Sabato 8 dicembre 2018, alle ore 21.00,
in occasione della festa dell’Immacolata Concezione l’Associazione
Legamidarte su incarico della
comunità francescana di Santa Croce di Firenze, in collaborazione con l’Associazione “Amici di Santa Croce”, e con la rivista “Città di vita”, metterà in scena nella
Basilica di Santa Croce un’opera di teatro musicale intitolata
"Francesco e il sultano". L’opera ripercorrerà, infatti, le tappe che hanno portato il santo a recarsi in Terra Santa per incontrare il Sultano durante la Quinta crociata. Tale episodio è stato scelto per la sua importanza storica, ma soprattutto perché la Comunità Francescana si sta preparando a celebrare l’VIII centenario dallo storico incontro avvenuto nell’agosto del 1219. L’incontro, che ebbe una grande importanza storica, ed è di grande attualità in questo particolare momento storico in cui la Chiesa si fa portatrice dei valori ecumenici di pace e di dialogo con il mondo mussulmano.
Dopo la rappresentazione dell’opera Francesco e Chiara, avvenuta il 12 aprile 2017, nella Basilica di Santa Croce come inaugurazione delle Settimana Santa, che ha ottenuto l’entusiastico apprezzamento di tutto il pubblico presente, si è cominciato subito a parlare di una seconda opera da scrivere e mettere nuovamente in scena all’interno della chiesa. Con il Padre guardiano Paolo Bocci è stato poi scelto il momento in cui San Francesco a rischio della vita sua e dei confratelli che lo accompagnarono si insinuò nel territorio arabo allo scopo di incontrare Melik-el-Kâmil per annunciare il Vangelo di Cristo e porre fine al lungo conflitto. I due parlarono a lungo dimostrandosi reciproco rispetto e stima, ma senza che nessuno dei due cambiasse il proprio credo. Sebbene l’incontro non abbia avuto ripercussioni politiche fu un evento di grande importanza per l’epoca e anche adesso può offrire spunti di riflessione sul necessario rispetto per culture e religioni diverse. L’incontro, infatti, dimostrò una modernità e un ecumenismo difficilmente riscontrabili nelle vicende cui assistiamo ai nostri giorni. L’opera, scritta da Marco Papeschi, con musiche originali composte da Marco Bucci, fa emergere sia la lungimiranza e profonda sensibilità culturale di Melik-el-Kâmil, sultano di Egitto, Siria e nipote del Saladino, sia la semplice quanto granitica fede di Francesco nella parola e nell’esempio di Cristo. Proprio su queste basi fu possibile che un simile dialogo avesse luogo e lasciasse profonde conseguenze positive.
Paradossalmente i nostri due protagonisti riuscirono spontaneamente a comportarsi più saggiamente, più apertamente e più compassionevolmente di tanti leader religiosi dei secoli successivi, che sembrano quasi essere regrediti nel fondamentalismo anziché progredire sull’esempio di Francesco e Kamil.
Interpreti dell’opera una compagnia di attori giovani e meno giovani, ma uniti da un comune entusiasmo e dalla determinazione di emozionare il pubblico. A loro si unisce l’Orchestra d’archi del triennio del Liceo musicale Dante di Firenze che eseguirà le musiche appositamente scritte per l’occasione.
Rappresentare un’opera di Teatro Musicale su un episodio della vita di San Francesco direttamente in Basilica, induce, infatti, un’emozione che va oltre il già forte coinvolgimento dello spettacolo, trascende le parole e la musica, consentendo a tutti, artisti e pubblico, di vivere un’ora come fosse una parentesi catartica.
L’iniziativa ha il patrocinio della Città metropolitana di Firenze, del Comune e la collaborazione del Quartiere 1.Abstract dell’opera:Nello scrivere una messa in scena che si riferisca a eventi accaduti, puntualmente si manifesta lo stupore per i fatti che la storia porta alla nostra attenzione. Ottocento anni fa un “piccolo uomo” dall’animo immenso decise che doveva conoscere la cultura ed il pensiero di un popolo affrontato con le armi, il preconcetto e l’arroganza. Francesco portò la parola di Cristo al cospetto del sultano di allora, con la stessa determinata umiltà del Salvatore. Attraverso il dialogo, senza disconoscere l’identità reciproca, arrivarono alla stima e al rispetto, aprendo quello stretto passaggio attraverso cui si può giungere alla convivenza, alla tolleranza e alla consapevolezza di essere tutti fratelli nello spirito. E’ sconcertante costatare quanto moderno, ecumenico, autentico sia stato il confronto fra due uomini effettivamente rappresentanti di culto e tradizioni diverse, ma anche del proprio intimo travaglio. Francesco convinse Papa Onorio III a lasciarlo partire al seguito di quella che fu una spedizione disastrosa per i crociati, anche a causa del dispotico e cieco comportamento del cardinale Pelagio. i frati che lo accompagnarono furono ancora una volta coinvolti nella lucida follia di quell'uomo lungimirante, armato della sua fede e di una fiducia sconfinata nel bene universale.
Presentazione Padre Bocci, rettore della Basilica di S. CroceSiamo felici di proporvi anche quest'anno come comunità francescana di Santa Croce, un’opera teatrale che ci prepara al 2019 in cui il nostro Ordine commemora l'incontro di Francesco con il sultano d'Egitto Malik al Kamil. Quello storico colloquio, avvenuto a Damietta, a poca distanza dal Cairo, è ancora oggi così rilevante e attuale per le sue conseguenze nel dialogo interreligioso, tanto da rimanere, anche se lontano nel tempo, l'avvenimento esclusivo che indica il punto di partenza per la ricerca di intesa e armonia tra Oriente e Occidente.Cortesia, rispetto e dialogo, caratterizzano la conversazione tra il sultano Malek al-Kamel e Francesco d'Assisi nel settembre del 1219, pur mantenendo le diverse identità culturali e religiose.Questo tuffo nel passato attraverso questo spettacolo può davvero ricordarciquelli che sono ancora oggi i valori che pur nelle diversità sono comuni ad ogni uomo, promuovono la dignità e costruiscono la pace.P. Paolo M. Bocci (Rettore della Basilica di s. Croce e Guardiano della comunità)
Presentazione Marco Papeschi, autore del testo, regista e direttore dell’orchestraEntrare in basilica è come varcare le porte del tempo su un universo di echi e suggestioni. L’aspetto religioso è una delle attrattive, sicuramente quella su cui l’edificio stesso basa le sue origini, ma ogni donna, ogni uomo e ogni bambino può percepire la mistica attrattiva che fa vibrare le corde più profonde del nostro immaginario limbico. Francesco riuscì a essere cattedrale del suo spirito, a suo agio tanto negli ambienti formali della Chiesa ufficiale, quanto nella semplicità della natura e, soprattutto, di se stesso, guardandosi intorno, osservando le infinite spigolature della società in cui viviamo. Non possiamo che porci l’unica importante domanda: perché non riusciamo a spogliare ogni effimero artificio per donare a noi stessi l’autentica onestà che permise al cristiano e all’islamico di salutarsi in pace e amicizia? Marco Papeschi (Presidente Legamidarte)
E’ gradita la prenotazione a Legamidarte:
legamidarte@gmail.com o 333 7480487 (lun. e sab. 9-12, mer. e ven. 16-19)