Una mostra tutta da scoprire quella di
Leonardo & Firenze, dove la città celebra ancora una volta il suo genio creativo, rimarcando il legame che univa queste due entità: da una parte il grande artista che ha dato una svolta all'arte, dall'altra la città con la quale aveva un forte legame nonostante il suo distacco fisico. Parte delle celebrazioni del cinquecentenario dalla morte di Leonardo, vengono esposti
12 fogli del Codice Atlantico dalla Biblioteca Ambrosiana di Milano, di vari argomenti a
Palazzo Vecchio nella sala dei Gigli, dal 29 marzo al 24 giugno 2019. "Una mostra su Leonardo nell'anno Leonardiano - ha dichiarato
il sindaco di Firenze Dario Nardella alla presentazione in Palazzo Vecchio -
a 500 anni dalla morte, quando tutta Italia e oltre festeggiano il Genio con eventi, iniziative ed esposizioni, è stata una sfida doverosa e avvincente, della quale ringrazio la curatrice Cristina Acidini, studiosa appassionata che ha trovato una diversa narrazione dell'artista caratterizzata dal rapporto sempre solido e mai dimenticato con la nostra e sua città".Su 1119 fogli, sono stati scelti quelli che
prendono in considerazione proprio il legame, cosa Firenze ha dato a Leonardo e viceversa. Non sono gli unici dove è possibile trovare richiami alla città, ma sono quelli che funzionano come fili conduttori, tenendo di conto che ogni foglio raramente è monotematico, possiamo trovarvi all'interno tantissime sfaccettature.
Paolo Galluzzi,
Presidente del Comitato nazionale per le celebrazioni dei 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci, espone quanto sia evocativo il luogo scelto per questa mostra: la sala dei Gigli era già stata scelta come luogo di allestimento per il codice Hammer, manoscritto di Leonardo, ed prima era chiamata sala dell'orologio perché vi era esposto l'orologio dei pianeti di Lorenzo della Volpaia, legato a Leonardo. Oggi possiamo aggiungere anche questo terzo segno, il codice Atlantico nella sala dei Gigli
"Sostenere questa iniziativa ci rende particolarmente fieri, soprattutto in questa città, Firenze, dove ENGIE è attiva e presenta da molti anni" ha dichiarato
Olivier Jacquier, Amministratore Delegato di ENGIE Italia. "Leonardo è stato un visionario illuminato, con uno sguardo innovativo al futuro e un occhio attento al mondo e alla natura. In ENGIE condividiamo, a livello mondiale, l'impegno di tutelare l'ambiente e lavoriamo ogni giorno per promuovere, con approccio inclusivo, comportamenti virtuosi per la sua salvaguardia. Riteniamo che l'innovazione sia driver fondamentale per un progresso più armonioso"."Trovare un nuovo percorso tematico che fosse scientificamente fondato e sostenibile, non è dunque stato facile - ha raccontato
Cristina Acidini curatrice della mostra -
non si è voluta fare una scelta cronologica, tentando di ricostruire le attività e le ricerche di Leonardo, ne' una sclelta di tipo estetico, privilegiando i fogli con disegni più grandi e godibili. Si è fatto invece un percorso diverso e mai tentato, partendo dalla città stessa della mostra, Firenze, e andando a cercare nei fogli del Codice i tanti richiami al luogo d'origine, mai veramente lasciato e comunque mai dimenticato. Leonardo e Firenze, dunque. Non solo Leonardo a Firenze, ma anche Firenze con Leonardo, sempre presente nella sua mente, ovunque egli si trovasse - a Milano, nell'Italia del nord e del centro, Roma, infine in Francia
- attraverso le reti di protezioni, conoscenze, amicizie, corrispondenze e nel bagaglio che sempre si portava appresso, di esperienze e ricordi, il lavorìo progettuale, la continuazione dei quadri iniziati in patria". Fogli scritti a mano con disegni di Leonardo, diversi per formato, date e contenuti, scritti tra gli anni Settanta del Quattrocento e la morte, nel 1519, contenenti una grande capacità evocativa. Diversi esperti per diversi argomenti, che hanno studiato e trattato ogni foglio, fornendo la motivazione per quale è stato scelto e inserito nella mostra. A partire da
"Sandro, tu non di' perché tali cose secondo paiono più basse che le terze": frase interpretata come critica alla prospettiva di Botticelli e che rimanda ai tempi in cui frequentava la bottega del Verrocchio dove aveva visto, come si evince da un altro foglio, la palla di rame dorato, montata nel 1471 dal maestro sopra la lanterna della cupola del Brunelleschi. Probabilmente Leonardo, avrà anche avuto modo quindi di studiare le macchine di cantiere ancora presenti al Duomo.
La mostra, organizzata e coordinata da
MUS.E è visitabile tutti i giorni dalle ore 9.00 alle ore 23.00, giovedì dalle ore 9.00 alle ore 14.00.
Per ulteriori informazioni:
www.museicivicifiorentini.comJessica Bernardi