Martedì 20 marzo 2018, in collaborazione con le
Murate - Progetti Arte Contemporanea (Sala Ketty La Rocca), vedrà il
clarinettista Davide Bandieri con I Solisti di Contempoartensemble (Duccio Ceccanti violino, Vittorio Ceccanti violoncello e Matteo Fossi pianoforte) in un programma che affianca due giganti della musica del Novecento (Igor Stravinski, con la Suite da l’ Histoire du Soldat, e Paul Hindemith con il Quartetto per clarinetto, violino, violoncello e pianoforte) a due compositori contemporanei: Nicola Sani con A time for the evening
"una meditazione sul tempo, una fotografia in movimento che fissa gli istanti in cui il colore del giorno si muta in quello della sera, silenziosa, discreta, impetuosa, improvvisa…” (Aut.) e una
prima assoluta di Ivan Vandor con il suo Otto brevi pezzi, compositore dal segno intimo e raccolto, capace di una dilatazione temporale-espressiva molto particolare.
Sempre alla Sala Ketty La Rocca, venerdì 6 aprile il clarinettista Anton Dressler eseguirà sue composizioni con elementi d’improvvisazione e live electronics e su temi di Darius Milhaud, Dave Brubeck, Astor Piazzolla. Un viaggio emozionante fra improvvisazione e composizione, un connubio tra creatività e tecnologia, esplorando ed ampliando le possibilità dello strumento, dalla voce sola alle rifrazioni polifoniche, tra grandi spazi sonori e giochi ritmici.
Il concerto di martedì 10 aprile, nella Sala Luca Giordano di Palazzo Medici Riccardi, è dedicato a Verdi: il Quartetto per archi in mi minore, celebre per l’iconoclastica fuga a chiudere il quarto movimento, pezzo legato a filo doppio con quello di Dall’Ongaro, compositore della scuola italiana del secondo novecento: Gilda, mia Gilda, melologo su testo di Vittorio Sermonti, con la voce di Sonia Bergamasco. E’ lo stesso compositore a spiegarci qualcosa di questa operazione: “non si tratta mica di rifare Rigoletto […] gareggiando col Maestro. Credo che nessuno sia così idiota. Si tratta invece di giocarci insieme, di prendere degli oggetti tanto familiari e passarli al setaccio. Portare Verdi nella tua officina. […] Raccontare Verdi smontandolo, fondendolo. Estrarre l’anima di una drammaturgia perfetta per ammirarne le molle, le viti, i bulloni.”
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