Cantiere Obraz presenta la nuova produzione di Teatro Ragazzi
"Il vestito nuovo dell'imperatore",
dal 16 al 23 marzo alle ore
16.45 in scena al
Teatro Cestello (Piazza di Cestello, 3).
Lo spettacolo, liberamente tratto da G.Rodari e da Hans Christian Andersen,
narra la vicenda di un imperatore vanitoso, reggente di un paese fantastico,
che trascorre gran parte del suo tempo nella cura del vestiario e ben poca nella cura del suo regno. Ma ecco che un giorno si presentano a corte due tessitori. Dicono di esser giunti da un paese lontano e di recare con sé una nuova stoffa, preziosissima, di loro invenzione.
Questa avrebbe un immenso potere magico:
“Invisibile resta per coloro che in testa hanno poco cervello e per le persone che occupano certe poltrone, certe cariche altolocate senza averle meritate.” “Con quelle vesti finalmente potrò sapere se i miei ministri sono onesti o ladri, intelligenti o sciocchi…”– pensa subito l’imperatore, ordinando che gli sia confezionato un abito fatto di questa stoffa. Al momento della consegna, tuttavia, né i cortigiani, né l’imperatore riescono ad intravedere l’abito fatidico. Che fare? Nessuno ha intenzione di fare la figura dello sciocco inadeguato, perciò tacitamente tutti quanti, dissimulano, fingono di vederlo per davvero e si complimentano per l’abilità dei tessitori. La finzione si trascina fino alle sue estreme conseguenze: il re, l’abito indosso, sfila per i sudditi nelle strade del regno. E tutti, sgomentati dalla nudità regale, ma incapaci d’onestà, fingono ugualmente profondendosi in inchini ed elogi per la magnificenza del capo. L’incantesimo è spezzato da un bimbo che, sgranando gli occhi, grida con innocenza: “Ma il re … è nudo!”
La storia di un’estrema attualità ci racconta molto della nostra società dove l’immagine e la cura dell’apparenza hanno un peso molto forte. Ci parla della nostra difficoltà a fidarci di noi stessi, della paura di dire quello che pensiamo apertamente, della tendenza a compiacere chi ha potere, dell’ipocrisia di fronte al rischio di perdere dei privilegi, della nostra paura di essere giudicati. Ci rivela che solo la schiettezza dello sguardo non ancora strutturato del bambino riesce a rompere il velo di falsità che non ci permette di vedere le cose come sono.
Regia: Alessandro J. Bianchi con Michela Cioni, Paolo Ciotti, Alessandra Comanducci, Tomas Harris
Luci e ombre Diego Cinelli
Scene e Costumi: Thomas Harris
Promozione Camilla Pieri
Età dai 4 ai 10 anniPer informazioni:
www.teatrocestello.it AC