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L'influenza del digitale nell'arte dagli inizi ai tempi dei social", è questo il titolo dell'esposizione con la quale l'artista
Riccardo Saldarelli, dopo molti anni, rompe il silenzio sulla computer art. Proprio colui che per primo in Italia, con la mostra "Dai deserti al computer" nel 1982 a Palazzo Strozzi di Firenze, battezzò questa forma artistica.
Saldarelli ripropone alcune testimonianze della sua ricerca sulle applicazioni del digitale nell'arte iniziata a metà degli anni '70, in una occasione speciale dove scienza ed arte sono i protagonisti. L'esposizione si terrà,
giovedì 10 Maggio, dalle ore 10.00 alle ore 18.00, all'Hotel Pierre (via de' Lamberti 5, Firenze), nell'ambito di
EVA Florence 2018, l'evento che punta a fornire agli utenti, in particolare alla comunità di ricerca scientifica, un luogo di incontro per scambiarsi esperienze, idee e progetti.
In questo "special event di EVA 2018" accompagnano Saldarelli due significative esponenti dell'arte digitale attive dagli anni 90 ad oggi:
Jeannette Rütsche - Sperya che affida la sua comunicazione artistica al suggestivo e misterioso linguaggio matematico dei "frattali" e
Giuseppina Maria Celeste che, anche esperta in tecniche pittoriche antiche, si fa interprete della continua evoluzione del fare pittorico utilizzando abilmente il "mezzo digitale" in funzione della "pittura analogica".
Alle ore 16.30 Saldarelli si intratterrà con
Franco Samoggia che nella sua ultima pubblicazione "Il vizio di lavorare - settant'anni di storie e storielle di uomini e aziende" racconta anche di una speciale cartella di tre litografie realizzata nel 1985 dall'artista.
Info:
www.evaflorence.it
LG