Al
Teatro della Pergola (Via della Pergola, 12/32), martedì
18 giugno 2019, dalle ore
19.00, la
Fondazione Premio Galileo 2000 e il
Teatro della Toscana dedicheranno una serata evento a
Federico Faggin,
Premio Galileo 2000 nel 2013, e alla sua recente
autobiografia "
Silicio", edita da
Mondadori. Introdurrà la giornalista
Annamaria Barbato Ricci, moderatore
Marco Giorgetti, Direttore Generale della Fondazione Teatro della Toscana. Il coro della Cappella Musicale Fiorentina, diretta dal
Maestro Bruno Sorelli, eseguirà il brano Religo di Francesco Oliveto.
Prenderanno parte alla serata
Luigi Dei, Magnifico
Rettore dell’Università di Firenze,
Stefano Mancuso, neurobiologo,
Padre Luigi Pellegrini, Professore di Storia Medievale e già preside della Facoltà di Lettere e Filosofia all’Università ‘Gabriele D'Annunzio’ di Chieti, docente all’Università ‘Otto Friedrich’ di Bamberga, Baviera.
Faggin è lo Steve Jobs italiano, idolo di scienziati e appassionati di tecnologia di tutto il mondo. Nato a
Vicenza e poi trasferitosi in
America nella
Silicon Valley, con le sue invenzioni, dal microprocessore al
touchscreen, ha contribuito a plasmare il presente come noi lo conosciamo. Oggi è l’alfiere di una nuova scienza della consapevolezza.
Silicio di
Federico Faggin è l’autobiografia dell’uomo che ha inventato il presente. Il fisico e imprenditore italiano, nato a Vicenza nel
1941 e dal 1968 residente negli Stati Uniti, racconta nel volume edito da Mondadori le sue quattro vite, dall’infanzia ai primi lavori, dalla controversia con
Intel per l’attribuzione della paternità del
microprocessore, fino al suo appassionato impegno nello studio scientifico della consapevolezza.
"
Scrivere la mia autobiografia – racconta l’autore –
mi ha fatto rivivere le esperienze più significative della mia vita e riflettere su molte persone che hanno avuto un impatto importante nel mio percorso. Mi sono così reso conto che ho imparato non solo da coloro che mi hanno voluto bene, ma anche dalle persone che mi hanno osteggiato".
Quattro vite dense di successi e battute d’arresto, di scoperte e cambiamenti, di amici e nemici, che
Faggin ripercorre, passo dopo passo, e arricchisce di aneddoti riguardanti la sua vita privata e di approfondimenti sulle tecnologie inventate.
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Sono nato a una nuova vita ogni volta che, osservando il mondo da insospettati punti di vista, la mia mente si è allargata a nuove comprensioni. Sono nato – prosegue –
a nuove vite quando ho smesso di razionalizzare, ho ascoltato la mia intuizione e mi sono aperto al mistero".
Oggi ha aperto nuovamente gli occhi. Insieme alla moglie ho creato la
Federico and Elvia Faggin Foundation, che si occupa di dimostrare l’esistenza della consapevolezza, ossia "
il mondo che osserva se stesso".
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qualcosa di straordinario – conclude
Federico Faggin –
ne hanno capito di più i mistici degli scienziati, ma solo perché questi ultimi hanno cominciato a pensare come macchine, e il mondo interiore controlla il comportamento esteriore. Ecco il dramma del nostro tempo: se ci convinciamo di essere macchine finiremo per diventare macchine, riducendo l’universo a formule matematiche senza senso".
Federico Faggin è stato capo progetto e designer dell’Intel 4004, il primo microprocessore al mondo, e lo sviluppatore della tecnologia MOS con porta di silicio, che ha permesso la fabbricazione dei primi microprocessori, delle memorie EPROM e RAM dinamiche e dei sensori CCD, gli elementi essenziali per la digitalizzazione dell’informazione. Nel 1974 ha fondato la Zilog, con cui ha dato vita al famoso microprocessore Z80, tuttora in produzione. Nel 1986 ha co-fondato la Synaptics, ditta con cui ha sviluppato i primi touchpad e touchscreen. Il 19 ottobre 2010 ha ricevuto la Medaglia Nazionale per la Tecnologia e l’Innovazione dal presidente Obama, per l’invenzione del microprocessore. Nel 2011 ha fondato la Federico and Elvia Faggin Foundation, una organizzazione no-profit dedicata allo studio scientifico della coscienza, con cui sponsorizza programmi di ricerca teorica e sperimentale presso università e istituti di ricerca statunitensi.
Per ulteriori informazioni:
www.teatrodellatoscana.it VSC