Sabato 24 marzo 2018, alle ore 17.30, al
Caffè Letterario Le Murate di Firenze è in programma un
incontro con Filippo Strumia, presenta e
coordina l'iniziativa il poeta e scrittore Marco Incardona.
Un incontro con il
poeta Filippo Strumia che dall'emergere della sua prima raccolta "Pozzanghere" nel 2011 con l'Einaudi, ha velocemente acquisito un ruolo importante nel panorama poetico odierno; ruolo confermato e potenziato dalla seconda raccolta "Marciapiede con vista" edito sempre dall'Einaudi nel 2016.
Alla domanda di Luigia Sorrentino "Perché hai tenuto nascosto per così lungo tempo il tuo rapporto con la poesia?", il poeta, con acume ebbe modo di rispondere:
"Siamo tanti personaggi, stati d’animo, visioni del mondo, spesso inconciliabili e reciprocamente scandalosi. Siamo individui e moltitudini. "In ogni angolo della mia anima c’è un altare a un dio differente" diceva Pessoa. La psicoanalisi mi ha aiutato a dare voce, dignità, possibilità espressiva ai diversi aspetti di me stesso. Comprese le corde mute, quelle che non hanno mai risuonato e attendono l’occasione per esprimersi. Il lavoro mi ha permesso di diventare una specie di politeista. Rumi, il poeta persiano, nell’introduzione alla sua opera racconta di una canna strappata. Il vento, soffiando nella canna, suscita una vibrazione che vola in cerca di un cuore. Ha bisogno, cioè, di una cassa armonica che la tramuti in musica, emozione: la nostalgia del canneto. La poesia, credo, agisce fra l'indicibile e il suono. Siamo zeppi di vibrazioni mute, pensieri non pensati, sentimenti non percepiti che attendono e premono, misconosciuti. Abbiamo gli occhi stipati di usignoli, che premono, sbattono contro le pareti, quasi a farle esplodere. La psicoanalisi e la poesia aiutano a percepire le nostre corde, anche le più recondite. Ma questo laboratorio emotivo, o forse alchemico, richiede anche la privatezza e il silenzio."
Come il grande poeta svedese Tomas Trastromer, anche Strumia sembra tradurre il fulcro oscuro della vita, quello non illuminato dalla sfera razionale e strumentale del linguaggio e delle strutture sociali. Una fonte che spinge ai limiti l'umano sentire, forse e soprattutto per scorgere i limiti dell'umano rispetto alla trascendenza che è nella natura delle cose...
Per ulteriori informazioni:
www.lemurate.it