L’inaugurazione della mostra "Linguaggi dell’Arte" avrà luogo Giovedì 30 Maggio 2019, alle ore 19.00, alla Galleria360 di Firenze (via il Prato, 11r). Durante la serata inoltre sarà offerto un cocktail di benvenuto mentre musicisti jazz suoneranno dal vivo, animando la serata e creando un felice connubio tra Arte e Musica. L’arte di oggi è indirizzata verso uno sconfinamento ininterrotto, in un incessante meccanismo di interpretazione ed invenzione, dilazione e seduzione. Gli artisti contemporanei, come quelli della mostra “Linguaggi dell’Arte”, per decifrare un periodo così complesso come quello attuale, sono dotati di una capacità di osservazione fuori dal comune e, soprattutto, si aprono ad un sincretismo culturale, ovvero alla contaminazione di culture e linguaggi diversi.
TINA TOBIASSEN è un’artista norvegese. Nelle opere di questa pittrice le tendenze realistiche sembrano palpitare con forza all’interno di atmosfere ineffabili, senza peso e sfuggenti come un sogno. Si rimane attoniti e silenziosi di fronte ad una pittura che unisce la magia del colore alla poetica dell’attimo.
HOWARD HARRIS è un artista originario di Denver. Dotato di una straordinaria grandeur immaginativa, Harris combina tecnologia ed estetica con il fine di ampliare l’esperienza visiva dell’arte fotografica per esplorare i limiti della visione umana ed avventurarsi in nuove esperienze percettive.
SANDRA NITCHIE è l’originale autrice di opere dove l’arte popolare messicana si incontra con la complessa tematica della natura dell’identità personale. Nella vivacità cromatica e negli ornamenti delle maschere indossate da celebri icone del mondo dello spettacolo, costante è infatti il richiamo a La Catrina, simbolo messicano legato alle celebrazioni del “El Día de los Muertos”.
SARA TWOMEY vive e lavora in Inghilterra. Dopo un esordio legato alle suggestioni della pittura realistica, l’artista gradualmente abbandona le certezze di un’arte rigidamente vincolata e supera le viscosità delle limitazioni del mondo reale affidando il proprio sentire ad una pittura astratta.
Allontanando quindi, sia nostalgiche elegie di un passato sempre più decomposto, che la rigidità di un metodo “ufficiale” ed esclusivo che, come metteva in guardia Baudelaire, “costringe ad una perpetua abiura”, gli artisti di “Linguaggi dell’Arte” fanno invece tesoro di tale diversità dando vita ad un simposio creativo capace di toccare le corde più profonde dell’animo umano.
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