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sabato 20 aprile 2024

''Architetture vocali'': L'Homme Armé in concerto gratuito alla Basilica di San Miniato

26-06-2018

Martedì 26 giugno, alle ore 21.00, L’Homme Armé presenta il concerto ad ingresso libero «Architetture vocali: da Guillaume Dufay a David Lang», nell’ambito delle celebrazioni per i mille anni di San Miniato e in collaborazione col Maggio Musicale Fiorentino, alla Basilica di San Miniato al Monte (via delle Porte Sante, 34). In programma quattro composizioni rinascimentali del grande Dufay con un’intensa opera polifonica contemporanea, The little match girl passion dell’americano David Lang («La passione della piccola fiammiferaia», premiata col Pulitzer nel 2008). Per l’occasione l’Ensemble L’Homme Armé, diretto da Fabio Lombardo, è costituito da Giulia Peri (soprano, brake drum e sonagli), Mya Fracassini (mezzosoprano e crotali), Giovanni Biswas (tenore, glockenspiel), Gabriele Lombardi (basso, grancassa e campane tubolari).

Guillaume Dufay è stato il compositore più influente in Europa verso la metà del XV secolo. Come molti altri musicisti dell’epoca, era solito viaggiare per il continente al seguito di principi e papi. Nelle sue peregrinazioni ha lavorato per le più importanti cappelle musicali, in particolare per la cappella papale a Roma. La sua musica ha avuto una grande diffusione e veniva trascritta, distribuita e suonata ovunque la polifonia avesse messo radici. Tra le generazioni successive, sono pochi i compositori che non hanno assorbito elementi del suo stile. L’ampio grado di distribuzione e conoscenza della sua musica è ancor più impressionante se si considera che egli morì alcuni decenni prima che fosse possibile stampare musica.

L’inno Ave maris stella veniva cantato durante i Vespri della Vergine. La versione di Dufay è in faulxbourdon, una semplice tecnica di contrappunto usata nella polifonia francese e inglese del XV° secolo. Una sorta di stile di armonizzazione del canto. La struttura metrica è strofica in alternatim, vengono qundi alternati “canto fermo” e versi polifonici.

Nella liturgia moderna l’Alma redemptoris viene cantata alla fine del Compieta, dal sabato precedente la prima domenica dell’Avvento, fino al secondo vespro della Purificazione (2 febbraio). Nel medioevo la sua funzione variava considerevolmente, sia come parte dei Memoriali per la Vergine, in quanto parte della serie di antifone per le Sue festività, solitamente L’ Assunzione o la Natività, alla fine della Compieta come nella moderna liturgia, o come parte della processione. In questa ultima veste veniva spesso inclusa in una serie di funzioni istituite dai benefattori di una determinata chiesa, che richiedevano appositamente che “l’Alma”, o il “Salve”, venissero cantate. L’impostazione del Dufay era probabilmente intesa per tali funzioni speciali, che divennero molto frequenti nel XV secolo. Il canto fermo è parafrasato nella parte vocale più alta. Il testo è in esametri; sia questo, che la melodia, sono stati tradizionalmente attribuiti a Hermannus Contractus (1013-1054), sebbene più recentemente gli studiosi ritengano improbabile la sua paternità. Alcune tra le composizioni più elevate del Dufay sono di tipo cerimoniale, scritte specificatamente per sottolineare l’importanza di grandi eventi politici. Come, ad esempio, la consacrazione della cattedrale di Firenze, l’elezione di un papa, la caduta di Costantinopoli, un matrimonio reale. Il mottetto Mirandas parit urbs fu probabilmente composto mentre Dufay si trovava a Firenze, al servizio della cappella papale, durante il Concilio che si tenne a Firenze grazie all’influenza dei Medici. Il testo, probabilmente anch’esso di Dufay, è una lode alla bellezza e alla grazia delle fanciulle fiorentine. Scritto in uno stile elegante, simile a quello del famoso Nuper rosarum flores, che Dufay compose per la cerimonia di consacrazione della cattedrale di Santa Maria del Fiore il 25 marzo del 1436.

Per quanto riguarda il Supremum est mortalibus, l’occasione fu la cerimonia per la firma di un trattato di pace. Nella primavera del 1433, un tormentato Papa Eugenio IV, che vedrà presto l’esilio, e un ambizioso Re Sigismondo di Ungheria, si riconciliarono e appianarono le loro divergenze politiche firmando il trattato di pace a Viterbo. Sei settimane più tardi, Sigismondo fu incoronato Imperatore del Sacro Romano Impero. Questo mottetto, composto da Dufay per celebrare l’evento, loda e ammira la pace. Il pezzo è basato su un tenore isoritmico, nella parte finale cita il testo di un Magnificat, un’antifone per i vespri dei Santi Giovanni e Paolo “Isti sunt duae olivae”. Molti dei passaggi sono in faulxbourdon, e, prima dell’Amen finale, la musica acclama i nomi di Eugenio e Sigismondo con accordi coronati.

Info: www.operadifirenze.it/events/lhomme-arme-fabio-lombardo/