Due bibliotecarie padovane, due romanzi d'esordio, due punti di vista su una generazione. Un incontro, quello tra questi due romanzi, per raccontare le fragilità di una generazione, la costante messa in discussione dei quarantenni, donne e uomini, dei giorni nostri. Giovedì 31 maggio, alle ore 18.30, il Caffè letterario Le Murate ospita le autrici Emanuela Canepa e Claudia Grendene in dialogo con Stefano Miniati per la presentazione dei libri "L'animale femmina" e "Eravamo tutti vivi".
"L'animale femmina" di Emanuela Canepa
Rosita è scappata dal suo malinconico paese, e dal controllo asfittico della madre, per andare a studiare a Padova. Sono passati sette anni e non ha concluso molto. Il lavoro al supermercato che le serve per mantenersi l'ha penalizzata con gli esami e l'unico uomo che frequenta, al ritmo di un incontro al mese, è sposato. Ma lei è abituata a non pretendere nulla. La vigilia di Natale conosce per caso un anziano avvocato, Ludovico Lepore. Austero, elegante, enigmatico, Lepore non nasconde una certa ruvidezza, eppure si interessa a lei. La assume come segretaria part time perché possa avere più soldi e tempo per l'università. In ufficio, però, comincia a tormentarla con discorsi misogini, esercitando su di lei una manipolazione sottile. Rosita la subisce per necessità, o almeno crede. Non sa quanto quel rapporto la stia trasformando. Non sa che è proprio dentro una gabbia che, paradossalmente, si impara a essere liberi.
"Eravamo tutti vivi" di Claudia Grendene
Gli amori e le morti, i figli e le fughe, i divorzi e i tradimenti. Eravamo tutti vivi racconta la vita di sette amici tra il 1993 e il 2013, nei vent'anni in cui in Italia e nel mondo tutto cambia: i movimenti di massa diventano effimeri, la globalizzazione tocca e ferisce, il neoliberismo mostra il suo volto disumano. Sullo sfondo di una città, Padova, che si trasforma attraverso le vicende dei centri sociali, i cambiamenti politici e gli scontri sugli immigrati di via Anelli, le esistenze dei personaggi scorrono, si incrociano, si allontanano. Quando si ritroveranno al funerale di Max saranno costretti a guardarsi indietro, e a domandarsi: "Che cosa abbiamo fatto delle nostre vite? Delle nostre speranze? Dei nostri desideri?" Il ritratto di una generazione quasi invisibile, passata dai sogni di rivoluzione all'incertezza, dagli studi universitari al precariato, dai desideri di libertà alla frustrazione.
Iniziativa a cura dell'Associazione culturale La Nottola di Minerva.
Info: www.lemurate.it