Dal 5 al 30 maggio 2019 nella Sala delle Esposizioni dell’Accademia delle Arti del Disegno, in via Ricasoli n.68 (angolo Piazza San Marco) a Firenze, è visitabile con ingresso gratuito la mostra “Renato Foresti 1900-1973”, a cura di Domenico Viggiano e Enrico Sartoni.
A quasi cinquant’anni dalla morte del pittore Renato Foresti e in occasione del sessantesimo anniversario della mostra a lui dedicata nel 1958 all’Accademia delle Arti del Disegno per volontà di Giovanni Colacicchi, l’attuale esposizione, realizzata con il patrocinio del Comune di Firenze e della Regione Toscana, intende riordinare il corpus dei dipinti, dei disegni e dei documenti riconducibili alla sua attività e restituirne i valori artistici, umani e ideali alla luce di una rinnovata prospettiva interpretativa e valutazione critica correlata ai fenomeni artistici del dopoguerra a Firenze.
Nato a Napoli nel 1900, Renato Foresti si trasferì a Firenze per la sua professione d’ingegnere e dirigente aziendale; dotato di una particolare e precoce attitudine al disegno, al colore e all’invenzione compositiva fu pittore di grande successo e intellettuale impegnato in un costante dialogo con artisti e letterati. Dai primi anni ’50 si dedicò anche alla narrativa e scrisse brevi racconti, spesso autobiografici, caratterizzati da uno spiccato senso ironico. Seppe armoniosamente coniugare ambiti professionali anche molto diversi, con stile personalissimo e scegliendo di non aderire a nessuno dei numerosi paradigmi in cui si strutturarono la pittura e la grafica del Novecento. Dalla metà degli anni ’40 la ricerca artistica di Foresti è incentrata sulla vita lavorativa in fabbrica e nelle opere ritrae scene di lavoro i cui protagonisti rappresentano il suo universo quotidiano popolato dai volti dei colleghi: un’inclinazione, questa, certamente riconducibile alla professione d’ingegnere per cui, dal 1943, ricoprì l’incarico di direttore tecnico della Toscana Gas. Anche talune vicende della vita personale hanno permeato i caratteri della sua arte: la guerra, il patriottismo respirato in famiglia con le memorie dell’unità d’Italia appese sui muri di casa sono elementi che nutrirono il realismo di Foresti, mai amaro o disilluso, bensì completamente fiducioso nel fatto che l’apporto di ogni singolo individuo possa contribuire alla crescita collettiva.
Sessantacinque opere realizzate con tecnica a olio su supporti diversi (tela, tavola e cartone) e una quarantina di disegni a penna su carta ripercorrono l’intera produzione di Foresti secondo un ordine cronologico e attraverso l’ausilio di un apparato interpretativo volto a facilitarne la comprensione.
Domenico Viggiano e Enrico Sartoni, curatori dell’esposizione, affermano che Foresti “fu intento a bloccare quell’attimo che non sfuma, non sfoca, non tramuta la realtà, ma la rivela. Questo sentimento si percepisce con forza nella grande galleria di uomini e di donne che Foresti ritrasse. In quelle opere la forma e il colore prendono improvvisamente vita sulla tela per donare, oltre l’obiettività di una fotografia, la sensazione di un contatto”.
Cristina Acidini, Presidente dell’Accademia delle Arti del Disegno, sottolinea come nelle tele dell’artista “officine, fonderie, impianti, moli brulicanti, perfino un deposito di rottami ferrosi, prendono un piglio grandioso, al di fuori però d’ogni retorica o volontà celebrativa. Vi si percepisce la sobria soddisfazione per un progresso industriale, che non poteva all’epoca esser considerato se non in termini positivi”.
Le opere di Renato Forestisi trovano in collezioni pubbliche e private, tra cui quella del Comune di Firenze e di Toscana Energia. La mostra “Renato Foresti 1900-1973”, resa possibile anche grazie alla disponibilità dei figli, le professoresse Luciana Aigner-Foresti (Emerito dell’Università di Vienna), Maria Luisa Foresti-Sestini (Emerito dell’Università di Firenze) e Ing. Paolo Foresti, è arricchita da un catalogo edito da Masso delle Fate con i testi di Cristina Acidini, Simonella Condemi, Maria Luisa Foresti Sestini, Cristina Frulli, Enrico Sartoni e Domenico Viggiano.
In occasione della mostra, Masso delle Fate pubblica anche il volume “Sul filo dei ricordi. Novelle di un tempo lontano”, dove sono raccolti venti racconti scritti da Renato Foresti, corredati da alcuni suoi disegni.
La mostra sarà visitabile dal 5 al 30 maggio 2019 con i seguenti orari:
Da martedì a sabato: ore 10.00-13.00 e 17.00-19.00
Domenica: ore 10.00-13.00
Lunedì chiuso
Ingresso libero
Per maggiori informazioni: www.aadfi.it