Giovedì 21 giugno 2018 l’artista Massimo Ricciardo presenta nella Fototeca del Kunsthistorisches Institut in Florenz (Via dei Servi, 51) una installazione di oggetti che hanno accompagnato i profughi nella loro migrazione verso l’Europa, mettendo in dialogo questi «oggetti della fuga» con le fotografie storico-artistiche dell’Istituto fiorentino.
Quando i profughi provenienti dall’Africa o dal Medio Oriente approdano con i barconi sulle coste europee, o quando vengono salvati in alto mare, sulle barche restano generalmente numerosi oggetti che li avevano accompagnati almeno per una parte del percorso di migrazione. Questi oggetti sono di natura molto diversa: oggetti di uso quotidiano come bottiglie per l’acqua o telefoni cellulari, ma anche cose molto personali come diari e album di fotografie. Poiché sulle barche sovraffollate possono trovare posto soltanto le cose strettamente necessarie, tali oggetti assumono un significato particolare: essi in un modo o nell’altro avrebbero dovuto aiutare i profughi a sopravvivere.
L’installazione che Ricciardo ha ideato per il Kunsthistorisches Institut in Florenz è parte di un progetto artistico più ampio, «Objects of Escape - Inventories of Migration», da lui concepito insieme a Thomas Kilpper con l’obiettivo di raccogliere questi oggetti e presentarli al pubblico. Attraverso il contesto e il luogo in cui sono stati ritrovati, gli oggetti diventano testimoni muti di destini individuali e di situazioni di rischio estremo, in cui la vita stessa è in pericolo. La raccolta, in continuo ampliamento, di «oggetti della fuga», deve essere vista come parte di un’eredità culturale contemporanea: da un lato gli oggetti documentano una nuova dimensione dell’economia globalizzata e delle sue élite, dall’altro caratterizzano il fenomeno di massa della migrazione. Il progetto di Ricciardo e Kilpper intende mettere in salvo questo potenziale e renderlo visibile. L’installazione nella Fototeca fiorentina è stata realizzata la prima volta il 13 ottobre 2017 in occasione del convegno «Encounters: Handling, Placing and Looking at Photographs in Relation to Migration».
Per l’installazione del 21 giugno 2018 Ricciardo non si è limitato a selezionare alcuni di questi «objects of migration», e d’altra parte la Fototeca del Kunsthistorisches Institut in Florenz non si limita a offrire uno spazio neutrale per metterli in mostra. Dal dialogo fra l’artista e le curatrici Costanza Caraffa e Almut Goldhahn è scaturito infatti un singolare dialogo che coinvolge gli oggetti della migrazione e l’archivio fotografico stesso, con le sue strutture e la massa di singole fotografie. Questi materiali così disparati reagiscono gli uni agli altri e sono proprio i contrasti a stimolare nuovi spunti per una riflessione allargata non solo sul fenomeno contemporaneo della migrazione e sui destini individuali ad esso collegati, ma anche sulla memoria collettiva e culturale. Il Kunsthistorisches Institut in Florenz apre gli spazi della Fototeca in Palazzo Grifoni Budini Gattai per una visita guidata all’installazione offerta dall’artista e dalle curatrici.
Massimo Ricciardo è nato a Darmstadt nel 1979. Oggi vive e lavora a Torino. Ricciardo ha esposto i propri lavori al Kunsthistorisches Institut in Florenz – Max-Planck-Institut, Firenze (2018), alla documenta 14, Kassel (2017), al Kunsthaus di Dresda (2016), alla 56a Biennale di Venezia (2015), al weisses haus di Vienna (2014), al Pavillon social a Lucca (2014) e alla Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea Raffaele De Grada, San Gimignano (2013).
Per poter partecipare alla visita guidata occorre prenotarsi inviando una mail entro il 18 giugno 2018 all’indirizzo info@khi.fi.it.
Per maggiori informazioni: www.khi.fi.it