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sabato 23 novembre 2024

Nel ventre della balena di Edward Carey in mostra a Palazzo Pucci

05-11-2018
E’ tempo di riprendere in mano Pinocchio, glissando sul bambinello saltellante di Walt Disney, e rileggerlo come favola dark. E’ quello che farà Guillermo del Toro, il regista più amato da Edward Carey. Il Premio Oscar infatti, proprio come Edward Carey ha sempre rivendicato un Pinocchio gloomy, con un fatina dark come nell’originale.  E dunque, dopo il successo di pubblico al Parco di Pinocchio (Collodi), Scuola Fenysia è pronta ad accogliere la mostra Nel ventre della balena di Edward Carey nella sede di Palazzo Pucci.

Lunedì 5 novembre a partire dalle ore 18.00 sarà possibile vedere le quarantadue opere tra acquerelli, dipinti e sculture, omaggio di un grande lettore di Pinocchio. La mostra è curata da Alba Donati con allestimento di Valeria Ioele e realizzata grazie alla collaborazione tra La Milanesiana - ideata e diretta da Elisabetta Sgarbi, la Fondazione Collodi e la  Fondazione Meyer. La mostra è stata resa possibile grazie al contributo della Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia. Le opere di Edward Carey, che sono gli oggetti che hanno fatto compagnia a Geppetto nella sua lunga permanenza nel ventre del pescecane, verranno disposti nelle nove stanze che costituiscono lo spazio vagamente labirintico di Scuola Fenysia. La mostra sarà visitabile dal lunedì al venerdì dalle 14.30 alle 18.00. L’ingresso è libero.

Tutto comincia un anno fa, mentre lo scrittore era in residenza presso l’Ospedale Pediatrico Meyer nel quale si entra attraverso una sala d’ingresso che sembra una pancia di balena. Durante il soggiorno Carey visita il Parco di Pinocchio su invito del presidente della Fondazione Collodi, Pier Francesco Bernacchi. Qui ha occasione di vedere, dal vero, la grande quercia, un albero di dimensioni gigantesche che sembra creato dalla fantasia di uno scrittore e invece sorge a un chilometro dal Parco.  "Le Avventure di Pinocchio è sempre stato per me il libro più̀ importante di tutti – racconta Carey - da bambino ne ero affascinato e spaventato allo stesso tempo. Ho collezionato tantissime edizioni, dalla versione originale illustrata da Enrico Mazzanti, a Carlo Chiostri, da Roberto Innocenti a Lorenzo Mattotti, da Jim Dine a Ron Mueck e Winshluss."

Quando ha iniziato a lavorare alla mostra commissionata dalla Fondazione Collodi per il Parco di Pinocchio, Carey aveva immaginato di fare qualche illustrazione e qualche scultura. "Mentre rileggevo il testo, però – racconta - un dettaglio su cui non mi ero mai soffermato ha iniziato a conquistare spazio nella mia mente: il libro racconta che Geppetto passa due anni dentro il ventre di un pescecane (che spesso viene rappresentato come balena). Mi sono chiesto cosa mai avesse fatto lì dentro durante quei due anni. Nel capitolo 35 Geppetto – finalmente riunitosi con Pinocchio – racconta al figlio burattino del cibo che ha trovato all’interno di questa nave. Via via che creavo questi oggetti pensavo come sarebbe stato se avesse tenuto un diario, e quindi ho iniziato a scrivere il diario della prigionia di Geppetto nel ventre del pescecane/balena. L’ho immaginato mentre lo scriveva sul registro di bordo del capitano della nave ingoiata." Ed è il libro\diario pubblicato da La Nave di Teseo: Nel ventre della balena, tradotto da Elena Malanga. La mostra, nel progetto di Valeria Ioele, riproduce il nero della prigionia con gli oggetti che baluginano nella semioscurità. I ritratti dei personaggi chiave, fra cui il Gatto e la Volpe, la Fata Turchina e Lucignolo emergono da una luce crepuscolare di perdenti. "Qui nessuno vince, nessuno è furbo – dice la curatrice Alba Donati - tutti portano il marchio di una misera vita. Su di loro Geppetto si erge come un novello Mosè, lui è l’eroe, lui che conosce il senso dei ricordi, della memoria e dell’immaginazione."

Quando ha iniziato a lavorare alla mostra commissionata dalla Fondazione Collodi per il Parco di Pinocchio, Carey aveva immaginato di fare qualche illustrazione e qualche scultura. "Mentre rileggevo il testo, però – racconta - un dettaglio su cui non mi ero mai soffermato ha iniziato a conquistare spazio nella mia mente: il libro racconta che Geppetto passa due anni dentro il ventre di un pescecane (che spesso viene rappresentato come balena). Mi sono chiesto cosa mai avesse fatto lì dentro durante quei due anni. Nel capitolo 35 Geppetto – finalmente riunitosi con Pinocchio – racconta al figlio burattino del cibo che ha trovato all’interno di questa nave. Via via che creavo questi oggetti pensavo come sarebbe stato se avesse tenuto un diario, e quindi ho iniziato a scrivere il diario della prigionia di Geppetto nel ventre del pescecane/balena. L’ho immaginato mentre lo scriveva sul registro di bordo del capitano della nave ingoiata." Ed è il libro\diario pubblicato da La Nave di Teseo: Nel ventre della balena, tradotto da Elena Malanga. La mostra, nel progetto di Valeria Ioele, riproduce il nero della prigionia con gli oggetti che baluginano nella semioscurità. I ritratti dei personaggi chiave, fra cui il Gatto e la Volpe, la Fata Turchina e Lucignolo emergono da una luce crepuscolare di perdenti. "Qui nessuno vince, nessuno è furbo – dice la curatrice Alba Donati - tutti portano il marchio di una misera vita. Su di loro Geppetto si erge come un novello Mosè, lui è l’eroe, lui che conosce il senso dei ricordi, della memoria e dell’immaginazione."

Il 5 novembre alle ore 11.00, Vanni Santoni, scrittore molto amato dai giovanissimi, terrà un a lezione ai ragazzi della Prima e Seconda della scuola secondaria di primo grado dell’Istituto San Giuseppe di via Gioberti. Racconterà del suo Pinocchio, e spiegherà come sia importante infilarsi negli spazi vuoti lasciati dagli scrittori, in questo caso da Collodi. In uno di quegli spazi - quello di Geppetto per due anni del ventre del pescecane - si è intrufolato Carey, ma chissà quanti altri se ne possono trovare. In fondo la magia di un libro come Le Avventure di Pinocchio è fatta anche di non sapere quasi nulla di Lucignolo, della Fata Turchina, e così via. Da questi presupposti gli studenti produrranno storie o anche graphic novel, parallele al testo originario: le dieci migliori storie verranno premiate nei primi giorni di scuola, nel gennaio 2019.

Paolo Hendel ci darà il via per compiere un’avventura straordinaria: leggere integralmente il Pinocchio di Collodi, tutti insieme (basta iscriversi alla mail info@scuolafenysia.it). Come già successo a Firenze con la lectura dantis, saranno fiorentini stanziali o di passaggio, da generazioni o da una semplice stagione, a rileggere un libro che ha una forza catartica, dispettoso come il suo protagonista, un libro triste che ci commuove, ci fa arrabbiare e ci fa amare ancora quel toscano meraviglioso madre e padre di una lingua contemporanea spesso dimentica del suo passato.

Con l’apertura della Mostra, inaugura anche la Sala di lettura dedicata a Pinocchio. Sul muro scorre il celebre dialogo con Lucignolo: " ma sei veramente sicuro che in quel paese non ci sono punte scuole?... - Nemmeno l’ombra. – E nemmeno maestri? – Nemmen uno – Che bel paese! Io non ci sono mai stato ma me lo figuro!..."La sala è aperta a tutti quelli che vogliono leggere o studiare in pace, dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 13 e dalle 14.30 alle 18. La sala di lettura è dotata di una piccola biblioteca che crescerà nel tempo.

Per maggiori informazioni: www.scuolafenysia.it