Un itinerario lontano dalle solite rotte turistiche alla scoperta del Cimitero degli Inglesi, che rappresenta una grande testimonianza dell’internazionalità della città e una visita al monastero della Certosa, immersa nelle suggestive colline del Galluzzo, che unisce spiritualità, arte, cultura e storia: sono questi i due appuntamenti in programma per il weekend tra venerdì 23 e domenica 25 novembre, firmati “Enjoy Firenze”, il cartellone di percorsi guidati alla scoperta dei tesori artistici e architettonici di Firenze e della Toscana in compagnia di esperti e archeologi curato da Cooperativa Archeologia.
Si parte venerdì 23 novembre alle 15.45 con l’itinerario, dal titolo “L’Isola dei Morti” volto a esplorare I luoghi del Cimitero degli Inglesi, uno dei cimiteri monumentali di Firenze, e lontano dalle solite rotte turistiche e vero e proprio patrimonio per la città.
Il Cimitero protestante fu costruito nel 1828 fuori dalle mura della città e negli anni ha ispirato numerosi artisti, come Arnold Bocklin con il suo celeberrimo dipinto L'Isola dei Morti. Completamente diverso per stile dai cimiteri cattolici, ospita innumerevoli artisti anglosassoni che nel diciannovesimo secolo soggiornarono di frequente a Firenze, fervente centro culturale dell’epoca: tra gli altri, la poetessa inglese Elisabeth Barret Browning, ma anche Giampietro Viessuex e lo storico Davidsohn. Per quest oil cimitero degli inglesi rappresenta una grande testimonianza dell’internazionalità della città toscana, divenuta un vero e proprio centro europeo di riferimento e di richiamo per le più grandi menti artistiche dell’epoca.
Si prosegue sabato 24 e domenica 25 alle 15.30 con la visita alla Certosa del Galluzzo, un luogo che unisce, con straordinaria forza e naturalezza, spiritualità, arte, cultura e storia. Immersa sulle colline del Galluzzo, situata alla sommità del Monte Acuto, fu voluta all’inizio del XIV secolo da Niccolò Acciaioli, appartenente ad una delle famiglie di banchieri più ricche di Firenze, e dedicata a San Lorenzo Martire. I lavori per il grandioso monastero andarono avanti per molto tempo, subendo nel corso dei secoli, diverse trasformazioni: vi lavorarono, tra gli altri, l’Orcagna, Giovanni della Robbia, Francesco di Giuliano da Sangallo e il Pontormo che nella Certosa si rifugiò dalla peste del 1523, lasciandovi un ciclo di affreschi tra i più straordinari.
Tuttavia, il vero fulcro del complesso monastico risiede nei suoi ambienti, in cui si percepisce e si respira quel clima meditativo e contemplativo che ancora oggi accompagna ogni visitatore. Passeggiare tra i chiostri, le celle dei monaci, il refettorio, la Chiesa di San Lorenzo, consente di comprendere appieno lo spirito religioso e meditativo dei certosini prima e dei benedettini cistercensi dopo, la cui regola di vita, più aperta al “mondo”, permetterà un maggiore inserimento della Certosa nel panorama culturale e spirituale di Firenze.
Oggi la custodia della Certosa è affidata alla Comunità di S. Leolino che ha l’obiettivo di mantenere vivi i secoli di vita monastica che l’hanno avuta come protagonista, salvaguardandola e valorizzandola nella sua unicità.
Ingresso a pagamento alle visite, prenotazione obbligatoria allo 055-5520407 e a turismo@archeologia.it
Per ulteriori informazioni www.enjoyfirenze.it.