Giovedì 25 ottobre 2018, alle ore 18.00, il nuovo centro studi dell'
Associazione Eumeswil (Via Scipione Ammirato, 43) ospiterà un nuovo incontro per il ciclo di dialoghi "
La fedeltà" con la partecipazione di
Maria Elettra Cugini, Emanuele Casale e Alessandro Cocchi.
Maria Elettra Cugini
Nella nostra società odierna, caratterizzata da cambiamenti velocissimi ed irrefrenabili, la parola "fedeltà" può suonare quasi arcaica ed obsoleta. Essa peraltro non implica a mio avviso una staticità immutabile- che può essere vissuta come paralizzante,visto che tutto si evolve in noi e nella realtà che ci circonda- bensì la consapevolezza( e lo sforzo) di non tradire se stessi e, al contempo, di non tradire la fiducia degli altri . Vedremo come rimanere fedeli a se stessi(ai propri valori, alle proprie convinzioni e alla propria identità di persona), pur essendo la prima condizione per il proprio benessere psicologico, possa entrare in crisi soprattutto nelle fasi più importanti della nostra evoluzione ( adolescenza, mezza età, vecchiaia). Rimanere fedeli agli altri comporta il difficile equilibrio di non tradire nè gli altri nè se stessi, condizioni entrambe necessarie alla propria serenità interiore, e non sempre facilmente conciliabili.
Considereremo infine l'aspetto spirituale della fedeltà e il suo rapporto con la Fede che, anche etimologicamente, ha proprio il significato di Fiducia e Fedeltà :ma a chi , a che cosa e in quali termini?
Emanuele Casale
La fedeltà in C. G. Jung e in James Hillman
Alessandro Cocchi
L’innovazione tecnologica è alla base delle due rivoluzioni industriali, della rivoluzione verde e delle sempre più rapide trasformazioni della società contemporanea, dell’economia, del costume e della cultura. A prescindere dai sistemi economici e politici all’interno dei quali si sono sviluppate, queste “rivoluzioni” hanno poggiato su un substrato antropologico-culturale comune: il “mito tecnologico”, ovvero la fiducia (intesa come vero atto di fede) che alla fine sarà solo grazie allo sviluppo tecnico e scientifico che l’uomo appagherà per sempre i suoi bisogni primari, uscirà dall’angoscia esistenziale del “non sapere” e potrà perseguire i propri ideali, siano essi di ricchezza privata o equità sociale. Esistono tuttavia altri due postulati culturali che stanno alla base delle rivoluzioni tecnologiche, anche se meno evidenti del primo,: il diritto innato al dominio dell’uomo sulle risorse naturali e l’infedeltà alla terra, intesa come vero e proprio rapporto di schiavitù, che in sé prevede un fedeltà univoca (dello schiavo verso il padrone) e non biunivoca (anche del padrone verso lo schiavo). La caduta del mito tecnologico e la consapevolezza dell’insostenibilità del nostro modello di sviluppo, riporta d’attualità lo studio delle culture ancestrali e delle religioni naturali. Particolarmente affascinanti risultano quelle precolombiane, nelle quali il rapporto sacrale col creato, la fedeltà alla terra e la costante ricerca dell’equilibrio tra natura e società umana sono alla base della cultura, della spiritualità e degli stessi modelli produttivi.
Ingresso ad offerta libera cartacea.
Per maggiori informazioni:
www.eumeswil.cc