Esordisce in prima nazionale al
Teatro di Rifredi "Il principio di Archimede", portato in scena dal 15 al 25 febbraio dal Centro di Produzione
Pupi e Fresedde e diretto da
Angelo Savelli, che ne ha tradotto il testo originale. Autore dell'opera è il catalano
Josep Maria Mirò, uno dei maggiori drammaturghi spagnoli contemporanei, tradotto in quindici lingue e rappresentato con successo in altrettanti paesi.
Nella vicenda, che si svolge interamente nello spogliatoio di una piscina, un bacio dato dall'istruttore di nuoto a un bambino spaventato dall'acqua turba i genitori e porta in breve tempo a una escalation di
sospetto e pregiudizi che stringeranno in una morsa Jordi, il giovane insegnante. Due sono le particolarità di questo testo: poichè la verità è ambigua e sfuggente, lo spettacolo non fornisce alcuna spiegazione sulle reali intenzioni del gesto incriminato. In secondo luogo, la storia che viene portata sul palco non segue un ordine cronologico ma fa avanti e indietro, rappresentando di volta in volta il punto di vista dei quattro diversi protagonisti.
Solo in apparenza il tema prevalente è quello della pedofilia; in realtà lo spettacolo intende invitare alla riflessione riguardo il nostro modo di vivere le relazioni sociali. Nelle parole di Savelli, si assiste oggi a una
"perdita dell'innocenza", vale a dire un clima di paura e diffidenza. Il nostro bisogno di controllo viene amplificato dall'utilizzo dei
social network, con i quali condanniamo senza pietà e diventiamo giudici gli uni degli altri attraverso processi sommari.
"C'è bisogno di questo tipo di
teatro civile, che riguarda tutti noi", afferma il regista. Da sempre impegnata nella ricerca e nella produzione di soggetti originali e di artisti spesso sconosciuti in Italia, anche stavolta la compagnia di Rifredi punta su un testo di straordinaria attualità, che invita a interrogarsi sul presente, a spingere lo spettatore a farsi delle domande e prendere una posizione.
Info:
www.toscanateatro.it SR