Sabato 22 giugno 2019, alle ore 21.15, sarà l'ultima occasione per assistere alla grande festa degli
Intermedi della Pellegrina negli spazi esterni di Palazzo Pitti. Lo spettacolo, che strizza l'occhio a quello architettato da Bernardo Buontalenti per le sontuose nozze del granducato Ferdinando I e Cristina di Lorena, si chiude con un omaggio alla città di Firenze, grazie alla collaborazione dei Bandierai degli Uffizi. Gli Intermedi della Pellegrina, che rientrano nel progetto di riscoperta e riproposizione dell’opera fiorentina fortemente voluto dal Teatro del Maggio, vanno scena nel
Giardino di Boboli, e furono composti alla fine del Cinquecento da Girolamo Bargagli in vista dei festeggiamenti per le nozze granducali, e vengono riproposti oggi in un nuovo allestimento del
Maggio Musicale Fiorentino (prima rappresentazione in forma scenica in tempi moderni) con la regia di
Valentino Villa e il maestro
Federico Maria Sardelli a dirigere l’
Orchestra Modo Antiquo (con il Coro Ricercare Ensemble e la Compagnia Dramatodia diretti dal maestro Alberto Allegrezza).
Fastosi interludi musicali inseriti fra gli atti di uno spettacolo teatrale - commedia, favola pastorale, tragedia o rappresentazione allegorica che fosse - gli Intermedi rinascimentali sono considerati i precursori dell’opera in musica. Il concorso collettivo di tutte le arti nella loro veste più ricca (canto, musica strumentale, danza, scenografia, pittura, scultura, scenotecnica) li rende spettacoli unici e grandiosi capaci di catturare i sensi dello spettatore stimolandone l’immaginazione. In pochi decenni, con l’accrescimento esponenziale della dimensione spettacolare, la loro funzione originaria di diversivo musicale subisce una netta virata e gli Intermedi non rappresentano più solamente uno spettacolo che allieta la corte ma anche uno strumento di potere politico. La profusione di mezzi messa in campo per la loro realizzazione è infatti direttamente proporzionale all’importanza della casata nobiliare che commissiona lo spettacolo. Gli Intermedi sono dunque tanto regno dell’illusione teatrale quanto luogo privilegiato in cui il potere celebra se stesso. Di questa doppia funzione ne erano ben consapevoli i Medici, che dall’inizio del Cinquecento accompagnano tutti i festeggiamenti nuziali della loro famiglia allestendo Intermedi sempre più sfarzosi che passano alla storia. Il vertice assoluto del genere viene raggiunto nel 1589, quando in vista dei festeggiamenti per le nozze del Granduca Ferdinando I e Cristina di Lorena, il conte Giovanni Bardi è incaricato di ideare gli Intermedi per la commedia di Girolamo Bargagli La Pellegrina. L’avvenimento solenne vede riunito in questo importante e ambizioso progetto un team stellare composto dai poeti e musicisti più importanti del tempo: Cristofano Malvezzi, Luca Marenzio, Giulio Caccini, Jacopo Peri, Emilio de’ Cavalieri, Antonio Archilei e lo stesso Bardi. L’allestimento scenico è affidato a Bernando Buontalenti, che per l’occasione crea un apparato così fastoso da fagocitare la commedia stessa e catalizzare tutta l’attenzione sugli Intermedi (tra gli effetti speciali spiccano macchine volanti, draghi sputa-fiamme, scene che si trasformano a vista). A un allestimento tanto pomposo corrisponde un dispiegamento di forze musicali non da meno. Ogni intermedio prevede madrigali a più voci, cori doppi e tripli, brani vocali solistici e brani strumentali realizzati da più di sessanta cantanti e da una compagine orchestrale ricca e variegata composta da organi, liuti, lire, chitarroni, arpe, viole da braccio, viole da gamba, salteri, tromboni, cornetti, flauti, cembalo. Scorrendo i titoli è evidente come cinque volte su sei la Musica, quale allegoria del buon governo, sia la protagonista indiscussa degli Intermedi della Pellegrina basati su temi allegorici e morali di gusto classicheggiante (L’armonia delle sfere; La gara fra Muse e Pieridi; Il combattimento mitico di Apollo; Le regioni de’ demoni; Il canto d’Arione; La discesa di Apollo e Bacco insieme col Ritmo e l’Armonia). Armonia e consonanza sono infatti caratteristiche della buona musica ma anche il fine a cui deve mirare un sovrano virtuoso. Il trionfo della spettacolare rappresentazione fu tale che gli Intermedi furono replicati nei giorni seguenti anche in altre due commedie e ne vennero addirittura stampate le musiche, evento raro e costosissimo per l’epoca.
Per ulteriori informazioni:
www.maggiofiorentino.com