Fino al 6 settembre 2018, il Museo Novecento Firenze in piazza Santa Maria Novella rende omaggio a Emilio Vedova con la prima mostra del ciclo espositivo "Solo", immaginato per offrire di volta in volta un breve ritratto di alcuni grandi maestri del Novecento a partire dal patrimonio delle collezioni civiche fiorentine.
Alternando mostre che attingano dai depositi ad altre organizzate per ospitare personalità non presenti in collezione, il progetto, realizzato in concomitanza con il riallestimento del Museo, risponde alla duplice necessità di costruire nuove narrazioni attorno agli artisti conservati nel museo e di integrare il percorso espositivo colmando le lacune che caratterizzano le collezioni civiche fin dalla loro prima costituzione.
Il primo appuntamento, curato da Luca Pietro Nicoletti, pone attenzione sul significativo nucleo di dipinti giovanili del pittore veneziano presenti nella Collezione Alberto Della Ragione eseguiti nel 1942 e dedicati a un libero esercizio di copia e rilettura dei teleri di Tintoretto per la Scuola Grande di San Rocco a Venezia e sulla stagione tra fine anni Cinquanta e inizio anni Sessanta.
In merito al rapporto con il maestro del Rinascimento, Sergio Risaliti dichiara: «Tintoretto sta a Vedova come Michelangelo a Pollock, una relazione messa in luce dalla mostra Jackson Pollock. La figura della furia organizzata nel 2014 proprio a Firenze, in Palazzo Vecchio».
Snodo centrale della mostra è costituito dal Plurimo 1962/63, n. 7, “Opposti” (1962-1963), opera donata da Emilio Vedova nel 1966 su invito di Carlo Ludovico Ragghianti per il costituendo Museo Internazionale d’Arte Contemporanea, che esemplifica la fase matura dell’artista nei suoi addentellati con la cultura di protesta, fra arte e politica, e con la dimensione scenico-musicale (la collaborazione con Luigi Nono), nonché l’approdo compiuto della sua ricerca informale. Al fine di creare un raccordo fra le varie sezioni, si è presentata la necessità di documentare le principali stagioni dell’attività di Vedova selezionando alcune opere che testimonino la ricerca espressiva nella sua resa qualitativamente più alta ed emblematica. La selezione odierna consente di ripercorrere le tappe salienti del percorso artistico di Vedova: dalla memoria del futurismo riletto in chiave astratta attraverso cupe campiture monocrome ed esatte, fino all’esplosione di gesto e colore sulla superficie della tela, con accanimento sempre più rabbioso e di implicazione esistenziale. La mostra viene completata da un dipinto degli anni Ottanta, un’opera di grande formato che ricorda per potenza e velocità la giovanile ispirazione della sublime decorazione del Tintoretto a Venezia.
Un progetto ideato da Sergio Risaliti a cura di Luca Pietro Nicoletti.
Info: www.museonovecento.it