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giovedì 21 novembre 2024

Angus McOg in concerto al Volume Firenze

18-10-2018
Giovedì 18 Ottobre, alle ore 21.30, Angus McOg propone un live showcase a ingresso libero al Volume Firenze in Piazza Santo Spirito, 5/R.

Angus McOg nasce come alter ego di Antonio Tavoni, da Modena. Il progetto prende forma durante le settimane passate in Australia, vivendo a casa di un amico a Sydney nell’estate del 2009. Due anni dopo esce Anorak, il primo album autoprodotto, a cui segue nel 2013 il secondo lavoro Arnaut. Nel frattempo Angus McOg, oltre che in Italia, ha occasione di suonare anche in Francia, Inghilterra e Stati Uniti, sia da solo, che in trio, con il batterista Lucio Pedrazzi (Faker) e il polistrumentista Daniele Rossi (Gazebo Penguins). Firma le musiche per “Aishiteru My Love”, lungometraggio del regista Stefano Cattini presentato all’edizione 2013 del Festival dei Popoli di Firenze. L’anno successivo Angus McOg viene scelto da Thurston Moore per aprire le date italiane del suo The Best Day tour, all’Alcatraz di Milano e al Teatro dell’Antoniano di Bologna. Collabora quindi insieme a Luca Di Mira (Giardini di Mirò) per la sonorizzazione di “Regen”, cortometraggio del 1929 del regista olandese Joris Ivens. Insieme allo stesso Luca Di Mira e al batterista Nicola Bigi prende forma la nuova formazione che inizia ad arrangiare il materiale per il nuovo album, Beginners, dieci brani che partono dalle radici alt folk per spingersi altrove.

Beginners, “principianti”. Nel titolo sta il filo conduttore che ha fatto da traccia alla scrittura di queste canzoni e alla loro registrazione. Un titolo rubato a Raymond Carver per essere precisi. Un titolo che si presta ad essere la cornice per dieci brani scritti come fossero dieci racconti.
L’album arriva a ben cinque anni di distanza dalla precedente uscita di Angus McOg, Arnaut. In questi anni esperienze e percorsi diversi hanno lasciato il segno nella costruzione di questo lavoro. Molto è andato proprio nelle liriche, imbastite come appunti di brevi narrazioni attorno all’idea dell’essere in fondo “principianti”, in amore sostanzialmente, che poi significa in realtà esserlo un po’ in ogni cosa.
Sul comodino accanto al letto, durante la stesura dei brani, in particolare sono rimasti a lungo i poeti inglesi Tony Harrison e Simon Armitage, mentre passando attraverso Michael Stipe, perfino Patti Smith è stata un riferimento in più di un’occasione.
E certamente molto del lavoro di sedimentazione e maturazione ha riguardato anche la parte più strettamente musicale. Se alla base rimane un songwriting in verità molto classico, d’altro canto i registri e la tavolozza dei colori si sono allargati verso spazi all’apparenza anche piuttosto distanti dall’alt folk, sin qui in larga misura il genere di riferimento di Angus McOg. Così accanto alle chitarre acustiche spesso compaiono i synth, archi e loop di batteria convivono con armonium e arpeggi, code e parti strumentali si sommano a brani portati da basso chitarra e batteria su tre accordi.
A fare da punti di riferimento lungo questo percorso sono stati ad esempio nomi come Wilco, The National, Father John Misty, tutti estremamente capaci nell’essere al contempo tremendamente classici e alquanto visionari, in un continuo gioco dentro e fuori dalle forme e dagli stili.
Gran parte di questo lavoro è passato attraverso l’apporto di Luca Di Mira (Giardini di Mirò), che ha contribuito a far confluire nel progetto un discreto bagaglio di sonorità e visioni. E non è forse un caso che questa collaborazione prima che su questo disco sia nata con il lavoro di sonorizzazione a quattro mani sul documentario “Regen” (1929) del regista olandese Joris Ivens. Il senso della narrazione, attraverso le parole, le immagini o la musica, è qualcosa che decisamente muove questo lavoro dalle fondamenta.

Live streaming >>> The Roost ( www.theroost.it ) Radio Volume ( www.volume.fi.it )

Per maggiori informazioni: www.angusmcog.com