Lunedì 12 Marzo, alle ore 17.30, la libreria IBS+Libraccio Firenze (Via de' Cerretani, 16r) ospita la presentazione del libro "Donne in guerra scrivono. Generazioni a confronto tra persecuzioni razziali e Resistenza 1943-1944"
Intervengono: Marta Baiardi (Istituto storico toscano della Resistenza e dell’Età contemporanea); Francesca Cavarocchi (Università di Udine); Elena Mazzini (Università di Firenze).
Il fortunato recupero, in Israele, di un dattiloscritto di Elisa Rosselli (1873-1971) aggiunge un tassello importante all’autobiografia di questa scrittrice fiorentina, cugina di Amelia Pincherle Rosselli, che racconta le vicende sue e quelle della famiglia durante la seconda guerra mondiale.
Il testo ritrovato ripercorre l’intera esperienza di questa famiglia di solide tradizioni antifasciste sotto le persecuzioni antiebraiche: a partire dall’impatto delle leggi razziali del 1938 con il loro carico di vessazioni, dolorosi espatri e sradicamenti, fino agli ancor più tragici accadimenti successivi all’armistizio dell’8 settembre 1943 quando, sotto l’occupazione tedesca e la Rsi, i Benaim-Rosselli dovettero nascondersi e vivere in clandestinità cercando di sfuggire alla caccia all’ebreo che si era scatenata, a Firenze, con modalità ferocemente efficaci. A posteriori l’autrice, scampata fortunosamente allo sterminio insieme con quasi tutta la sua numerosa famiglia, narra qui le sue vicissitudini sforzandosi costantemente di ricomporle e comprenderle per restituire un ordine armonico a un mondo sconvolto, con intenti e interpretazioni di sicuro interesse per chi voglia capire mentalità e motivazioni operanti nella ricostruzione italiana.
A queste memorie della nonna Elisa Rosselli, vanno aggiunti altri due testi “familiari” femminili: il primo è il diario di Camilla Benaim (1904-1996), figlia di Elisa, incentrato prevalentemente sugli avvenimenti fiorentini della terribile estate del 1944, la Firenze «nel solco dell’emergenza» rievocato da Montale, tra bombardamenti, attentati, deportazioni, affrancati tuttavia da un vivissimo e fiducioso impegno antifascista e resistenziale.
Completa il trittico il testo di Valentina Supino (figlia di Camilla e nipote di Elisa), che realizza nelle sue memorie un intenso scavo introspettivo -esercizio consueto anche per la sua professione di psicoanalista- con lo scopo ben determinato di recuperare con nitidezza il proprio sguardo infantile. Della guerra e dell’occupazione, dei pericoli e degli eroismi familiari (che non mancarono), la bambina Valentina tutto vedeva, registrava e interpretava; e oggi la scrittrice Valentina ci restituisce proprio quei vissuti, i ricordi certo, ma anche i volti e le sensazioni di quegli undici mesi. Soprattutto emerge pienamente, rispetto al mondo degli adulti, l’autonomia di un mondo infantile pienamente recuperato non scevro da una vena nostalgica.
Nella sua prefazione Dacia Maraini coglie lo spirito vitale della scrittura di queste tre donne, attraverso cui anche nei suoi momenti più drammatici «la Storia riesce a diventare un affresco pieno di colori e l’emozionante racconto di una città, del suo popolo, delle sue paure, della estenuante attesa della fine di una guerra spaventosa».
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