Sabato 3 Marzo, alle ore 18.30, Marco Lachi presenta il libro "Uova e asparagi" di Marcello Galvani, edito da Skinnerbox, alla fsmgallery in via San Zanobi, 19r.
Camminare per Massalombarda in una pigra domenica pomeriggio porta a fare qualche riflessione solitudine. Strade luminose, perpendicolari, tigli su entrambi i lati, cancelli chiusi, recinzioni, piccoli giardini (né curati né lasciati andare), persone in quei giardini, dormono, parlano piano, sembra che non si muovano. Nessuno tranne te, e forse qualcuno attraversa la strada, la sua tunica svolazzante, azzurra come il cielo, campi aperti in lontananza, una vetrina fuori moda, una saracinesca abbassata poco distante, una bici cigola, un cane abbaia. Sembra che niente di significativo possa succedere qui, che tutto sarà sempre esattamente come è in questo momento. Vivere giorno dopo giorno in un posto del genere può ispirare la noia del cane alla catena, il suo infinito giro sul solco, e il piacere del gatto, che descrive cerchi per il vicinato familiare, sonnecchiante.
C’è uno stagno, a Massalombarda, che sembra più una grande pozzanghera. Sarebbe facile prenderlo come simbolo della città, per poi ripescare qualche melmoso significato esistenziale. Sarebbe meno semplice spiegare cosa valga la pena guardare, in uno stagno o in uno scavo. Il fatto è che si possono fare belle fotografie quasi dappertutto: immagini nelle quali i colori, le forme, le luci, tutti gli elementi si fondono felicemente, come un’invitante padella di uova e asparagi. Chi direbbe, di fronte a quel piatto, che le uova sono più importanti degli asparagi, che sono loro il soggetto della ricetta? Discuterne sarebbe strano, se non stupido. La parte più affascinante della fotografia è vedere come il mondo è trasformato dalla camera, e il piacere è ancora più intenso quando si fotografa qualcosa di familiare, qualcosa che è appena dietro l’angolo.
Se non avete mai fatto un giro per Massalombarda e un giorno, per caso, vi trovaste là dopo aver sfogliato questo libro, probabilmente ne rimarrete delusi. Massalombarda non è così – come Memphis non è come nei libri di William Eggleston. Le cose sono ancora più complicate, dal momento che Massalombarda, in queste fotografie, sembra mostrare una strana, misteriosa somiglianza di famiglia con altri luoghi così come appaiono in immagini che appartengono a una certa tradizione fotografica. Infine, questo ha meno a che fare con la città che con gli occhi e la mente del fotografo. Non è un documento, almeno non prima di tutto: è più un diario, una scatola di ricordi, dove significati importanti «non sono pubblici e generali, ma privati ed esoterici».
Fonte: www.studiomarangoni.it