La polarità tra angoscia-dolore da un lato e speranza-riscatto dall’altro attraversa tutta l’
opera letteraria di Mario Agnoli ed emerge con particolare evidenza anche nella sua
raccolta poetica postuma, "Solstizio d’inverno", pubblicata da Giraldi Editore quest’anno. In essa infatti ai tratti di profonda malinconia si uniscono gioiosi slanci verso gli aspetti più vitali della realtà umana, in un complesso sistema psicologico e valoriale in cui caratteristiche opposte trovano un’interessante e originale composizione, anche in funzione di un’apertura alla trascendenza.
A Mario Agnoli, cadorino di nascita ma deceduto nel 2017 a Pistoia dove risiedeva da decenni, e alla sua produzione poetica è dedicato un incontro che si terrà
venerdì 9 novembre alle 16,30, con ingresso libero, presso la
Saletta del Teatro l’Affratellamento di Firenze (via Giampaolo Orsini 73, terzo piano con ascensore). A organizzarlo è la Fondazione il Fiore di Firenze, la cui presidente Maria Giuseppina Caramella, dopo il saluto di Luigi Mannelli, modererà l’incontro e curerà le letture di versi tratti dalle pubblicazioni di Agnoli. Interverranno, oltre alla moglie Marina Zampolini Agnoli, apprezzata psicologa psicoterapeuta, Carlo Vannini, Massimiliano Lenzi e Giuliana Bonacchi Gazzarrini, a cui si deve la presentazione della poesia di Agnoli in Solstizio d’inverno.
Al di sotto dell’apparente dicotomia in Mario Agnoli fra l’interiorità sofferta, delicatissima e a tratti malinconica, centrata sul dubbio e sulla ricerca esistenziale, da un lato, e la personalità energica e solidamente attaccata a valori sicuri che lo caratterizzava nella vita quotidiana, dall’altro, si scorge un substrato unitario e coerente, contraddistinto da una sorta di “lucidità appassionata”, per usare le parole di Massimiliano Lenzi. Come ha scritto Giuliana Bonacchi Gazzarrini, a distinguere nel ricco panorama letterario pistoiese la poesia di Mario Agnoli, «cadorino immigrato nella provincia toscana, cattolico anomalo», era anche la «partecipazione importante nell’apparato burocratico»: «un’esperienza in grado di costituirne l’eccezione, ma anche la premessa di un impegno civile e sociale, consolidato da studi giuridici e filosofici che insieme alla fascinazione della prosa kafkiana avrebbe evitato alla sua poesia, vissuta giorno per giorno come sofferta analisi interiore, il rischio di cadute ludiche o da autobiografismo eccessivo».
Mario Agnoli, cadorino di nascita, è scomparso nel 2017 a Pistoia, dove ha principalmente operato e trascorso gli ultimi decenni della sua vita. Esperto di diritto amministrativo per professione, ha pubblicato numerose opere di tecnica giuridica e saggi su riviste specializzate nel settore. Nell'ambito di un multiforme impegno culturale, ha pubblicato saggi e articoli in campo letterario, di storia e critica dell'arte contemporanea, di riflessioni sui problemi storico-sociali del nostro tempo, approcciati con una forte connotazione civile ed etica.La sua produzione poetica è iniziata sin dal periodo della prima maturità, nonostante le onerose incombenze professionali. Ha pubblicato diverse raccolte poetiche in vita e una postuma, Solstizio d’inverno (Giraldi Editore 2018). L’esordio è stato nel 1972 con Rami divelti (P. Castaldi, Feltre), a cui sono seguite tre pubblicazioni per Rebellato Editore (Venezia): nel 1977 Poesie, nel 1981 Il mercato e nel 1983 Frammenti di un poema. Nel 1988 è uscito Ombra (Nuova Compagnia Editrice, Forlì) e nel 1999 Essenze (L’Altravoce del ClanDestino, Forlì). Più di recente aveva pubblicato con Giraldi Editore (Bologna) le raccolte Esperia (2010) e Nati dal vento (2013), mentre nel 2016 Dove cresce il cipresso (poesie di Mario Agnoli – disegni di Flavio Bartolozzi, Editing Silvana Agostini). Nell'ambito della narrativa ha pubblicato numerosi racconti e i tre romanzi per Giraldi Editore che costituiscono la “Trilogia della Riconquista”: La fuga (2012), La Croda Rossa (2015), L’Ombrellone (2017).
Per ulteriori informazioni, Fondazione il Fiore. Tel.: 055-225074