La Galleria Eduardo Secci di Firenze inaugura sabato 19 Maggio, alle ore 18.00, due mostre nello spazio espositivo in Piazza Carlo Goldoni 2.
L'immagine e il suo doppio, curata da Domenico de Chirico, con opere di Sara Barker, Andrea Galvani, Sanam Khatibi, David Noonan, Margo Wolowiec.
La questione del doppio ha da sempre suscitato grande interesse in campo filosofco in generale e più specificatamente in quello degli studi estetici. La ricerca di un qualcosa che si cela dietro l’immagine è stata smantellata ancor prima dell’avvento della fenomenologia con la quale si è introdotto un nuovo senso del doppio o meglio ancora un nuovo sentire.
Questa modalità del sentire non era affatto un sentire nuovo bensì il sentire primordiale, forse il più antico, il più vergine, il più ingenuo e il più armonico, ovvero quello della Grecia antica. Ci sono due modi di intendere il doppio nella sua accezione più strettamente dialettica: uno, quello suggerito da Jean-Pierre Vernant nel suo libro “L’immagine e il suo doppio”, intriso di sacralità in cui l’éidõlon (in italiano, “idolo” col valore anche di “simulacro”,
“figura”) rende presente qualcosa che è assente o irraggiungibile, in cui lo svelamento dell’immagine è continuamente un dono; nell’altro, invece, il doppio è ciò che più propriamente fa di un’immagine l’immagine o ciò che fa del teatro il teatro, per dirla come Antonin Artaud. Forse il senso più proprio del doppio è nel cerchio che ruota e mescola questi due significati, in cui la loro dialettica diventa una cosa sola, in cui il doppio diventa la manifestazione stessa dell’immagine che quando riesce a colmare in termini percettivi il vuoto che la circonda raggiunge il suo doppio, trova se stessa elevata alla potenza, se stessa ribadita. Questo cerchio sembra attraversare tutte le opere presenti in mostra, le quali, ognuna portatrice di una lotta interna tra binomi di diversa natura, cercano ardentemente di presentare all’occhio le complesse stratificazioni da cui sono generate.
No old thing under the sun, mostra personale di Sabrina Casadei, a cura di Micol Di Veroli.
L'artista presenta al pubblico una serie di lavori pittorici contraddistinti da una carica astratta e un’organizzazione arbitraria di linee, colori e superfi ci che hanno l’obiettivo specifi co di istituire nuove forme di realtà o irrealtà del paesaggio. Questo poiché, secondo la visione dell’artista, la pittura non è semplicemente un mezzo per simulare pedissequamente ogni aspetto del visibile ma un sistema semi-simbolico dove storia, fi gura e azione coesistono con diversi effetti sulla temporalità e sulla percezione umana.
Sabrina Casadei è infatti interessata agli aspetti del fantastico, inteso come serie di rifl essioni estetiche che sottolineano il complesso meccanismo mediante il quale l’essere umano si relaziona all’indicibile, al mistero, all’enigma nascosto dietro a ogni forma rassicurante e ordinaria.
All’interno della mostra le opere di varie dimensioni sono disposte sulla parete come a ricreare una sorta di quadreria, uno strumento semiotico che accentua la spazialità di ogni paesaggio, organizzato per livelli di profondità progressivi. Ogni possibilità del reale e del simbolico si fondono quindi assieme per generare nuove strutture e meccanismi sino all’estensione della ricerca sulle dimensioni spaziali, qui sconvolte e riorganizzate.
Le opere di Sabrina Casadei riescono a cogliere in pieno lo spirito dei tempi come una manifestazione immediata dell’essere alla coscienza, ad evidenziare il sottile spirito della vita all’interno dei fatti lontani ma anche nei più vicini e ad analizzare lo spazio e le situazioni nonché le questioni che più si avvicinano all’esistenza come valori ed essenze.
Date Mostra
19 Maggio - 30 Giugno _ 2018
Orari di apertura
Lunedì - Sabato
10.00 - 13.30 & 14.30 - 19.00
Info: www.eduardosecci.com