Sabato 24 febbraio 2018, alle ore 18.00, in occasione del
finissage della mostra "Eliseo Mattiacci. Misurazioni" al
Museo Novecento di Firenze è in programma la
conferenza di Pier Giovanni Castagnoli e Bruno Corà, alla presenza dell’artista. Interverrà Sergio Risaliti, Direttore artistico del Museo Novecento.
Guest è il nuovo ciclo di conferenze organizzate dal Museo Novecento, che si apre alla città e non solo ospitando nelle sue sale i protagonisti dell’arte e della cultura contemporanea per approfondire le maggiori tematiche dell’arte. Di volta in volta l’ospite potrà essere un artista, un’opera, un autore, un collezionista, un gallerista, un giornalista.
La conferenza sarà l’occasione per ripercorrere più di cinquant’anni di lavoro di Eliseo Mattiacci, dalle prime opere legate all’ambiente dell’Arte Povera alle mostre nelle gallerie La Tartaruga e L’Attico di Roma, dalle esperienze internazionali fino ai lavori più recenti. Sin dagli anni ’60, la produzione artistica di Mattiacci è stata scandita da una continua sperimentazione, fatta di azioni e performance, ricerca sui materiali, sculture, installazioni ambientali di vasta scala, e disegni che costituiscono da sempre il clima attorno ad ogni lavoro. Temi ricorrenti del suo immaginario e delle sue opere sono il confronto con lo spazio naturale e architettonico, la relazione con le forze gravitazionali e magnetiche, la fascinazione per la cosmologia ma anche l’indagine sulla gestualità e il dialogo tra corpo personale e sociale. Pier Giovanni Castagnoli e Bruno Corà ripercorreranno alcune tappe del percorso dell’artista, sottolineando le esperienze più importanti. Concluderà l’incontro Lorenzo Bruni, curatore della mostra Eliseo Mattiacci. Misurazioni, presentando la pubblicazione nata con l’esposizione.
La conferenza sarà anticipata da una visita alla mostra presso la Galleria Poggiali e sarà accompagnata dalla proiezione di immagini e video che documentano l’attività dell’artista dagli anni ‘60 ad oggi.Eliseo Mattiacci (Cagli, 1940) vive e lavora a Pesaro. Trasferitosi a Roma nel ’64, è stato partecipe del rinnovamento dell’arte contemporanea italiana della seconda metà degli anni Sessanta. Nel 1967 Mattiacci esordisce con la prima mostra personale alla galleria La Tartaruga, presentando un tubo flessibile di 150 metri in ferro nichelato verniciato giallo “Agip” che modifica lo spazio e invita il pubblico a modificarlo. In quegli anni forte era la necessità di spazi non convenzionali per l’arte contemporanea, che permettessero maggiore libertà di azione. La galleria romana L’Attico-garage di Fabio Sargentini segna un punto di svolta: Mattiacci nell’azione del ‘69 ci entra dentro con un compressore che schiaccia un percorso di terra pozzolana. In occasione della Biennale di Parigi del ’67, Pino Pascali presenta a Mattiacci il gallerista e mercante d’arte Alexandre Jolas; nasce così la possibilità di esporre il proprio lavoro al di fuori dei confini nazionali, a Parigi e New York. Nel 1972 la Biennale Internazionale d’Arte di Venezia dedica una sala al lavoro dell’artista.
Negli anni Ottanta la ricerca di Mattiacci si concentra sull’uso dei metalli – da lui definiti materiali «vivi» – per opere di grandi dimensioni di ispirazione cosmico-astronomica: sono di questi anni i lavori “Alta tensione astronomica” del 1984, installata al Kunstforum di Monaco, ed il “Carro solare del Montefeltro”. Quest’ultimo, assieme ad altre opere, è allestito nella sua sala personale alla Biennale di Venezia nel 1988. L’artista cerca costantemente un dialogo con lo spazio – sia esso un paesaggio naturale (come una cava), che un ambiente progettato dall’uomo (come un sito archeologico) – e per questo molti lavori nascono site-specific. Il lavoro di Mattiacci si concentra inoltre su energie fisiche visibili e invisibili – come la forza di gravità o l’attrazione magnetica di grandi calamite – alimentato da una costante tensione ideale a togliere peso alla materia pesante in sé. Una mostra fortemente legata a questa ricerca è quella allestita all’interno dei Mercati di Traiano a Roma nel 2001. Tra i premi ricevuti, il primo premio alla Biennale Fujisankei Hokone Open Air Museum, a Tokyo nel 1995, ed il premio per la scultura Antonio Feltrinelli dell’Accademia dei Lincei, a Roma nel 2008. Nel 2016 il MART Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto dedica un’importante mostra retrospettiva all’artista.
Per ulteriori informazioni:
www.museonovecento.it