È di nuovo al suo posto agli
Uffizi, nella sala 91, una delle opere maggiori di
Caravaggio dal titolo
"Il sacrificio di Isacco", in seguito a un prestito durato dieci mesi per due importanti mostre a Milano e a Forlì. Il dipinto è custodito in una nuova cornice/teca capace di garantire una migliore visibilità oltre al mantenimento costante delle condizioni ambientali, temperatura ed umidità, più adatte alla conservazione dell’opera.
Ad ufficializzare il ritorno è il direttore della Galleria,
Eike Schmidt, precisando che sarà opportuno che il dipinto
non si allontani più da Firenze. "Il sacrificio di Isacco" si colloca così fra i massimi capolavori del museo che per il loro pregio sono ritenuti
"inamovibili", insieme, fra gli altri, al
Tondo Doni, a molte opere di
Botticelli e
Raffaello, ai celeberrimi
ritratti di Federico da Montefeltro e Battista Sforza ad opera di Piero della Francesca.
Il quadro rappresenta con grande realismo il gesto di un angelo che afferra all’ultimo momento il braccio di Abramo, deciso ad uccidere il figlio per ubbidire al volere del Signore: è di forte impatto la riproduzione della mano che con forza preme sul collo di Isacco mentre questi, urlando, guarda l'osservatore. Il pregio del dipinto deriva anche dal fatto che è, questa,
una delle opere maggiormente ricercate fra i capolavori esposti agli Uffizi, dal momento che quello del sacrificio di Isacco è un
tema centrale per almeno tre religioni del mondo: per il
cristianesimo, perchè prefigura e anticipa la crocifissione di Cristo; per il
giudaismo, perchè rappresenta Abramo, figura centrale della religione ebraica ed eroe che dà tutto sé stesso a Dio; e infine per l'Islam, perchè secondo la
tradizione musulmana non è Isacco ma il fratello Ismaele ad essere portato alla montagna per essere ucciso.
Per maggiori informazioni:
www.uffizi.it SR