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Qualunque mossa si faccia, Mondino è in grado di spiazzarci, come avviene lungo il suo quarantennale percorso artistico. È un gioco complesso il suo, dove le convenzioni dell'arte sono messe continuamente in crisi […]". Con queste parole il
critico d'arte Alberto Fiz, curatore della mostra in programma a
Firenze, si esprime sul celebre artista e personaggio anticonvenzionale che, con la sua esperienza estetica a 360 gradi, ha rispecchiato al meglio il contemporaneo.
Sabato 24 Febbraio (fino al 14 Aprile) la
galleria Santo Ficara (Via Arnolfo, 6 L), che ha seguito per molti anni il lavoro di
Aldo Mondino, e lo
spazio d'arte Il Ponte (via di Mezzo 42/B), che negli anni ha raccolto un importante nucleo di opere realizzate fra il 1963 e il 1964, ospitano una doppia esposizione personale dedicata al pittore in collaborazione con l'
Archivio Aldo Mondino.
Nel suo
Omaggio la galleria Santo Ficara presenta opere scelte dalla sua collezione e che abbracciano un vasto lasso di tempo, da
Ottobre russo del 1965/66 fino ad
Applausi del 2004, toccando le tematiche che maggiormente hanno affascinato la pittura dell'artista:
Das Meer (1980),
Eiffel Safariana (1989),
Turcatina (2001),
Pittore d'insegne (2001),
Tauromachia (2003),
Mosaico (2003),
Danza Sufi (2004).
La galleria Il Ponte presenta invece solo opere realizzate fra il 1963 e il 1964/5.
Quadrettature,
Monocromi,
Casorati,
Onde, che rappresentano, attraverso il suo laterale avvicinamento alla Pop, la prima grande rivelazione dell'artista, che nel 1964 espone proprio con queste opere alla
Galleria Gian Enzo Sperone di Torino e alla G
alleria La Salita di Gian Tomaso Liverani.
L'esposizione è divisa in due luoghi e in due momenti diversi per rappresentare le due fasi della ricerca artistica dell'autore piemontese.
Aldo Mondino nasce a Torino nel 1938; ben presto si trasferisce a Parigi, città in cui tornerà più volte, dove segue i corsi nella scuola di incisione di William Hayter e ha contatti con i più importanti artisti dell'epoca. Nel 1960 riesce a esporre per la prima volta, alla Galerie Bellechasse, quadri di evidente influenza surrealista. Nel 1961 rientra in Italia e l’incontro con Gian Enzo Sperone, direttore della Galleria Il Punto, si rivela un momento molto importante per la sua carriera. Elabora, attraverso il suo lavoro, l’idea che il pubblico non sia più spettatore passivo, ma partecipe attivo dell’opera e questo definisce una nuova linea guida nella sua professione. Inizia a mostrare le sue opere in eventi pubblici e continua a produrre seguendo sempre suggestioni nuove e diverse, dal mondo orientale a quello della danza, dal pop al dadaismo fino all'utilizzo di cioccolatini per la realizzazione di una scultura.
Muore nel 2005 lasciando un patrimonio di opere che ancora oggi viene esibito in spazi pubblici e privati.
Per ulteriori informazioni:
www.santoficara.it -
www.galleriailponte.com RC