Sabato 15 Dicembre, alle ore 18.00, si inaugura "Liquid Shape", una selezione di fotografie di Massimo Borchi, cinquanta scatti tratti dai progetti Postmetropolis e Shootingmania, in programma fino al 5 Gennaio alla Tethys Gallery (via dei Vellutini, 17/R).
Massimo Borchi, negli ultimi anni, ha focalizzato la sua ricerca fotografica soprattutto sulle metropoli, da sempre il suo campo di applicazione preferito, e sull'analisi della società contemporanea. Attraverso le sue immagini, esamina come la globalizzazione stia modificando sia i comportamenti delle persone che le architetture delle città in cui vivono. Complessi fenomeni di riconversione territoriale ci stanno portando verso la città del XXI° secolo, ancora tutta da definire e scoprire. Nella realtà complessa delle megalopoli gli aspetti e le contraddizioni della città contemporanea emergono con più forza e drammaticità, sia nella negatività dello squallore sia nello splendore degli edifici. Postmetropolis è un progetto incentrato proprio sulle megalopoli, il terreno più adatto per un'analisi completa. Le fotografie di questo lavoro mostrano segni comuni e tracce, spesso difficilmente visibili, in città lontanissime dove affiorano trame identiche e identiche contraddizioni, come se quella che sta coprendo la superficie del mondo fosse un'unica, indefinita, metropoli. Una metropoli senza nome, “Untitled” appunto, come molte delle immagini scattate.
Negli atteggiamenti compulsivi di questa nostra società, grazie all’uso massiccio di smartphones, tablets, macchine fotografiche, ormai democraticamente alla portata di tutti, rientra quello di scattare fotografie in ogni momento. “In molte circostanze, io stesso, non faccio fotografie pur facendo il fotografo di lavoro - racconta Borchi - non fotografo mai la mia famiglia, non fotografo i compleanni o altre ricorrenze, non fotografo in vacanza. Ho paura di dimenticare: dimenticare di vivere l'attimo, distratto dalla luce, dalla scelta dell'inquadratura e dell'obiettivo.
Quando lavoro, mi rendo conto, invece, di essere circondato, sempre più spesso, da persone che si fotografano: lui fotografa lei, lei fotografa lui, ed immancabilmente si fanno un selfie con la città alle spalle. Mi chiedo se per queste persone sia più importante apparire nella fotografia, portare a casa uno scatto da mostrare agli amici e da condividere sui social network per dimostrare di aver viaggiato oppure, se sia più importante guardarsi intorno, vivere il momento alla scoperta di un luogo nuovo, portare a casa il ricordo di ciò che si è visto, vissuto, scoperto”. Ricordare o scattare compulsivamente fotografie in ogni momento, una Shootingmania, dunque, che Borchi ci mostra in questa selezione di LIQUID SHAPE. Essere parte della modernità, consumare per essene partecipi. Viviamo una vita “liquida”, frenetica, vertiginosa, bulimica, sempre costretta ad adeguarsi alle attitudini del gruppo per non sentirsi esclusi. Si copiano atteggiamenti, idee, simboli, non per il valore intrinseco ma per sentirsi accettati. Le stesse architetture che stanno saturando il pianeta, non sono altro che l’ennesimo simbolo di una “modernizzazione perpetua, compulsiva-ossessiva e generatrice di dipendenza”, per dirla alla Zygmunt Bauman.
Massimo Borchi è nato a Firenze nel 1962, dopo studi di architettura, si dedica alla fotografia professionale dal 1987. Nel 1991 fonda l'agenzia fotografica Atlantide Phototravel. Lavora per le principali testate di viaggio sia italiane che internazionali (Geo Special, ADAC, Merian New York Times, National Geographic Traveler, Bell'Europa, fra le altre). Dal 1995 si occupa di importanti progetti finalizzati alla pubblicazione di libri fotografici, poi pubblicati in numerosi paesi.
Orario: lun. ven. 09.30 – 12.30 / 14.00 – 19.00 - sab. 16.00 – 19.30.
Per maggiori informazioni: www.tethysgallery.com