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venerdì 26 aprile 2024

"Perchè l'uomo distrugge il suo habitat?", incontro con Eumeswil alla Libreria Gioberti

23-05-2019

Giovedì 23 Maggio alle ore 18.00, la Libreria Gioberti di Firenze (via Gioberti 37), ospita l'incontro "Perchè l'uomo distrugge il suo habitat?" con Alessandro Cocchi e Luca Fè d'Ostiani.
L'incontro fa parte della nuova stagione di "Conversazioni" promosse dal centro studi dell'Associazione Eumeswil di Firenze (via Scipione Ammirato, 43). Un salotto letterario informale, come in epoche passate, che ospita docenti universitari, studiosi, scrittori, giornalisti e interessati per dialogare e porsi domande di carattere esistenziale affrontando "I grandi interrogativi", il tema centrale di quest'anno promosso dalla non-profit sorta a Firenze e Vienna con lo scopo di studiare e diffondere l’opera, il pensiero e lo stile esistenziale di Ernst Jünger.

Questi i temi trattati

Anche se formulata in modo semplice, la domanda è di enorme portata. La modalità (il “come”) con cui l’uomo aggredisce e consuma il pianeta è paradossalmente più chiara del suo “perché”. Chiedersi il “perché” di un processo collettivo di apparente autodistruzione apre una voragine di incertezza e sgomento: difficile spiegarlo. Per tentare un risposta, si fa riferimento alla “Teoria Generale dei Sistemi” del viennese Ludwig von Bertalanffy (1901-1972), per cercare di dimostrare che l’uomo, fin dalla sua comparsa - ma in modo accelerato dalla metà del diciottesimo secolo in poi – ha costruito un proprio sistema dinamico di sopravvivenza (il “sistema antropico”), nel quale i meccanismi regolatori interni e le stesse norme di comunicazione con l’esterno hanno finito per contrapporsi al sistema naturale (“eco-sistema”). Il rapporto parassitario uomo-natura e l’insostenibilità del suo modello di sviluppo sono ormai nozioni comuni, ampiamente dimostrate. Ma quali le risposte possibili? E soprattutto, è possibile una riconciliazione tra i due sistemi o almeno una loro convivenza armonizzata? Forse no. Le asimmetrie inerziali generate dall’interazione tra ecosistema e sistema antropico possono determinare criticità allarmanti nei processi di adattamento reciproco. La gestione di questi processi e l’attenuazione delle asimmetrie inerziali rappresentano quindi le maggiori sfide delle politiche economiche di sviluppo e delle politiche sociali dei prossimi decenni.

Alessandro Cocchi

Da qualche anno parliamo sempre più spesso di cambio climatico, un processo di degrado che ormai, a parte sparuti ‘negazionisti’, riconosciamo come legato alle azioni dell’uomo ed al loro impatto globale sul nostro pianeta. La storia dell'uomo e della sua inarrestabile conquista del globo terracqueo non è iniziata ieri. Risale ad un lungo processo di evoluzione iniziato circa 2.5 milioni di anni fino all'apparizione circa 200.000 anni fa della famiglia dell' “Homo Sapiens”.  Ha caratteristiche e capacità nuove e rivoluzionarie: sa aggregarsi in gruppi numerosi e collaborare ad un fine comune, sa essere flessibile ed adattarsi a situazioni diverse e impreviste, e soprattutto, sa immaginare e fingere. Lo sviluppo del linguaggio permette di creare realtà mentali e scenari astratti, prevedere e pianificare, organizzare un piano. Combatte, vince, elimina la megafauna e addomestica le piante. Già 13.000 anni fa il “Sapiens” era l’unica specie umana rimasta. Come ben racconta Yuval Harari, i “Sapiens” si inventano regole e convenzioni, l’agricoltura e l’artigianato, la moneta, le religioni, i regni e gli imperi. La loro affermazione si accompagna alla domesticazione e dominazione progressiva delle altre specie viventi, animali e vegetali ed allo sfruttamento sempre più sistematico dell’assieme delle risorse naturali e degli ecosistemi terrestri. E finalmente, 600 anni fa, dopo tante guerre e regni e gloriosi e imperituri imperi, dopo i secoli lenti e bui del Medioevo, mentre il sistema comunitario e solidale che aveva accompagnato le società rurali e le civiltà precedenti viene sostituito dalla città, dal mercato e dallo stato, Umanesimo e Rinascimento permettono, in Europa e poi in tutto l’Occidente, la riscoperta della centralità dell’uomo e delle sue apparentemente infinite potenzialità. I Tarocchi, uno dei “libri sacri” che raccolgono la sapienza e l’esperienza della vita umana, testimoniano chiaramente questo processo di affermazione dell’ “Homo sapiens” sul creato di cui pure è parte. Prima lentamente, e poi sempre più in fretta a partire dalla rivoluzione industriale dell’800, questo piccolo e debole mammifero onnivoro si auto-assume come semi-dio, capace di creare e modellare la vita, sua propria e delle altre creature viventi, guarda allo spazio e desidera trascendere il proprio mondo, rifugge la selezione naturale e le rimpiazza con la robotica, l’intelligenza artificiale, le biotecnologie. Ma le cose non vanno tutte bene ed il recentissimo rapporto della Piattaforma Intergovernativa scientifico-politica sulla Biodiversità e sui Servizi degli Ecosistemi lancia un'ennesimo allarme: più di un milione di specie vegetali ed animali (una su otto) rischia di sparire per sempre e le cause sono tutte riconducibili all’uomo: distruzione e frammentazione degli habitat naturali, sfruttamento insostenibile di piante e animali, cambiamento climatico, inquinamento degli ecosistemi, proliferazione di specie invasive. Oramai appare chiaro che è indispensabile cambiare profondamente il sistema economico e, probabilmente, anche alcuni aspetti fondamentali del nostro sistema democratico occidentale. Se l’economia dilaga verso tanti aspetti delle nostre vite, avremo bisogno dell’incontro di conoscenze diversificate – ambientali, politiche, culturali, sociali ed operative – in sinergia tra di loro e capaci di disegnare assieme modi nuovi di organizzarci per rispondere ai nostri bisogni umani senza distruggere la nostra stessa casa.
Luca Fè d'Ostiani

Ingresso ad offerta libera cartacea.

Per maggiori informazioni: www.eumeswil.cc 

VSA