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giovedì 21 novembre 2024

Tempesta: il quadro infinito di Francesco Carone cambia volto al Museo Novecento

22-01-2019

È un’opera senza fine quella “Tempesta” presentata da Francesco Carone nella mostra monografica “Ciclope” (a cura di Rubina Romanelli, al Museo Novecento fino al 28 febbraio), opera che martedì 22 gennaio a partire dalle 11 del mattino verrà trasformata in un quadro nuovo da Riccardo Guarneri.

Tempesta infatti è una vera e propria “opera aperta” che Carone ha già affidato in passato ad altri artisti (Eugenia Vanni, Luca Bertolo, Paolo Parisi, Luca Pancrazzi, Marco Neri, Maria Morganti, Alessandro Sarra), ognuno dei quali è intervenuto aggiungendo uno strato di pittura su quello precedente. Il quadro, iniziato nel 2013, non avrà mai fine, se non con la morte dell’artista, autore unico dell’opera collettiva.

Martedì 22 sarà Riccardo Guarneri l’artista chiamato ad intervenire e il pubblico del Museo Novecento avrà la possibilità di osservare il processo creativo nel suo dispiegarsi infinito. Alle 11 del mattino partirà la fase preparatoria del dipinto, alle 18 Guarneri eseguirà la sua opera e alle 19 ne discuterà insieme a Francesco Carone e al direttore artistico del Museo Novecento Sergio Risaliti in un talk aperto al pubblico.

Riccardo Guarneri (Firenze, 1933), artista italiano più volte premiato a livello internazionale,  inizia a dipingere nel 1953. Dopo un periodo iniziale di produzione figurativa, dal 1958 volge la sua ricerca all’informale, individuando come tema centrale la ricerca sul colore e arrivando gradualmente ad utilizzare il bianco in un processo di sottrazione che conduce ad una rarefatta purezza luministica. La prima personale si tiene a L’Aia, nel 1960. Nel febbraio del 1963 espone alla Strozzina di Firenze tele chiarissime in cui lo spazio è scandito da leggere variazioni di luce, frutto di un lavoro grafico realizzato prevalentemente a matita. In seguito il lavoro di Guarneri acquista sempre più rigore geometrico. Nel 1966 partecipa alla Biennale di Venezia, a cui farà ritorno nel 2017.

Per maggiori informazioni: www.museonovecento.it