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venerdì 29 marzo 2024

"Mio nonno è morto in guerra" di Simone Cristicchi: ultimi posti per il concerto del 25 Aprile

25-04-2019

Un insieme di tradizione e spettacolo, il concerto ormai storico che si tiene ogni 25 Aprile: un appuntamento imperdibile e un importante evento culturale per il pubblico fiorentino. Dal 2004 la Fondazione Orchestra della Toscana, grazie alla collaborazione e al contributo della presidenza della Giunta Regionale Toscana, organizza l'iniziativa che accompagna la Festa della Liberazione al Teatro Verdi di Firenze (Via Ghibellina, 99). L'ingresso è libero ad invito e gli ultimi 100 posti saranno disponibili dalle ore 9.00 di venerdì 19 aprile 2019 partendo dalla homepage del sito www.orchestradellatoscana.it

Sono stati anni di produzioni diverse per il "25 aprile in concerto" ma sempre originali: dalla musica classica alla musica più moderna. Come ogni anno il primo pezzo suonato sarà l'inno d'Italia. La vicepresidente della Regione Toscana ha sottolineato, durante la presentazione, come questa iniziativa negli anni ha offerto alla città di Firenze un'importante occasione culturale, con il concerto di una delle migliori orchestre del panorama nazionale. E lo fa tutti gli anni collaborando con Ort anche sulla scelta dei temi, elemento che è giusto sottolineare perché la Regione non offre un semplice concerto ma un evento con il quale ricordare il 25 aprile facendo riflettere su alcuni temi importanti della storia italiana.

Protagonista di questa edizione di "25 aprile in concerto" il cantautore romano Simone Cristicchi con "Mio nonno è morto in guerra", che alternando registri vocali e stilistici, darà vita a 14 personaggi, eroi quotidiani che sono stati attraversati dalla Seconda Guerra Mondiale. Parole narrate e cantate, che raccontano l'umanità tra le macerie: aneddoti fulminanti, parole delicate e taglienti saranno i protagonisti di questo spettacolo. Voci che raccontano l'orribile guerra accompagnate da storie di madri, di bombardamenti, di lager e lotta partigiana. Il concerto ha debuttato nel 2013, ma torna con una nuova edizione mai vista, al Teatro Verdi dalle ore 21.00, con la partecipazione dell'Orchestra della Toscana diretta dal maestro Valter Sivilotti.

“Mio nonno è morto in guerra è uno spettacolo che vuole in qualche modo raccogliere le memorie della Seconda Guerra Mondiale. Sono quattordici piccole storie e altrettanti personaggi che io interpreto sul palco cambiando voce, postura mimica, anche a volte il dialetto. È un modo per me di presentare al pubblico quello che è l'emozione di aver vissuto un evento così forte e potente come una guerra. Ho intervistato più di sessanta persone in giro per l'Italia; quello che è venuto fuori è un mosaico pieno di colori di emozioni di memoria, ognuna diversa dall'altra. Dalla guerra in Russia a quella in Africa, i bombardamenti della città fino ad arrivare a all'esodo degli italiani dell'Istria, che è stata una conseguenza della seconda guerra mondiale. Sono racconti che riguardano il periodo della Resistenza, racconti partigiani. È stato il mio primo spettacolo come regista e ha avuto una lunga storia perché ha debuttato nel 2013. Tuttora lo portiamo in scena, a distanza di tanti anni, il che vuol dire quanto nella sua essenzialità riesca a comunicare delle forti emozioni. Quella che andrà in scena al Teatro Verdi di Firenze è una versione completamente rinnovata dello spettacolo. Un esperimento bellissimo perché avrò al mio fianco e sarò sostenuto dall'Orchestra della Toscana diretta dal maestro Valter Sivilotti. In questa occasione ho deciso di aggiungere più brani musicali rispetto ai racconti e quindi sarà un modo per sentire delle canzoni popolari ma anche canzoni d'autore come quelle di Francesco De Gregori, Ivano Fossati e Boris Vian rifatte da una grande orchestra. Quindi è un esperimento che sicuramente ha una forte potenza evocativa. Cercheremo di raccontare questo pezzo di storia anche attraverso delle canzoni che rimandano a questa tematica, purtroppo ancora oggi molto attuale. Mio nonno è morto in guerra nasce dalla sensazione che la guerra è stato un evento talmente colossale, una tempesta, un uragano della storia che ha travolto milione di persone e non poteva che lasciare un segno del genere. Nelle persone che ho intervistato infatti c'è un'amplificazione anche nelle loro memorie vedono quel periodo come un qualcosa di enorme da cui sono stati schiacciati e a cui sono poi sopravvissuti. il senso dello spettacolo quindi è quello di ricostruire una sorta di geografia della memoria intorno a questo evento. Non è uno spettacolo didattico, ma in un certo senso vuole ricostruire una sorta di mosaico di memorie, ognuna diversa dall'altra. Si parla di storie ovviamente, di guerra, guerra al fronte, bombardamenti nelle città, storie di staffette partigiane, di resistenza, fino ad arrivare alla conclusione che io delego a un testo meraviglioso di Piero Calamandrei sulla Costituzione. Ci ricorda che la costituzione è nata da quel fatto storico e e dalla consapevolezza delle persone che l'hanno vissuto di mettere in gioco la propria esistenza, la propria vita, affinché oggi noi possiamo dirci un paese Libero. Il mio vero debutto teatrale risale invece al 2010 con Li romani in Russia, un racconto di Elia Marcelli, un reduce dalla guerra di Russia che nell'ultimo periodo della sua vita aveva voluto mettere per scritto - in forma di poema in ottave romanesche - le sue esperienze di vita durante la campagna di Russia del 41/43. A quella avventura partecipò anche mio nonno Rinaldo. Parto da questo spettacolo perché per me è stato il mio esordio nel mondo del teatro, con la regia di Alessandro Benvenuti. Quando mio nonno è morto, ho sentito la necessità di continuare questo percorso di ricerca sulla Seconda Guerra Mondiale. Sono partito con una piccola troupe e siamo andati in giro per l'Italia negli ospizi, nelle case di riposo, ma anche nei bar dei paesi che venivano toccati dalla mia tournée alla ricerca di altre memorie legate a quel periodo storico. Ho trasformato questi piccoli racconti in un libro che poi è uscito per Mondadori ed è stato utilizzato moltissimo nelle scuole superiori".
Simone Cristicchi

L’Orchestra della Toscana si è formata a Firenze nel 1980 per iniziativa della Regione Toscana, della Provincia e del Comune di Firenze. Nel 1983, durante la direzione artistica di Luciano Berio, è diventata Istituzione Concertistica Orchestrale per riconoscimento del Ministero del Turismo e dello Spettacolo. Composta da 44 musicisti, che si suddividono anche in agili formazioni cameristiche, l’Orchestra realizza le prove e i concerti, distribuiti poi in tutta la Toscana, nello storico Teatro Verdi, situato nel centro di Firenze. Le esecuzioni fiorentine sono trasmesse da RAI Radio 3 e da Rete Toscana Classica. Incide per Emi, Ricordi, Agorà, Dreyfus e Sony Classical.

Per ulteriori informazioni: www.orchestradellatoscana.it 

JB