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mercoledì 25 dicembre 2024

"La fedeltà", nuovo incontro al centro studi dell'Associazione Eumeswil

25-10-2018
Giovedì 25 ottobre 2018, alle ore 18.00, il nuovo centro studi dell'Associazione Eumeswil (Via Scipione Ammirato, 43) ospiterà un nuovo incontro per il ciclo di dialoghi "La fedeltà" con la partecipazione di Maria Elettra Cugini, Emanuele Casale e Alessandro Cocchi.

Maria Elettra Cugini
Nella nostra società odierna, caratterizzata da cambiamenti velocissimi ed irrefrenabili, la parola "fedeltà" può suonare quasi arcaica ed obsoleta. Essa peraltro non implica a mio avviso una staticità immutabile- che può essere vissuta come paralizzante,visto che tutto si evolve in noi e nella realtà che ci circonda- bensì la consapevolezza( e lo sforzo) di non tradire se stessi e, al contempo, di non tradire la fiducia degli altri . Vedremo come rimanere fedeli a se stessi(ai propri valori, alle proprie convinzioni e alla propria identità di persona), pur essendo la prima condizione per il proprio benessere psicologico, possa entrare in crisi soprattutto nelle fasi più importanti della nostra evoluzione ( adolescenza, mezza età, vecchiaia). Rimanere fedeli agli altri comporta il difficile equilibrio di non tradire nè gli altri nè se stessi, condizioni entrambe necessarie alla propria serenità interiore, e non sempre facilmente conciliabili.
Considereremo infine l'aspetto spirituale della fedeltà e il suo rapporto con la Fede che, anche etimologicamente, ha proprio il significato di Fiducia e Fedeltà :ma a chi , a che cosa e in quali termini?

Emanuele Casale
La fedeltà in C. G. Jung e in James Hillman

Alessandro Cocchi
L’innovazione tecnologica è alla base delle due rivoluzioni industriali, della rivoluzione verde e delle sempre più rapide trasformazioni della società contemporanea, dell’economia, del costume e della cultura. A prescindere dai sistemi economici e politici all’interno dei quali si sono sviluppate, queste “rivoluzioni” hanno poggiato su un substrato antropologico-culturale comune: il “mito tecnologico”, ovvero la fiducia (intesa come vero atto di fede) che alla fine sarà solo grazie allo sviluppo tecnico e scientifico che l’uomo appagherà per sempre i suoi bisogni primari, uscirà dall’angoscia esistenziale del “non sapere” e potrà perseguire i propri ideali, siano essi di ricchezza privata o equità sociale. Esistono tuttavia altri due postulati culturali che stanno alla base delle rivoluzioni tecnologiche, anche se meno evidenti del primo,: il diritto innato al dominio dell’uomo sulle risorse naturali e l’infedeltà alla terra, intesa come vero e proprio rapporto di schiavitù, che in sé prevede un fedeltà univoca (dello schiavo verso il padrone) e non biunivoca (anche del padrone verso lo schiavo). La caduta del mito tecnologico e la consapevolezza dell’insostenibilità del nostro modello di sviluppo, riporta d’attualità lo studio delle culture ancestrali e delle religioni naturali. Particolarmente affascinanti risultano quelle precolombiane, nelle quali il rapporto sacrale col creato, la fedeltà alla terra e la costante ricerca dell’equilibrio tra natura e società umana sono alla base della cultura, della spiritualità e degli stessi modelli produttivi.

Ingresso ad offerta libera cartacea.

Per maggiori informazioni: www.eumeswil.cc