Lo sport come mezzo di aggregazione, di educazione e divertimento, ma anche come motore di una battaglia da tempo combattuta contro i pregiudizi e le discriminazioni nei confronti di persone LGBTI. Sono gli argomenti affrontati nel volume intitolato "
Terzo tempo, fair play. I valori dello sport per il contrasto all'omofobia e alla transfobia", a cura di
Giuliana Valerio,
Manuela Claysset e
Paolo Valerio, che è stato presentato mercoledì 11 Luglio alla Rondinella del Torrino Santa Rosa, nell'ambito della rassegna "
Leggendo sotto il Torrino 2018" inserita nel calendario dell'
Estate Fiorentina.
"Terzo tempo, fair play" raccoglie i contributi presentati all'omonimo convegno che si è svolto il 22 aprile 2015 a Napoli, anch'esso rivolto a tutti coloro che sono impegnati nel campo delle attività motorie e sportive per promuovere una cultura più inclusiva e rispettosa nello sport, per sviluppare azioni di prevenzione della discriminazione di genere, e per condannare qualsiasi manifestazione di intolleranza nei loro confronti.
Presenti all'incontro e attivi nella discussione suscitata dalle importanti tematiche affrontate nel libro alcuni nomi legati al mondo dello sport fiorentino:
Marco Ceccantini, Presidente Uisp Comitato di Firenze;
Manuela Claysset, Responsabile nazionale Uisp per le politiche di genere;
Luca Giacomelli, Avvocatura per i diritti LGBT - Rete Lenford;
Claudio Cirri, Vicepresidente Revolution Soccer Team.
Il dibattito che ha seguito la presentazione si è concentrato proprio sulle azioni concrete che devono essere svolte affinchè l'obiettivo comune venga raggiunto.
Marco Ceccantini ha ricordato come questo tema sia riuscito a suscitare un'attenzione crescente anche da parte dei media e come, nell'immaginario collettivo, siano radicati dei luoghi comuni che non riescono a scindere l'orientamento sessuale dalla prestazione in campo.
Il mondo sportivo ha un ruolo ben preciso: è una delle centrali educative piu importanti, insieme a scuola e famiglia. Su questo ha insistito
Manuela Claysset, ricordando come la cultura stereotipata sia causa di abbandono da parte di ragazzi che hannpo esigenze diverse e che non si sentono accettati. Indispensabile, quindi, la figura di tecnici e professionisti che non devono solo allenare il fisico, ma formare ed educare, fornendo dei modelli inclusivi.
Esperienza diretta e concreta è quella che ha fornito
Claudio Cirri, Vicepresidente della Revolution Soccer Team, una realtà nata nel 2008 per costituire una squadra di calcetto gay/gay friendly come già era accaduto in altre città. Tramite l'organizzazione di tornei rivolti a tutti, senza nessun tipo di selezione legata alla diversità, l'associazione sportiva cerca di abbattere i concetti discriminatori e i pregiudizi da sempre insiti tra omosessualità e calcio.
Essere sè stessi per vivere al meglio la propria esperienza sportiva e il legame con i compagni di squadra rappresenta la causa e l'obiettivo del volume e di questa lunga campagna contro ogni forma di violenza e omofobia nello sport e in altri ambienti.
RC