Due tavole a fondo oro, esportate illecitamente, sono state ritrovate e confiscate dal Reparto Operativo del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, e adesso giungono ad arricchire la collezione di dipinti antichi della Galleria dell’Accademia di Firenze (via Ricasoli, 58-60), già ritenuta una delle più importanti al mondo, in particolare per i settori del tardo Trecento e del Tardogotico. Saranno visibili al pubblico da lunedì 14 gennaio 2019 nella mostra temporanea “Nuove acquisizioni tra 2016 e 2018”.
Le due opere d’arte sino al 2003 facevano parte di una collezione privata fiorentina e furono poi esportate illecitamente in Svizzera, a Chiasso, e celate in un caveau privato. Le attività investigative del Reparto Operativo TPC del Comando Carabinieri sono state avviate nel 2006, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Roma. Le indagini hanno permesso di individuare l’esistenza di un’associazione per delinquere composta da professionisti italiani e da un antiquario londinese, coinvolti nell’esportazione illecita di beni culturali. La collaborazione ed assistenza in materia penale con l’Autorità Giudiziaria Svizzera, ha consentito il sequestro delle opere ed il loro successivo rimpatrio in territorio nazionale, avvenuto nel marzo 2009. Il 2 febbraio 2017, il procedimento si è concluso con l’annessione delle due tavole al Patrimonio dello Stato e nel 2018, finalmente, con l’affidamento alla Galleria dell’Accademia di Firenze. La loro eccezionale assegnazione alla Galleria è parsa "naturale" in virtù del fatto che la sua collezione di Fondi Oro è notoriamente una delle più rinomate a livello internazionale.
La prima delle due opere raffigura i santi Girolamo e Giuliano ed è attribuibile a Niccolò di Pietro Gerini, uno dei pittori più tradizionalisti e prolifici della scena artistica fiorentina tra la fine del Trecento e l’inizio del Quattrocento, tra i massimi esponenti del cosiddetto Neogiottismo. La tavola, databile intorno al 1385, nonostante la cornice moderna da dipinto autonomo, era in origine lo scomparto destro di un trittico disperso di cui si ignora la parte centrale, ma il cui scomparto sinistro, raffigurante il raro Sant'Eligio accanto a San Giovanni Battista, un tempo appartenne alla celebre raccolta Lanckoronski di Vienna, passò nel 1965 sul mercato antiquario degli Stati Uniti (Newhouse Galleries a New York) ed è oggi di ubicazione sconosciuta.
La seconda è una tavola per devozione privata e rappresenta la Madonna dell'Umiltà celeste, seduta su un cuscino sopra le nuvole con, in primo piano, sulla terra, una santa martire, un santo vescovo, San Pietro e San Giovanni Evangelista. È ascrivibile con assoluta certezza al Maestro della Cappella Bracciolini, un ignoto pittore, tipico rappresentante della pittura tardogotica toscana, attivo presumibilmente dal 1385-90 al 1420 circa a Pistoia e nel territorio circostante, così denominato dai critici per gli affreschi con Storie della Vergine nell’omonima cappella della chiesa di San Francesco a Pistoia. La datazione del dipinto dovrebbe cadere intorno al 1400.
“Il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale ha svolto ancora una volta un lavoro attento e perseverante - sottolinea Cecilie Hollberg, Direttore della Galleria dell’Accademia di Firenze - una fatica che, con l’assegnazione alla Galleria, si conclude con grande soddisfazione di tutti. Trattandosi di pittori importanti, troveremo con piacere una collocazione per le due tavole di dimensioni non esagerate e quindi gestibili. La qualità pittorica come i colori, specialmente del Gerini, del quale abbiamo altre opere nel museo, è eccezionale. Mentre, del Maestro della Cappella Bracciolini, è la prima opera che ci arriva, una rarità assoluta. Nei tre anni che sono direttore di questo museo siamo riusciti ad acquisire circa una dozzina di opere nuove che presenteremo in una mostra a gennaio”.
Per maggiori informazioni: www.galleriaaccademiafirenze.beniculturali.it