Una nuova mostra che vede protagonista il cavallo e il passaggio da semplice preda ad animale necessario per l'uomo. Il settecentesco spazio della
Limonaia del Giardino di Boboli di Firenze (Piazza Pitti, 1) ospita,
dal 16 giugno al 14 ottobre,
"A cavallo del tempo. L'arte di cavalcare dall'Antichità al Medioevo", la rassegna che rappresenta il millenario rapporto fra l'uomo e l'animale.
Attraverso una selezione di oggetti e reperti archeologici la rassegna, a cura di
Lorenza Carmin e
Fabricio Paolucci, vuole raccontare proprio questo antico legame fatto di mille sfaccettature che coinvolgono ogni aspetto della vita quotidiana.
Strumenti necessari al controllo, morsi, filetti, speroni e staffe, sono esposti accanto a una serie di opere scelte per illustrare, nel modo più diretto e realistico, il ruolo primario che il cavallo ebbe nel mondo antico. I reperti presenti, quasi un centinaio, provengono da decine di musei italiani e stranieri e illustrano un arco di tempo di oltre duemila anni, dalla prima Età del Ferro sino al Tardo Medioevo. Il percorso, incentrato soprattutto sul mondo italico, è articolato in cinque sezioni, ognuna delle quali è dedicata a un particolare momento storico: la Preistoria, il mondo greco e magno greco, il mondo etrusco e venetico, l'epoca romana e il Medioevo.
Vera e propria sintesi di questo connubio può essere considerata la kylix attica a figure rosse con Atena e il cavallo di Troia, oggi conservata presso il Museo Archeologico Nazionale di Firenze. L'esemplare, dipinto dal Pittore di Sabouroff, presenta sul tondo interno la raffigurazione della dea Atena seduta su trono, intenta ad accarezzare un cavallo di grandiose dimensioni.
A questi reperti se ne aggiungono molti altri che affrontano i più diversi aspetti di questo storico intreccio. Nel lavoro quotidiano come nel gioco, nella guerra come nelle celebrazioni relgiose i destrieri furono sempre una presenza costante al fianco dell'uomo. Ultimo fra gli animali addomesticati, il cavallo seppe infatti strappare un ruolo di primo piano nell'arte, nella società e nella letteratura del mondo antico grazie alla sua innata bellezza e nobiltà che finivano con l'irradiarsi anche al suo cavaliere.
La multivisione "A cavallo del tempo", ideata e diretta da
Gianmarco D'Agostino, completa il percorso espositivo con proiezioni di circa 300 metri quadri. La corrispondenza visiva tra opere in mostra e immagini dal vero, insieme a una colonna sonora immersiva, arricchisce il viaggio alla scoperta di una profonda amicizia attraverso i secoli.
Info:
www.uffizi.it RC