, ripercorreremo alcune delle vicende che hanno segnato il XX secolo e la storia della sua amata Bulgaria, osservando come il piccolo paese balcanico è riuscito ad impedire le deportazioni di massa degli ebrei, nonostante l’alleanza del proprio governo con le potenze dell’Asse».

Per ulteriori informazioni: www.fondazioneilfiore.it