40 anni fa è stata la prima rassegna internazionale di musica etnica e folklorica in Italia nonché uno dei primi festival etno-musicali nel mondo (la prima edizione del celebre WOMAD di Peter Gabriel è del 1982). Oggi Musica dei Popoli si appresta a festeggiare i suoi 40 anni con 10 concerti d'eccezione in quella che è da sempre la sua casa: l'Auditorium Flog di Firenze (via Michele Mercati).
Giunto alla 44a edizione – in alcune occasioni speciali, negli anni Ottanta, si facevano due edizioni all'anno, una estiva ed una invernale – la rassegna prende il via venerdì 4 ottobre con il concerto di Enzo Avitabile insieme ai Bottari di Portico. Simbolo della contaminazione tra generi e maestro assoluto del groove, Avitabile ha una carriera costellata di successi ed è alla continua ricerca di un suono inedito, non solamente originale, ma vitale ed essenziale. Sul palco botti, tini, falci, strumenti atipici, diretti dal capo pattuglia Carmine Romano, cadenzano antichi ritmi processionali che producono una vera e propria trance “folk”. Una proposta innovativa in cui Avitabile fonde il suo suono con la tradizione di questi percussionisti, le cui origini risalgono al XIII Sec. Il regista premio Oscar, Jonathan Demme, ha dedicato al musicista partenopeo un docufilm dal titolo emblematico, “Enzo Avitabile Music Life”.
Nel secondo appuntamento, previsto per venerdì 11 ottobre, sale sul palco della Flog L'Orchestra dei Braccianti: uomini e culture diverse che la magia della musica trasforma in una orchestra di 18 elementi provenienti da 9 paesi diversi: Italia, Francia, Gambia, Ghana, Nigeria, Libia, Tunisia, India e Stati Uniti. Tra loro vi sono giovani che hanno vissuto il dramma della migrazione e che oggi vivono nei ghetti o nelle campagne. Un gruppo capace di passare dalle canzoni del Mezzogiorno alla musica africana, dai ritmi giamaicani al rap metropolitano. Il progetto è nato dalla scintilla scoccata tra alcuni musicisti in viaggio nel Mezzogiorno e il progetto di Terra!, onlus che si occupa di ambiente, agricoltura e lotta al caporalato. Grazie al direttore artistico, nonché voce e chitarra dell’Orchestra, Alessandro Nosenzo è stato possibile creare questo mix di talenti emergenti e consolidati con la missione di tradurre in musica tematiche dal forte impatto sociale.
Una voce soul fantastica e una storia drammatica alle spalle fatta di fughe, arresti, torture, ma anche di riscatto. È quella di J.P.Bimeni, scappato dal Burundi e stabilitosi poi a Londra. Qui abbraccia le infinite possibilità musicali che la città offre: jam session con la band di Roots Manuva, serate open mic insieme ai Noiettes e un incontro con una Adele all’epoca adolescente. È la musica ad offrirgli una tregua e a dargli respiro in quei giorni in cui Bimeni, da solo, ricomincia la sua vita nel Regno Unito: “In Galles per la prima volta comprai della musica, raccolte di Ray Charles, Otis Redding, Bob Marley e Marvin Gaye”, tutti artisti che ispirano le sue canzoni. L'artista si esibirà all'Auditorium Flog sabato 12 ottobre, con la sua band soul JP Bimeni & The Black Belts.
Giovedì 17 ottobre è il momento degli ambasciatori della musica folk e Sufi del Rajasthan: i Barmer Boys, la nuova generazione di artisti che perpetua l’antica tradizione musicale dei Manganyar, le cui canzoni si tramandano di generazione in generazione. Storie di antiche gesta di condottieri o maharajah, musiche per rituali religiosi, canti d’amore. Il gruppo si è formato nel 2011 e nel corso della sua carriera si è esibiyto in India, Asia, America del Nord ed Europa. Il loro debutto internazionale è stato al Roskilde Festival nel 2014, dove hanno suonato prima dei The Rolling Stones.
Per i 40 anni del Festival torna ad esibirsi sul palco dell'Auditorium la Sun Ra Arkestra con in apertura uno dei migliori nuovi talenti del jazz internazionale: il sassofonista James Brandon Lewis e il suo gruppo James Brandon Lewis 5th (venerdì 25 ottobre). Punta di diamante della nuova scena afroamericana tra avanguardia, jazz, soul e funk, Lewis dà una lettura personale e coinvolgente dell’anima della black music degli ultimi 30 anni, fuori da schemi ed etichette convenzionali. A seguire il concerto de L'Arkestra di Sun Ra che è stata in concerto a Musica dei Popoli nel 1986, anno della mitica edizione "Americamusica", in una memorabile esibizione nel Salone dei 500 a Palazzo Vecchio. In quella edizione di Musica dei Popoli c'erano in cartellone fra gli altri Sonny Rollins, Herbie Hancock, Lester Bowie, Max Roach, e Steve Lacy. Una serie di concerti pazzeschi.
Sabato 26 ottobre è la notte dedicata ad Ethiopiques: di scena il leggendario Girma Bèyènè con gli Akalé Wubé. Dopo 25 anni di silenzio la leggenda della musica etiope ha accettato l'invito del gruppo francese Akalé Wubé a tornare ad esibirsi. Insieme hanno realizzato “Ethiopiques vol.30”, un album che sa accostare abilmente piani orchestrali a melodie solari e romantiche, in cui Bèyènè è protagonista con con le sue improvvisazione al piano.
Organico affermatissimo nel circuito di World Music europeo, provenienti da Ulan Bator, capitale della Mongolia, venerdì 1 novembre arrivano gli Egschiglen, artefici di un eccezionale sound che coniuga tradizione ad elementi innovativi: uno spettacolo di suoni e colori. Il loro è un vasto repertorio di odi tradizionali dei monti Altai, danze e canzoni della Mongolia del nord, brani originali e riferimenti di pop songs adattate al loro particolare stile. Il tutto riproposto con l’impiego di un gran numero di strumenti tradizionali, (su tutti il morin khuur, violino a due corde, e lo yatag, sorta di cimbalon o zither con corde metalliche) per un organico di tutto rispetto che esalta le splendide e magiche voci in stile khoomi.
Dalla fredda Mongolia alle sabbie roventi del deserto del Mali con il blues touareg dei Tinawaren, sabato 9 novembre. La loro musica racconta la nostalgia per la patria, la violenza della guerra e la resistenza con un’enfasi spirituale. Durante il loro ultimo road trip di 12 giorni in Nordafrica, attraverso il Sahel verso la capitale della Mauritania, hanno improvvisato ogni sera intorno al fuoco di fronte a “un pubblico di scorpioni”. Da questa esperienza è nato l'album Amadjar (viaggiatore straniero), con brani registrati sotto le stelle senza cuffie né effetti. Tra i loro fans più illustri Robert Plant, Thom Yorke (Radiohead), Elvis Costello, Brian Eno, Carlos Santana, Damon Albarn (Blur), Chris Martin (Coldplay) e i TV On The Radio.
Bilal Sayeed Oliver, conosciuto semplicemente come Bilal, è uno degli artisti più dinamici della nostra epoca. Una figura eclettica, capace di passare dal gospel al jazz, dal soul al blues fino ad arrivare al più moderno hip-hop. Nato a Philadelphia, inizia la sua carriera musicale a New York durante l’università, ma la musica ha sempre fatto parte della sua vita prima attraverso la congregazione religiosa del proprio paese e poi frequentando alcuni jazz club con il padre. Ha lavorato con Dr.Dre, J Dilla, QuestLove, The Roots, Kendrick Lamar e moltissimi altri. Il musicista americano si esibirà sul palco della Flog giovedì 14 novembre.
Chiude la 44esima edizione di Musica dei Popoli la regina della musica africana Fatoumata Diawara (giovedì 28 novembre). La chitarrista, compositrice e attrice maliana si è esibita questa estate al Glastonbury, uno dei festival più importanti d'Europa.
Fatoumata è una delle voci più intense nel panorama internazionale della world music e non accetta compromessi ideologici, né ricorre a narrazioni in terza persona nell’affrontare argomenti alquanto spinosi e dolorosi di grande attualità sociale e politica.
Tra le sue numerose partecipazioni estive anche quella al Jova Beach Party di Jovanotti. L'artista maliana, celebrata in tutto il mondo, ha recentemente incontrato il leader dei Gorillaz Damon Albarn con cui sta collaborando ad un nuovo progetto.
L'edizione 2019 di Musica dei Popoli è supportata da Comune di Firenze, Regione Toscana e Città metropolitana di Firenze.
Per maggiori informazioni: www.musicadeipopoli.com