In occasione della mostra antologica "Gong" di Eliseo Mattiacci al Forte di Belvedere il Museo Novecento Firenze, in piazza Santa Maria Novella, ospita fino al 14 ottobre 2018 "Campo aperto" con alcune opere esemplificative della fase matura dell’artista. Tra i pionieri dell’avanguardia italiana della fine degli anni Sessanta, Mattiacci è artefice della sperimentazione e del rinnovamento in scultura, proponendosi quale ispirato inventore di iconografie cosmologiche e di nuove relazioni spaziali e concettuali tra arte e natura, tra uomo e ambiente.
Il suo è un esercizio pressoché sciamanico, volto ad esplorare il sublime del cosmo, le orbite planetarie, i ritmi e le geometrie che appartengono all’universo infinito, tracciando mappe stellari che adesso, come milioni di anni fa, funzionano in termini simbolici e rituali. “Mi sento attratto dal cielo con le sue stelle e pianeti – racconta l’artista – e, al di là, dalle nostre galassie, è un’immaginazione che va oltre, come a voler sfidare la fantasia stessa, come in un sogno. Mi piacerebbe lanciare una mia scultura in orbita nello spazio. Sarebbe davvero un bel sogno sapere che lassù gira una mia forma spaziale”.
Le opere esposte al Museo Novecento costituiscono un’anteprima della grande antologica organizzata al Forte Belvedere, sancendo una stretta correlazione scientifica e progettuale tra i due spazi.
“Con questa esposizione […], tutta Firenze rafforza la sua immagine di città contemporanea che assieme agli artisti riflette sulla storia civile e sul patrimonio artistico, sui grandi lasciti culturali del passato e sulla società attuale, sulla scienza e la spiritualità, soprattutto su poiesis e techne – spiega Sergio Risaliti, direttore artistico del Museo Novecento e curatore della mostra -. E lo fa offrendo all’ammirazione di cittadini e turisti le opere di uno tra i grandi maestri del nostro tempo, creatore di forme scultoree e tracciati grafici che hanno la forza di coniugare la dimensione del materialismo con quella del sogno metafisico, il mondo ctonio e quello degli infiniti spazi siderali. Una traiettoria, quella di Mattiacci, di coerenza e di libertà esemplari, di generosa resistenza e lirica potenza, una presenza indispensabile alla storia dell’arte a partire dai primi lavori con i quali ha sposato, da artista e poeta, il lavoro della terra e la tecnologia, la riattivazione dei miti e la contemplazione degli astri, per giungere alle sue opere e installazioni più recenti con le quali l’artista marchigiano ha voluto consegnare al mondo la sua idea di cosmo, proseguendo un viaggio di scoperta e di meraviglia all’interno della natura e dell’universo che accomuna Lucrezio e Galileo Galilei, Giacomo Leopardi e lo stesso Mattiacci, poeti e artisti di ieri e di oggi”.
A cura di Sergio Risaliti in collaborazione con Studio Eliseo Mattiacci.
Info: www.museonovecento.it