La Galleria Eduardo Secci di Firenze, in piazza Goldoni, sabato 30 marzo 2019 alle ore 18.00, ospita l'inaugurazione di “#iipolar”, mostra personale di Nora Renaud, a cura di THE SWAN STATION, piattaforma curatoriale ideata da Luca Pozzi per l’attivazione di esperienze contro-intuitive legate a fenomeni di nonlocalità, entanglement, gravità quantistica e multidimensionalità.
“Ho incontrato Nora nella massima depressione del pianeta, tra Giordania, Palestina ed Israele, nella cosiddetta rift valley, sulle rive del Mar Morto. Camminava sempre con una piccola lastra di rame in una mano e nell'altra il suo telefono cellulare. Entrambi gli oggetti avevano più o meno la stessa proporzione ed apparivano all'occhio esterno come strani device complementari ipertecnologici. Il rame da una parte, grezzo, in alcuni punti ossidato, in altri più lucido fino a diventare una specie di specchio, era messo sullo stesso piano dell'allora più evoluto tra i cellulari intelligenti. Nella mano destra l'età del rame (almeno cinquemila anni prima di Cristo) nella sinistra un giocattolo della quarta rivoluzione industriale basato sull'innovazione digitale dei processi di moltiplicazione e delocalizzazione esperienziale del tutto, del sempre e dell'ovunque. In modalità fotocamera puntava la lastra e continuava a scattare foto usando il materiale come filtro analogico, creando una narrazione della sua esperienza soggettiva vincolata, oltre che alla propria presenza nel luogo e nel tempo, anche alle proprietà indipendenti di un materiale sempre diverso, sempre nuovo, in costante trasformazione, in antagonismo esplicito con i filtri digitali sempre uguali, affidabili ed eterni di Instagram.” “#iipolar” parte da questi presupposti e ne accresce le derive in termini di complessità simbolica e di riferimenti culturali, etnografici e storici, mescolandoli ed interconnettendoli tanto da farne scomparire i contorni ma rispettandone i contrasti.
L'epicentro è la patologia del bipolarismo, disturbo comportamentale di sdoppiamento della personalità caratterizzata da transizioni di fase stranianti, passaggi quasi immediati da stati di euforia a cupa depressione. Nella ricerca di Nora Renaud tutto questo si traduce in una rete relazionale esplosa tra la dilagante attitudine alla condivisione di massa attraverso internet e la progressiva condizione di alienazione individuale domestica. Nata a Ginevra nella soffocante democrazia svizzera orientata all'iperorganizzazione legislativa, e teletrasportata a Bogotà nel cuore pulsante della caoticità colombiana tra Panama, Venezuela, Messico, Brasile ed Ecuador, Nora si appropria delle contraddizioni contemporanee e le converte in fattore linguistico, fondendo arte, moda e performance. Attraverso la creazione di manufatti artigianali, post-produzioni digitali e vere e proprie azioni collaborative divulgate attraverso i social network, le sue opere sensibilizzano l'opinione pubblica su temi quali la salvaguardia delle minoranze etniche e la tutela dell'ambiente, affiancando a ragioni e scelte artistiche, questioni morali. Nel caso specifico Swan Station accoglie, all'interno del progetto inedito “#iipolar”, DIAGNOSISISCARNAVAL un percorso di promozione della fine di internet, innescato dall'attivazione di due personaggi, due maschere, due sopravvissuti che posano e scattano selfie in luoghi altamente contrastanti e stereotipati. In mostra è presente il Kit per la vestizione: costituito da un amuleto di bronzo con smeraldi incastonati, uno scettro di paglia intrecciata a mano da comunità rurali, stickers con simboli grafici, pellicce sintetiche e due maschere di legno grezzo intagliate dall'artista stessa in Colombia. È importante sottolineare che i volti rappresentano simultaneamente il simbolo (sorrisi positivi e negativi) scelto dal portale di condivisione del sapere globale Wikipedia per illustrare il disturbo bipolare e l'icona che Facebook offre di default agli utenti che decidono di non avere una precisa immagine di profilo. Due “Sculture” abitabili complementari e performabili da chiunque, installate in penombra, attraverso un display da museo etnografico parigino stile Quai Branly, esposte come se fossero reliquie di un futuro già passato vertiginosamente familiare, controparte materiale, conservativa e tradizionale di una narrazione parallela, onirica e digitale da seguire attivamente sull'account instagram dell'artista in coerente atteggiamento bipolare: norarenaud_hyperanalogist #iipolar #diagnocrazia.
Esposizione in programma fino a sabato 11 maggio 2019.
Per maggiori informazioni: www.eduardosecci.com