Silvia Cogotzi, Lori Lako, Chiara Macinai, Dania Menafra, Zoya Shokoohi saranno protagoniste di un evento il
14 Febbraio 2019, alle ore 18.30, in occasione della giornata di San Valentino, tradizionalmente dedicata al tema dell’Amore.
"And Whatever I do Will Become Forever What I’ve Done" (E qualunque cosa io faccia si muterà per sempre in ciò che ho fatto), questo è il titolo della
performance ispirata ai versi della poetessa polacca premio Nobel Wislawa Szymborska contenuti in
Life While You Wait. Nel loggiato al primo piano del
Museo Novecento di Firenze (Piazza Santa Maria Novella, 10) si elevano cinque colonne bianche, composte unicamente di fogli. Ognuna di queste ha un’altezza ben precisa, corrispondente alla statura di ciascuna artista. Al secondo piano del Museo, nella sala dedicata alla collezione Alberto Della Ragione, una grande superficie di foglia oro sarà accuratamente vegliata da persone di sesso maschile disposte in cerchio. T
utto ciò che accade mette al centro della scena la cura come pratica e imperativo morale perché ogni impercettibile gesto si trasforma in un macigno sulle spalle della Storia. Le colonne cartacee vogliono essere il simbolo di un’esperienza femminile fatta di risposte sospese, infatti gli interrogativi proposti nei fogli che le strutturano sono parti di un questionario vuoto mai somministrato, e la mano del fruitore diventa padrona di “consumare” le colonne o lasciarle lì, intatte. La foglia d’oro è di una delicatezza tale che la breve disattenzione di un solo uomo può intaccarne irrimediabilmente l’integrità.
In questo modo le artiste hanno deciso di affrontare il tema dell’Amore da un punto di vista totalmente inedito rispetto al comune modo di guardare a questa giornata, ponendo una riflessione più profonda sul rapporto che intercorre tra il maschile e il femminile con la conseguente distribuzione di responsabilità e opportunità. Il privato è pubblico, ciò che pesa sulla Storia ha pesato e continua a pesare necessariamente su spalle di carne. Firenze è una città che ci offre infiniti esempi di questo labile confine: Il Perseo sovrasta il corpo decapitato della Medusa, ma anche il Giambologna ci riporta alla memoria episodi di sopraffazione nel Ratto delle Sabine: così Piazza della Signoria accoglie segni di potere, violenza e sopraffazione. Anche all’interno della sala che ospita la collezione permanente del Museo Novecento scopriamo diversi modi di guardare al femminile da parte di un uomo, basti pensare a Martini con la Pisana e Attesa/Susanna, ma anche Fontana con Donna Sdraiata e Paulette. L’intera operazione si pone come una riflessione che vuole guardare al di là del proprio naso, non limitandosi a uno sguardo sul femminile ma piuttosto sul mondo femminile e quello maschile in relazione, e su come questo rapporto sia in grado di modificare e ribaltare liquidi equilibri attraverso impercettibili spostamenti di prospettiva, capaci di generare meccanismi di violenza appartenenti a circuiti inarrestabili.
Words and impulses you can’t take back. Have you ever abused a woman? Yes, No, Maybe.
Per ulteriori informazioni:
www.museonovecento.it -
www.musefirenze.it